PDF Stampa E-mail
Il ruolo di tribunali e servizi sociali
Il ruolo di tribunali e servizi sociali
Il ruolo di tribunali e servizi sociali
Il ruolo di tribunali e servizi sociali

da L'Indro del 13 maggio 2015

Il ruolo di tribunali e servizi sociali

Separazioni: tutelare i minori


Ubaldo Valentini: 'La politica non disegna il futuro dei cittadini ma salvaguarda solo se stessa'

 

Prevenire le conseguenze negative di una separazione matrimoniale potrebbe essere la soluzione di un Paese civile che vuole tutelare i minori vittime di pesanti disagi, a danno della loro formazione educativa e culturale. La politica italiana, se continua a togliere risorse finanziarie al welfare, non può pensare seriamente al bene dei bambini. Il rischio di forti squilibri sociali nei giovani, causati da una cattiva educazione e da una pessima formazione, perché vittime di una separazione dei genitori, può proiettarsi nella società del futuro.

Il divorzio breve, approvato di recente, è solo un provvedimento studiato e pensato per i genitori, perché nella legge manca un chiaro passaggio a beneficio dei minori. Nel testo normativo non c’è la parte dedicata alle conseguenze subite dai figli. Sarebbe semplice inserire l’obbligo dei genitori separati di essere affidati ai Servizi sociali per constatare la salute psichica dei propri figli. Non è difficile scrivere una riga al testo normativo, serve solo la volontà politica. Ancora. Sarebbe auspicabile inserire l’obbligo di frequentare un percorso di sostegno alla genitorialità per genitori separati. Gli scenari sociali sui quali far confluire una determinata situazione per prevenire derive sociali sono molteplici e variegati. C’è l’urgente bisogno di intervenire su materie fondamentali come l’educazione e la formazione dei bambini per prevenire situazioni a rischio.

Se funzionassero veramente le case famiglia“, commenta Paola Vaccari, Presidente della Commissione delle Elette e Pari Opportunità del Municipio IX di Roma, “sarebbero le uniche soluzioni per accogliere adeguatamente i minori; purtroppo, a volte, anche queste si sono distinte per inefficienza con il solo scopo di essere una macchina per fare soldi. Una soluzione potrebbe essere quella, forse la più semplice ma la meno applicata, dell’ascolto. I giudici che hanno in carico queste cause di separazione dovrebbero avere l’accortezza di ascoltare le loro testimonianze, ovviamente con personale competente. Ascoltare le loro richieste e capire le loro esigenze potrebbe essere molto meglio. Nella stragrande maggioranza dei casi si troverebbe per i minori la migliore soluzione. Ma forse questa è solo fantascienza, perché i tribunali e i giudici sono troppo collassati dall’enormità di cause infinite. Spero che la nuova legge sulle separazioni, contraddistinta da una forte diminuzione dei tempi, riesca a superare oltre alle lungaggini anche le agonie sottoposte ai minori in attesa della sentenza, attenuando le acredini tra i coniugi“.

Con Ubaldo Valentini, Presidente, ideatore e cofondatore dell’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori, impegnato dal 1998 a conoscere le problematiche legate ai minori nelle separazioni, compreso il ruolo del genitore reso più debole dalle Istituzioni, vogliamo conoscere la situazione sociale e politica relativa al minore, troppo spesso abbandonato dalla società e dalla politica.

La politica investe poche risorse finanziarie sui minori vittime della separazione. Perché?

Si investono poche risorse finanziarie sui minori con genitori non più conviventi perché la politica non ha una particolare attenzione verso i bambini in genere, mentre preferisce occuparsi delle loro problematiche solo quando queste si manifestano come una pericolosa emergenza per la credibilità della stessa politica. I minori non producono e non votano e ciò condiziona le scelte politiche, le quali non sempre mettono al centro della progettazione sociale i bambini di oggi che saranno i fautori della società di domani, cioè del nostro futuro. Manca, di fatto, la politica della quotidianità propositiva e la cultura del rispetto del minore come persona, con esigenze ed aspettative degne di attenzione al pari di quelle dell’adulto. Il minore, purtroppo, viene sacrificato alle esigenze dell’adulto, cioè di colui che amministra le risorse umane e finanziarie, ritenendo non impellenti le esigenze di coloro che hanno tanto tempo davanti a sé e che pertanto, loro, possono aspettare. Gli stessi genitori, nelle separazioni, troppo spesso utilizzano i minori per interessi trasversali contro l’altro genitore, aiutati da legali e da servizi sociali accondiscendenti.

