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Papi ti voglio un mondo di bene”:

così i figli smentiscono i servizi sociali!

 

Salve, vorrei dire due parole in merito all'articolo del papà di Terni.

Hanno il coraggio di essere chiamate assistenti sociali persone che hanno un concetto solo di facciata della famiglia; per loro parlano solo i pezzi di carta e non le persone o, perlomeno, solo le ex mogli, compagne, insomma le donne. Nel 700 mettevano le streghe al rogo, ahimè al giorno d'oggi i papà, (si intende quelli con la P maiuscola) soffrono ancora di più perché si parte dal presupposto che si deve difendere da un sistema a senso unico, cioè deve far valere  la propria paternità. E’ come dire: sì sei il padre ma devi dimostrare di esserlo; con l'aiuto di queste fantomatiche persone sociali, i cos’detti assistenti sociali, la donna, la madre, si nasconde bene nei meandri burocratici colpendo più e più volte l'uomo, il papà, a morte se non quasi, perché la diffamazione è di casa.

Personalmente , sei anni fa ho dovuto dimostrare al giudice che ero astemio, non facevo uso di psicofarmaci, e così per dire, come non fosse abbastanza anche dimostrare con carte alla mano 33 anni di contributi assistenziali versati!! Sì perché la signora aveva fatto mettere agli atti, fra le varie menzogne, anche che non avevo mai lavorato, nonostante a 18 anni avessi già una casa mia, ora ne ho tre!! Ciò solo per dire che non sono stato sul divano col bottiglione di vino alla mano!!! e sentirmi dire da una assistente sociale e da una psicologa che ero immaturo o ingenuo per allevare mio figlio.... Peccato, però, che mio figlio vive con me da parecchio tempo per sua scelta e con questo potrei chiudere...

Non è possibile che si usino questi meschini mezzi per distruggere la dignità di un uomo onesto e far subire anche ai figli dei sotterfugi per far sì che il papà sia messo da parte come una scarpa vecchia, e, peggio ancora, a mio figlio di 11 anni che manifestava il desiderio che mamma e papà fossero tornati insieme e stato detto da una assistente sociale: " ma cosa dici?  tua madre non tornerà più nel paese di tuo papà lo vuoi capire sì o no!?!"

Queste parole mi suonano ancora oggi nello stomaco!!

In una situazione di conflitto, la donna non viene nemmeno messa sul piano del ex marito e tu devi semplicemente andartene dalla tua casa, devi ricominciare a rivivere una seconda volta (sempre se c'è la fai) e poi devi anche mantenerla, passargli gli alimenti, anche se guadagna il triplo di te, e vedere i figli quando vuole lei. Questo è inaudito perché un papà  ha gli stessi diritti e doveri di una madre; i papà di oggi non sono più quelli di 30 anni fa e, per quanto mi riguarda, ben prima del matrimonio ho dovuto provvedere alle faccende di casa,  al lavoro da muratore, il papà di oggi è a 360 g indipendente, ma tutto questo le istituzioni, non ne tengono conto.

Quello che manca oggi è la solidarietà, quella vera; non c'è più alcun rispetto e, oltre al danno anche la beffa, si devono mantenere questi centri antiviolenza, nel caso del sig di Terni, anche dopo che sono state smentite tutte le calunnie inflittegli dalla ex., pagando indirettamente la propria accusatrice falsa (!!) con soldi pubblici. Tutto ciò, a dir poco, in una repubblica è disgustoso.. Auguro di tutto cuore a questo papà di non mollare mai per il bene di suo figlio e suo, perché alla fine del "match" sono proprio loro i figli a dirti: “papi ti voglio un mondo di bene” e, credetemi, non c'è nulla al mondo di più bello, non perché forse hai vinto il match con le istituzioni ma perché ti senti parte della loro vita .... (Emanuele, Aosta)

 

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