NOI, FIGLI DI UN DIO MINORE! - 01 Gennaio 2009 PDF Stampa E-mail

di Ubaldo Valentini*

01 Gennaio 2009
Nel leggere certe carte allegate nei fascicoli delle separazioni c'è da chiedersi se viviamo in uno
stato di diritto o nel mondo tribale dove il capotribù o lo stregone di turno dettano leggi a loro
piacimento. Si prova vergogna di essere cittadini o sudditi di uno Stato che tale non sempre si
rivela. Noi non siamo cittadini, non siamo figli di Dio, ma figli di un dio minore che non conta
nulla. I genitori non affidatari sono sempre più meri oggetti economici senza nessun diritto.


Espropriati dei figli per strategia di uno dei genitori, per pregiudizio o razzismo di sesso delle
istituzioni, non per incompetenza o per rifiuto dei figli, a questi genitori vengono imposti
provvedimenti provvisori inamovibili e, talvolta, di stampo medievale; se protestano per far valere i
propri diritti di genitori e per far valere le richieste dei figli, questi genitori, onesti con sé e con i
figli, rischiano di perdere anche la patria potestà o vedersi ridurre i diritti di visita.
Se chiedono una equità genitoriale, dovuta in uno stato democratico, viene risposto loro che devono
motivare, in modo dettagliato, la richiesta del rispetto di un diritto naturale, quindi inalienabile e
non motivabile. Se un genitore non affidatario viene accusato dall'altro genitore delle cose più
ignobili, si mettono in moto meccanismi "sociali" che schiacciano figli e genitore non affidatario.
Passano anni prima che si analizzi l'accusa e, una volta accertata l'infondatezza, nessun
provvedimento viene preso contro il genitore affidatario, latore del danno psico-fisico ed affettivo
dei figli. Se il genitore affidatario non rispetta il decreto presidenziale, nessuno muove una foglia, se
non lo rispetta il non affidatario succedono le cose più strane ed umanamente intollerabili.
Se un genitore non affidatario accusa violenze sui figli da parte dell'affidatario e dei suoi
compagni/e di turno (alcuni con un bel curriculum penale) come riferite dai minori spontaneamente
e alla presenza di attendibili e competenti testimoni, rischia di essere considerato uno psicopatico e
di essere affiancato dai servizi sociali: oltre alla beffa subisce anche il danno! E i figli che hanno
riferito delle violenze chi li protegge? Chi protegge la giustizia minorile? I minori quanto contano
nella nostra società?
Parlando di queste cose su questo giornale, siamo stati accusati di faziosità proprio da chi dovrebbe
tutelare minori e genitori. Ebbene alle istituzioni pubbliche chiediamo nuovamente: perché la
"giustizia" umbra usa due pesi e due misure? Perché c'è sempre la discriminante che il genitore non
affidatario sia un perditempo e un rompiscatole e quindi inattendibile? Amministrare il diritto di
famiglia richiede attenzione, sensibilità, rispetto delle coscienze e dei ruoli genitoriali,
professionalità, senza discriminazioni e senza faziosità. Perché i cosiddetti "esperti" non vengono
testati?
Le istituzioni e la giustizia devono mettere sullo stesso piano genitore affidatario e genitore non
affidatario, genitore debole e genitore forte, genitore che vuol fare il genitore e quello che usa la
propria posizione istituzionale per compiacenti relazioni psico-sociali. Si dirà che queste asserzioni
sono offensive e assurde, ma a tutti costoro chiediamo di leggere tutto ciò che è contenuto nei
fascicoli della maggioranza delle separazioni giudiziali o delle liti in corso per il rispetto della
genitorialità. La lettura serve solo per introdursi nella delicata materia; l'incontro diretto, poi, con gli
operatori sociali, con i genitori offesi e umiliati servirà per confermare quanto sia lontana la
giustizia dai cittadini. C'è una giustizia per i potenti e una per i poveri cittadini! L'attenzione e il
rispetto sono dovuti per i primi, possibili per i secondi purchè non facciano perdere troppo tempo.
Ma tutelare i propri figli, i cittadini del domani, e chiedere il rispetto dei diritti di genitori è un far
perdere tempo alle istituzioni? Forse sì! Ed è per questo che il genitore affidatario deve solo pagare,
stare sempre zitto, anche quando ha ragioni da vendere e i propri figli invocano rispetto e giustizia.
Ecco perché certi provvedimenti e certe relazioni gridano scandalo e vendetta al cospetto di Dio,
nonostante che i suoi fedeli siano molto spesso troppo sordi.
Ecco perché succedono, in Italia, troppi stragi per l'insensibilità delle istituzione e per l'offesa che
arrecano a cittadini inascoltati, umiliati ed esasperati. Ma sono queste le istituzioni, ma è questa la
giustizia (che molto spesso non giudica, cioè non valuta) che ci aiutano a credere nell'Italia del terzo
millennio? Non ci resta che aggrapparci alla fede in un dio minore. Purchè poi non ci si dica che il
nostro dio era troppo fragile o addirittura inesistente!
*presidente Associazione Genitori Separati

 

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