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Buon 2018


Queste feste sono le più significative per i figli e per i genitori a cui è permesso di fare i genitori. Non è una frase retorica ma una realtà esistenziale non sempre tenuta nel dovuto conto da tutti coloro che rivendicano il loro esclusivo possesso dei figli, estromettendo dalla loro vita l’altro genitore. Un fenomeno questo sempre in crescita nonostante le belle parole che politici, magistrati, operatori sociali e società da alcuni anni stanno pronunciando. Parole a cui non seguono mai i fatti. Non si impedisce, infatti, che il genitore meno presente – non per sua scelta ma per castigo istituzionale – venga sempre più estromesso dalla vita dei propri figli.

Affetti traditi e figli resi orfani di un genitore per una cieca logica sessista che regna nella nostra società, nelle istituzioni e negli organismi che istituzionalmente dovrebbero tutelare il minore nel suo diritto ad avere due genitori. Le vere vittime della ingiustizia regnante sono principalmente coloro che non hanno voce in capitolo, i figli dei separati, e i loro genitori chiamati a svolgere solo il compito di bancomat.

La PAS (sindrome da alienazione genitoriale da parte del genitore affidatario) predomina in tantissime separazioni ma i giudici, i Ctu, gli psicologici e i servizi sociali la ignorano per non andare contro una cultura di genere, sostenuta da certe forze politiche e dalla maggioranza della stampa, che ritiene la donna sempre e comunque vittima dell’uomo.

In alcuni casi sì, ma non sempre. È bene specificarlo.

Nessuno parla delle centinaia di padri separati che nel 2016 si sono suicidati perché le madri non facevano vedere loro i figli. Questo dato proviene da fonti ufficiali ma non fa notizia perché oggi si parla solo dell’uomo artefice della inaudita violenza sulla donna e l’immagine della donna vittima non può essere messa in dubbio dall’altra dura realtà dell’uomo vittima della violenza psichica e fisica della donna moglie-compagna.

Sono tantissimi i padri picchiati dalle ex-partner che hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari e, molto spesso, non denunciano nemmeno l’accaduto per timore di ulteriori ritorsioni sui figli. Il senso di responsabilità verso i figli, però, non può essere scambiato con l’inesistenza della violenza femminile sugli uomini. Della violenza sui minori, poi, viene evidenziata dalla stampa e dalle istituzioni solo quella attribuita al padre, mai quella riconducibile alla madre! Così vogliono le lobby di genere, compresi i servizi sociali, la magistratura e le forze dell’ordine che con molta facilità emettono provvedimenti restrittivi nei confronti dei padri basandosi sulla semplice denuncia della ex-moglie e/o amante mai verificata seriamente!

 

Nel sostenere questi fatti, a differenza di altri, non nascondiamo che alcuni uomini separati non sempre abbiano tenuto un comportamento corretto in famiglia, però senza mai arrivare a situazioni estreme come invece, genericamente, si vorrebbe far credere. Gli omicidi non rientrano in questo discorso perché la vita è sacra, sempre.

 

In questi venti anni di attività, l’associazione ha tentato di far emergere gli atteggiamenti discriminatori ed inaccettabili verso il genitore non collocatario tenuti dagli operatori della giustizia, dai servizi sociali, dalle Ctu ed anche dalle forze dell’ordine che talvolta si prendono libertà e competenze non di loro pertinenza.

Abbiamo, in questi venti anni, contrastato l’esosità di molti professionisti che con sbrigativo procedere spesso nemmeno tutelano il cliente – inesperto dei diritti propri e della sua prole – e i figli coinvolti nelle separazioni. Non solo abbiamo contestato le loro parcelle “gonfiate” rivolgendoci all’ordine degli avvocati (che, talvolta, non hanno osato andare contro i propri iscritti) ma abbiamo aiutato migliaia di separati a prendere coscienza dei propri diritti, a pretendere il loro rispetto, a non pagare in nero i professionisti, fenomeno tristemente diffuso, combattendo così l’elevata evasione fiscale.

