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Perugia 12.3.2018, convegno su: “Percorsi di tutela per i minori e le famiglie”.

L’assessorato alle Politiche sociali del comune di Perugia, l’ordine degli assistenti sociali, nazionale e regionale, si autotutelano.

 

Le istituzioni e i servizi sociali umbri si interrogano

ma rigorosamente senza i genitori!


di Ubaldo Valentini*

 

L’assessore alle Politiche sociali del comune di Perugia, Edi Cicchi, scende in campo per difendere l’operato dei servizi sociali che, invece, continuano ad agire con discrezionalità e senza alcun controllo istituzionale, ignorando le leggi vigenti sulla pubblica amministrazione, la normativa relativa alla legge 241/90 e le specifiche richieste della nostra associazione, unica rappresentante in Umbria dei genitori separati e dei minori figli di separati, per il diritto alla trasparenza e alla tutela dei minori e della bigenitorialità.

Il tema, come sempre in queste circostanze, è la tutela dei minori che sarebbe garantita con l’individuazione di percorsi specifici per loro e per le famiglie. Un tema gestito invece con criteri e modalità generiche e discrezionali per finalità politiche, ma non di tutela e di interesse dei minori e delle loro famiglie.

La tutela avviene nei fatti e non nelle dichiarazioni di intenti dei politici e delle cooperative sociali a loro collegate, dei vari e vari ordini professionali (assistenti sociali, avvocati, psicologi, “famiglie cattoliche” e lobby di diversa natura) che col   potere pubblico hanno costituito un sistema incontrollato di penetrazione nei flussi finanziari pubblici. Sull’ambiguità di questo sistema è nato, specialmente in Umbria, un patto, che viene da lontano, in cui politica e mondo cattolico hanno permesso che procreassero associazioni e logge sotto la direzione e con la benedizione dell’Opus Dei.

Le Istituzioni e i servizi (sociali) si interrogano – è scritto nel tema del convegno – e la risposta verrà data da: ordine degli assistenti sociali nazionale ed umbro, conduttori televisivi, assessori, Anci, ricercatori universitari sui servizi sociali, Asl 1 Umbria, garante regionale dell’infanzia, università degli Studi di Perugia, ufficio scolastico regionale, rappresentati del terzo settore, ordine degli avvocati, ordine degli psicologi, ordine dei giornalisti, presidente Associazione Agevolando. In una tavola rotonda, presieduta dall’assessore comunale Edi Cicchi, verranno analizzati i Percorsi di tutela e sinergie istituzionali nella realtà regionale con: Procura Generale della Repubblica, Tribunale Ordinario di Perugia, Corte d’Appello, Tribunale per i Minorenni dell’Umbria, Servizi socio sanitari USL Umbria 1, Servizi Sociali Comunali. Tanta garanzia, si fa per dire, con tanto rumore in sole cinque o sei ore. Al pubblico è permessa una domanda limitata a due minuti. Questo il piatto.

Il Cast così istituzionalizzato dovrebbe, secondo la politica imperante, tranquillizzare i cittadini e assicurarli che i lavori del convegno saranno disinteressati e forieri di proposte rivoluzionarie. L’incontro è riservato a quelli che “dicono, parlano e decidono per il cittadino. Come si suol dire “se la cantano e la suonano tra loro”.  L’iniziativa è autocelebrativa delle strutture coinvolte la cui operatività presenta numerose, prevedibili e pericolose criticità. Un convegno così importante si poteva organizzare con un calendario di più giorni per dare voce a quelli che risultano esclusi, ma che sono gli interessati: i minori, i genitori e le associazioni che li rappresentano e che da anni lottano per tutelarli dagli abusi istituzionali.

 

La nostra associazione – che opera da venti anni a livello nazionale – rivendica da sempre la garanzia della terzietà e della trasparenza da parte dei servizi sociali – che fanno parte della pubblica amministrazione – e delle istituzioni proposte alla tutela dei minori e dei cittadini. Le risposte – dovute – non ci sono mai state date perché, in questa materia, prevalgono logiche perverse della politica clientelare, familiare e “amicale”, fuori dal diritto e dalla legge. La nostra presenza e il nostro contributo al convegno sarebbe stato non gradito, perché voce “fuori dalla logica degli schemi pattizi.

Non si parlerà, quindi, dei danni esistenziali sui minori per scelte sbagliate e contrarie alla psicologia dell’età evolutiva, per le decisioni adattate alla “cultura ideologica” di genere, per il mancato rispetto del principio della bigenitorialità, non tutelata nemmeno dopo le chiare denunce dei padri, per il “mercato” delle Ctu (in Umbria stranamente conferite sempre alle stesse persone, senza regole sulla trasparenza, secondo invece accordi e promesse di sacrestia o di persone addette ai lavori (sarebbe il caso di svuotare questo sacco per dare credibilità e trasparenza ad atti e comportamenti che impegnano danaro pubblico). Senza parlare, poi, dei giudici onorari al T.M. e alla Corte d’Appello sez. minorile La certezza del non controllo consente di usare la distrazione come rito per stendere relazioni e provvedimenti con il facile uso del copia e incolla. L’abitudine fa la regola e non succede niente se vengono riportati nominativi di un provvedimento stralciato col passo incollato.

Questo sì che doveva essere il tema di discussione. “La certezza del diritto e della giustizia attraverso il giusto e corretto procedimento”.

Invece la giornata sarà riempita di relazioni messe a punto col solito” sistema” per concludersi con una stretta di mano e un arrivederci alla “prossima”, tutto pagato con soldi pubblici? rendicontato con il concorso di chi dovrebbe invece controllare(!?). Parliamo di soldi degli altri, cioè di tutti quelli che pagano le tasse, specialmente di quelli che subiscono le conseguenze della malagiustizia.

Non si parlerà della legge che ha posto vincoli ben precisi ai funzionari e obbligo di controllo alle attività della P.A; non si parlerà quindi di accesso agli atti, del procedimento amministrativo, dell’obbligo di controllo del giudice sugli atti che gli vengono consegnati dalla P.A, sull’obbligo del percorso di legittimità e della Regolamentazione della P.A. Passaggio nodale questo per garantire anche la legittimità del provvedimento del tribunale.

I partiti snobbano la legge, il sistema clientelare continua a fare proselitismo e i servizi sociali si sentono una casta intoccabile perché protetti dagli stessi assessori che lasciano “stare”, come avviene nel comune di Perugia.

Mancano i controlli e spesso troviamo le funzioni confuse ed inutili perché controllore e controllato sono la stessa persona. Il vaso ormai è rotto e i giuochi sono scoperti: Il sistema non regge più e i cittadini pretendono trasparenza e quindi pubblicazione del costo del convegno. Lo dice la legge. Non è più tempo di giocare a nascondino. Noi andiamo avanti per la nostra strada e continueremo a parlare col linguaggio del diritto e della legge e insisteremo sull’applicazione della legge 241/90 perché il cittadino ha diritto di sapere, di partecipare e di controllare. Questo dice la legge!

* presidente Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori

 

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