PDF Stampa E-mail

Succede in Liguria

Ordinaria arroganza del potere istituzionale!

 

L’inutilità dei tribunali per i minorenni e la pericolosità di alcuni servizi sociali (sarebbe meglio parlare della quasi totalità) è quotidianamente certificata dalle loro azioni che ignorano e spesso umiliano i minori che, per dovere istituzionale, dovrebbero tutelare e ai quali dovrebbero garantire i diritti ribaditi dalla Costituzione, dal Diritto civile italiano e dalla Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo.

Questi i fatti.

Una madre straniera viene privata della propria figlia di pochi anni perché il compagno italiano l’aveva denunciata per sottrazione della minore e per averle procurato un “irreversibile” danno psicologico poiché era andata  per due settimane in villeggiatura in Francia presso i propri genitori, nonni della piccolina, dove erano in ferie anche gli zii e i cuginetti che non la rivedevano dalla nascita. La madre era andata in ferie concordando il tutto con il padre e con i suoi parenti più stretti.

Un tribunale francese sbrigativamente, nell’afoso mese di agosto, emette una sentenza con la quale sostiene che la figlia deve stare in Italia dove ha l’abitazione e l’affida al padre.  La bambina viene “strappata” alla mamma per darla, di fatto, alla anziana nonna paterna che parla quasi esclusivamente il dialetto del sud e alle facinorose zie.

Inizia un calvario per la madre che va ad abitare con i propri genitori che risiedono a mille km di distanza dal paesino ligure dove viveva con l’ex compagno. Vedrà la figlia, negli ultimi quattro anni, solo in modalità protetta in presenza di una educatrice e per due incontri al mese di soli 90 minuti ciascuno. Poi si trasferirà nuovamente in una città francese vicina alla casa della bambina.

I nonni, per vedere la nipote, devono rivolgersi al tribunale per i minorenni di Genova che a sua volta delega i servizi sociali del comune dove risiedono l’ex compagno e la figlia. Per essere ascoltati si devono rivolgere anche al consolato francese di Torino.

I nonni materni per poter vedere la figlia devono recarsi nella amena e “chiacchierata” località ligure e incontrare la minore in modalità protetta, analogamente alla madre, in presenza di una educatrice e per due ore attualmente ridotte a novanta minuti, restando spesso relegati in un angusto spazio ricavato dalla divisione di un locale adibito a spogliatoio. A differenza della madre, ai nonni viene concesso di parlare in francese poiché l’educatrice conosce la lingua e può controllare ciò che la nipote e i nonni si dicono.

Gli anziani nonni, quasi ottantenni, per recarsi presso al paese dove vive la minore devono percorrere circa duemila km, viaggiare per circa venti ore e sostenere i rilevanti costi che ciò comporta. Il tutto per restare 90 minuti con la nipote che vedono una volta all’anno. Se osano chiedere ai servizi sociali di poterla incontrare anche nei giorni successivi, vista la lontananza e i costi del viaggio, viene loro risposto che il padre non è disponibile ad accompagnarla per impegni di lavoro agricolo e pertanto la loro richiesta – sollecitata anche dalla nipote che vorrebbe stare più tempo con loro - non può essere accolta. E’ opportuno precisare che il padre sovente delega i parenti (alcuni dei quali sotto indagine della magistratura) ad accompagnare la figlia agli incontri con la madre mentre lui è in palestra a curare il corpo, a fare escursioni in moto o bici o stare al bar.

L’ultimo incontro, dopo un anno, è durato poco più di un’ora perché lo zio ha accompagnato la nipote al  luogo dell’incontro con oltre venti minuti di ritardo. I nonni, allora, hanno chiesto alla educatrice di poter recuperare almeno i minuti persi. Ma inutilmente, poiché gli orari dovevano essere rispettati: ovviamente quelli della fine dell’incontro! I nonni, tramite i legali della loro figlia, hanno chiesto ai servizi sociali di poter incontrare nuovamente la figlia nei tre giorni successivi. La risposta è stata quella che potevano incontrare la nipote ma solo in un giorno in cui loro erano già ritornati in Francia.

Cosa dire?

Non ci sono parole, ciascun lettore potrà valutare questo abuso di potere e dire al nuovo sindaco di quella discussa cittadina che i suoi servizi sociali sono solo nocivi per la società e per i minori.  Questi operatori sociali - persone senza cuore e senza professionalità – sono sicuramente di parte e a costoro, assieme al tribunale dei minori, non può essere affidata la tutela dei minori.

***

Siamo a disposizione per pubblicare le segnalazioni delle ingiustizie sociali che i separati e i loro figli subiscono. Vorremmo aprire uno spazio per i liberi commenti dei lettori inviati a: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. o al fax n. 075.5009043.

 

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili. Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di più.

EU Cookie Directive Module Information