Per venire incontro ai genitori in difficoltà economica che, a differenza della controparte, non possono accedere al patrocinio a spese dello Stato, da anni abbiamo predisposto una rete di legali esperti in diritto di famiglia e psicologi convenzionati con l’associazione – che vigilerà sul loro operato – le cui tariffe sono fortemente contenute rispetto a quelle abitualmente praticate.

La conflittualità è provocata dai provvedimenti ingiusti dei tribunali e delle forze dell’ordine e la mediazione, se imposta con “arte”, non aiuta i genitori a vivere con equità la presenza con i figli. La mediazione familiare si rivela quasi sempre un fallimento ma, nonostante ciò, si continua ad imporla per volontà dei servizi sociali e di quei giudici che preferiscono arrivare a conclusioni, talvolta evidentemente squilibrate, piuttosto che “pronunciarsi” con sentenze che dovrebbero essere ognuna diversa dall’altra perché ogni procedimento è un caso a sé. Ciò presuppone professionalità e competenza giuridica e tanto rispetto dei cittadini che vuol dire, sempre, studiare a fondo ogni singolo procedimento.

I servizi sociali sono la causa del disagio e della sofferenza di tantissimi padri e di numerosissimi minori che si vedono imposti provvedimenti non rispondenti ai loro diritti e alle loro giuste aspettative. Sono divenuti vere e proprie caste usurpatrici di competenze che non appartengono loro e tendono a gestire in proprio la materia minorile senza mai rendere conto del loro operato sia ai genitori che alla pubblica amministrazione a cui appartengono.

Negli ultimi anni ci siamo impegnati per arrivare alla stesura di protocolli emanati dalle amministrazioni locali per regolamentare l’attività dei servizi sociali e per rendere trasparente ed oggettivo il loro operato di queste strutture che oggi agiscono indisturbati senza alcun controllo “reale” con una discriminazione che penalizza, in primo luogo, i minori stessi e penalizza ed umilia il genitore non collocatario. Le loro relazioni, spesso formulate con il principio del “taglia, copia ed incolla”, evidenziano pressapochismo, scarsa professionalità e tanta presunzione.

I servizi sociali sono emanazione diretta del potere politico e l’amministrazione locale a cui spetta controllarne l’operato non osa andare contro coloro che, essendo procacciatori di voti, sono un loro indispensabile sostegno.

Tutto ciò finirà quando i genitori, consapevoli dei propri diritti come genitori e cittadini, ricorderanno alle istituzioni che i figli appartengono ai genitori e non ai servizi sociali, alle comunità-famiglia, ad un solo genitore e alle strutture sociali create dal business che gravita attorno ai minori e alle separazioni.

La battaglia dei prossimi anni sarà rivolta al rispetto della Legge sulla Pubblica amministrazione e alle istituzioni che non tutelano i minori e il loro diritto alla bigenitorialità, pretendendo trasparenza ed oggettività, denunciando anche nelle sedi giudiziarie italiane e negli organismi europei tutti coloro che danneggiano, con il loro operato, i minori e il genitore più debole.

Il rapporto diretto con coloro che ci contattano (tramite telefono ed internet) verrà potenziato con l’ausilio di ulteriori volontari “esperti in materia minorile.

Verranno intensificate le conferenze e i convegni in varie parti d’Italia sulle tematiche oggetto delle nostre battaglie dei genitori separati per la tutela dei minori.

Il 16 marzo prossimo terminano i venti anni di attività, a livello nazionale della nostra associazione, iniziata il 17 marzo 1998. La ricorrenza sarà ricordata con un convegno sulla regolamentazione dei servizi sociali. Seguirà una festa conviviale per rincontrarsi con coloro che hanno avuto un sostegno dall’associazione e con coloro che condividono le nostre battaglie. Nella prossima primavera sono dieci anni che operiamo in Valle d’Aosta con una sede regionale. (Per informazioni 347.6504095 – e-mail Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ).

Tanti auguri di un Buon 2018 per tutti, con più giustizia, trasparenza e rispetto per tutti, compresi i minori e i genitori non collocatari/affidatari.

Il Presidente

Ubaldo Valentini

 

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