Gli Stati europei controllano con maggiore efficacia la situazione delle separazioni. Forse c’è una maggiore civiltà?

C’è, indubbiamente, negli altri Stati europei una diversa concezione del minore visto come soggetto debole, da tutelare anche dopo la fine della relazione affettiva dei genitori. portatore di inalienabili diritti. “I fanciulli – recita la Convenzione europea sull’esercizio dei diritti dei fanciulli – dovrebbero ricevere informazioni pertinenti affinché i loro diritti ed interessi superiori possano essere promossi, e le loro opinioni tenute in debito conto”. I diritti dei minori – sanciti dall’Onu nel 1959 e ribaditi il 25.1.1996 nella Convenzione di Strasburgo, ratificata ed entrata in vigore nel nostro Paese il 4.7.2003, cioè dopo sette anni e mezzo – sono tuttora ignorati nella maggior parte dei tribunali italiani. Gli Stati europei controllano maggiormente i diritti dei minori anche se non mancano, in alcuni, vistose inadempienze.

La presenza della Chiesa cattolica non riesce a influenzare la politica verso una maggiore tutela dei minori?

La Chiesa cattolica ufficiale non sembra particolarmente attenta alle problematiche dei minori coinvolti nelle separazioni, talvolta privati della presenza di un genitore; non fa sentire la sua autorevole voce contro le violenze psicologiche che gli stessi subiscono a causa delle Istituzioni e di un genitore, oppure di ambedue. Non influenza la politica perché, forse, non ritiene impellente e devastante il disagio dei minori che vivono questa particolare esperienza; forse perché ritiene la madre più idonea del padre a educare i figli, finendo per sottacere anche i suoi abusi sull’altro genitore. Non dimentichiamo che San Giuseppe solo negli ultimi secoli è stato rivalutato e venerato come padre. E’ importante l’accesso ai sacramenti da parte dei separati, ma non si può sottovalutare i tantissimi fanciulli non ascoltati e non difesi dalla indifferenza di una società, mi si permetta di dirlo, incentrata prevalentemente sul consumismo e sulla precarietà di tutto, compresi i fondamentali valori umani. Un valido aiuto la Chiesa potrebbe darlo con corsi di preparazione al matrimonio, con corsi alla genitorialità che trattino le problematiche dei figli dei separati, al fine di educare i genitori al rispetto della bigenitorialità.

Quali garanzie e quali tutele dovrebbero essere assicurate ai figli delle persone separate?

Ai figli dei genitori non più conviventi occorre garantire il pieno rispetto dei loro diritti e dei loro affetti, pretendendo che l’operare delle Istituzioni proposte alla loro tutela siano trasparenti, competenti, attente e rispettose della personalità di ciascun bambino. Occorrono Protocolli d’intesa tra Istituzioni pubbliche, servizi sociali e genitori a garanzia della trasparenza e del rispetto di tutti, figli e genitori, a tutela della diversità che è alla base di ciascuna persona.

Non vengono istituiti per legge i percorsi sociali obbligatori per ridurre la conflittualità tra i coniugi separandi. Perché si tralascia una reale assistenza verso i minori?

 

La mediazione familiare è stata sbandierata come la panacea contro la conflittualità genitoriale, ma si è rivelata un fallimento perché la mediazione può dare buoni risultati solo se condivisa, quindi ricercata, e se condotta da persone professionalmente preparate in psicologia. Se viene imposta ai genitori dai tribunali o se viene presieduta da persone informate sui diritti legali, ma prive di una profonda formazione psicologica, è destinata a fallire, come la storia degli ultimi anni insegna. I genitori disposti a seguire i consigli di psicologi della coppia e dell’età evolutiva dei propri figli, già da soli si rivolgono agli operatori delle strutture pubbliche con risultati altamente positivi. La conflittualità tra i genitori nasce sempre dal mancato rispetto delle pari opportunità genitoriali a opera dei tribunali che non decidono e che delegano l’indicazione dei provvedimenti da adottare ai servizi sociali, senza mai monitorare competenza ed efficienza. La conflittualità non è mai originata da un solo genitore e nasce sempre dal mancato rispetto del diritto-dovere alla genitorialità, identico per ambedue i genitori ma mai sanzionato dai tribunali.

