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Aosta: l’assessorato alle politiche sociali attacca


Una cosa è attivare la mediazione

e altra cosa sono i risultati!


di Ubaldo Valentini*

Il coordinatore del Dipartimento Politiche sociali della Regione Valle d’Aosta, dott. Igor Rubbo, ha contestato (Gazzetta Matin del 8.10.2018) quanto è emerso nel dibattito sui servizi sociali e sulla mediazione familiare “senza controllo” perché, a suo dire - e non poteva essere diversamente - E’ una affermazione non verificata dai fatti né supportata da dati concretiTutte le attività sono oggetto di monitoraggio e di controllo Un conto è perciò dire che è fuori controllo, un altro è dire che necessita di linee guida. L’Assessorato si è assunto l’impegno e lo sta portando avanti: attualmente le linee guida sono in fase avanzata di elaborazione”.

Il coordinatore, fresco di nomina, era presente al dibattito ma si è guardato bene dall’esporre pubblicamente le

proprie osservazioni alle quali i relatori avrebbero risposto immediatamente. Presente all’incontro che l’associazione ha avuto con l’assessore alla Sanita, salute e politiche sociali nel corso del quale i relatori avevano anticipato le proprie valutazioni sui servizi sociali e sulla mediazione familiare si è solo limitato a dire che la direzione dei servizi sociali aveva preso “provvedimenti” nei confronti di assistenti sociali al centro di contestazioni da parte di alcuni genitori separati. Peccato che le stesse assistenti sociali continuano ad essere al loro posto e continuano a comportarsi come hanno sempre fatto con relazioni di parte e fortemente schierate con la madre, nonostante i fatti le smentiscano.

Durante l’incontro-dibattito dell’8 ottobre l’associazione ha innanzitutto ricordato che a distanza di oltre due anni la Regione Valle D’Aosta ancora si palleggia un problema che sta aggravando la situazione delle famiglie separate e dei figli. Il Consiglio regionale del 9 novembre 2017 aveva preso atto del problema e aveva delegato la giunta a correre ai ripari, disciplinando le funzioni dei Servizi sociali in tutta la regione. Vuol dire che al Consiglio risultava il dramma delle coppie separate e il denunciato fallimento delle istituzioni.

A distanza di un anno stiamo ancora a parlare di un impegno deciso e deliberato. Tutti i problemi di una comunità hanno importanza, ma crediamo che quello delle separazioni, della famiglia e dei figli debba dare la precedenza a tutto per le conseguenze drammatiche che hanno segnato molte famiglie. Se dunque il problema non viene affrontato, vuol dire che i servizi sono molto gravati dalla materia (e ciò avvalora la nostra denuncia) oppure vi è chi rema in senso contrario alla rotta tracciata dal Consiglio. Il ritardo contraddice quindi la dichiarazione del coordinatore.

A proposito della mediazione riteniamo che le affermazioni del Coordinatore confermano l’esistenza del problema. Per esperienze, ormai diffuse in tutta Italia, l’istituto della mediazione è risultato un fallimento. Il coordinatore non informa sui risultati sia della mediazione che dell’attività dei servizi sociali, da anni contestate . Parla di centinaia di incontri per la mediazione e di una corretta attività dei servizi sociali, di controlli e monitoraggio, ma non parla delle modalità, dei tempi e della trasparenza. Neppure parla dei verbali (ne dovremmo trovare centinaia). Neanche ci informa sulle qualifiche professionali dei mediatori e degli operatori sociali, delle modalità di scelta, delle garanzie sulla preparazione e capacità, sui costi. In sostanza non sappiamo niente su come è organizzato il sistema istituzionale e sulla disciplina di funzionamento.

Noi abbiamo chiesto di istituire il protocollo, con modalità, tempi e obiettivi, ma soprattutto con verbalizzazione dei singoli incontri. L’associazione ha più volte precisato le ragioni del fallimento della mediazione, perché oltre ad essere un istituto inutile, risulta costoso per le coppie e per la comunità. Sarebbe interessante pubblicare queste notizie.

Sulle linee guida l’associazione esprime molte riserve, perché non vorremmo che queste venissero fatte da chi le deve applicare (Cicero pro domo suo). Sarebbe il caso di pensare ad un organismo esterno, con rappresentati anche di associazioni presenti sul territorio. Noi ci candidiamo e vorremmo partecipare per dare un contributo libero e disinteressato.

* presidente Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori

 

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