NON SOLO DI CARITA' CRISTIANA - 01 Gennaio 2009 PDF Stampa E-mail

01 Gennaio 2009
Finalmente la Chiesa Cattolica è intervenuta in merito alla situazione dei separati/divorziati
spendendo in loro favore parole di comprensione invece della notoria preclusione totale.

Un piccolo
passo avanti per prendere atto che lo status di separati e divorziati, ormai così diffuso anche tra i
credenti, non può essere più valutato come un “reato” che implichi automaticamente il loro
abbandono da parte della comunità ecclesiale. Se l'Arcivescovo Tettamanzi ammette che la Chiesa
ha trascurato, ignorato ed escluso queste “anime travagliate” sbagliando è vero che, se ne
dispiaceranno i Sapienti docenti antipapalini di Roma, dimostra una apertura e indole progressista
superiore a quella del nostro Stato laico.
Invero esistono agevolazioni, prebende, sgravi, detrazioni, sussidi ecc. per svariate “categorie
disagiate” ma resta impossibile capire il perchè tra costoro non figurino anche i separati e divorziati
ancora visti come soggetti da vessare (loro dicono tassare) indifferentemente. La recente norma che
ha imposto il patrocinio legale per tutte le questioni di famiglia, compresi separazioni e divorzi
consensuali o condivisi, è una autentica “tassa sui tartassati” ad esclusivo vantaggio della lobby
degli avvocati che traggono dalle disgregazioni familiari buona parte del loro reddito.
Avete mai trovato nel bando per assegnazione di case popolari un punteggio aggiuntivo per
separati? Non ci risulta, meglio lasciare che vengano assegnate a deputati, parlamentari, segretari di
partito e loro congiunti! Vogliamo parlare di come vengono ripartiti gli assegni familiari e le
detrazioni per figli a carico nei casi di affido non condiviso (ancora nell'ordine del 90%)?
Per lo Stato, laico e progressista, le disgregazioni familiari appartengono alla categoria “lacrime di
coccodrillo” dove primeggiano sigarette, alcool e benzina. Sono considerati veri nemici dello Stato
democratico, da combattere in ogni modo per la loro forte negatività sociale ma poi santificati in
nome della quadratura del cerchio fiscale in occasione della Finanziaria di turno!
Allora non ci resta che sperare nella Chiesa, chiedendo che attivi tutte le sue doti di convinzione
(Concordati, ferventi Parlamentari di entrambe le sponde, interessi comuni, ecc.) per rafforzare
questa apertura di carità, coinvolgendo anche lo Stato italiano, affinchè si occupi seriamente del
travaglio, anche economico, che si abbatte sulla testa dei separati.
Nella comune speranza che lo Stato padre-padrone e Santa Madre Chiesa, dopo secoli di
convivenza “more uxorio”, non decidano di separarsi anche loro.
Il Presidente
Arch. Giovanni Montanaro

 

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili. Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di più.

EU Cookie Directive Module Information