Le soluzioni da prendere per arginare e controllare il problema sono diverse. Perché la politica non guarda con interesse la società del futuro?

La politica opera sempre più guardando al mondo mediatico, alla tutela dei propri interessi, alla quotidianità vergognandosi di guardare al passato e procedendo senza ben definite idealità. I valori odierni sono conseguenza di una passato proiettato verso il futuro. Una società che non ha chiari i principi che l’animano e che non tutela i minori mina il proprio futuro.

C’è il rischio di crescere generazioni senza alcun punto di riferimento. Forse subiscono una crisi di identità i ruoli della donna e dell’uomo?

 

E’ un rischio possibile anche perché gli stessi adulti sono più attratti dall’apparire che dall’essere, sono vulnerabili e dimostrano una instabilità progettuale sia a livello personale sia a livello sociale. Indubbiamente le certezze, indispensabili per orientarsi nella vita, sono sempre meno condivise e il solipsismo rischia di renderci estranei gli uni agli altri compresi noi stessi. Manca il tempo o la voglia della riflessione e della autocritica. Il padre, oggi, ha una identità genitoriale ben definita ma troppo spesso non riconosciuta perché certe deformazioni culturali ed ideologiche condizionano il pensare comune. Non c’è crisi di identità dei ruoli di donna e di uomo quanto una esagerata imposizione di genere che finisce per appiattire tutto e mistificare la realtà. Nessuno deve fare il ‘mammo’ ma nemmeno è tollerabile che la madre sia anche babbo. I figli, ieri come oggi e domani, sono prevalentemente il risultato di un progetto d’amore di due persone di sesso diverso. Solo loro possono e devono esercitare il ruolo di padre e di madre. I surrogati non sono una risorsa ma l’espressione di un fallimento.

La crisi economica agevola la fragilità umana ma la politica deve prevenire l’aumento delle derive sociali. Quale intervento può tamponare la situazione?

Le ingiustizie sociali creano le derive sociali, è vero, e le crisi economiche sono la conseguenza di una cattiva gestione delle risorse naturali accaparrate da una minoranza senza scrupoli, e avida di ricchezza e di potere. Le forze politiche – la storia insegna – non sempre amministrano la cosa pubblica in nome e per conto dei cittadini. Il loro comportamento irresponsabile o di parte alimenta le derive sociali che finiscono, a loro volta, per fortificare il potere che le ha generate.

Quali interventi è necessario mettere in pratica?

Fare amministrare la società a chi è profondamente convinto che la politica sia un servizio e che il rispetto degli altri non è una debolezza ma una virtù. Il buon governo sostanzialmente rifugge da compromessi che finiscono per agevolare solo coloro che detengono il potere economico e conseguentemente anche quello culturale e sociale. Solo la solidarietà familiare e sociale potrà ridurre il devastante fenomeno delle derive sociali.

La politica dovrebbe disegnare il futuro ma spesso si preoccupa del breve periodo. Pensare a domani riesce più conveniente. Perché non si pianificano azioni sociali per controllare la salute dei cittadini?

La politica, se analizzata nella sua profonda struttura fattuale, non disegna il futuro dei cittadini ma salvaguarda solo se stessa e il proprio entourage. Evoca il domani per distogliere l’opinione pubblica da un presente talvolta disumano e disastroso, e per assicurarsi il consenso elettorale dei cittadini. Per pianificare azioni sociali finalizzate al controllo della salute dei cittadini occorrerebbe una solida base culturale e una forte onestà intellettuale dei politici. Ma non sempre le due cose viaggiano assieme.

Una maggiore pace sociale può causare forti benefici all’economia di un Paese. E’ ancora difficile pensare a queste positività per la politica italiana?

Una maggiore pace sociale in Italia sarà possibile solo quando terminerà l’improvvisazione e il predominare del potere politico ed ideologico. L’Italia ha una storia che può insegnare a noi come ottenere una condivisione sociale dei cittadini tra loro e delle Istituzioni con i cittadini. Se continua a dominare la logica negativa del più forte, la pace sociale resterà una chimera, come lo resterà anche una economia condivisa e sostenibile. Ma la politica italiana è capace di volere una pace sociale? Vuole veramente contenere le derive sociali? Vuole un progresso ecosostenibile e rispettoso delle diversità umane? Se non si daranno risposte a questi interrogativi non ci sarà un futuro per i nostri figli e per i figli dei separati in particolare.

 

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili. Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di più.

EU Cookie Directive Module Information