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L’allegra gestione della Sanità Umbra e non solo.


Il concorso? Lo "gestirà il sistema"


di Ubaldo Valentini*

Era nell’aria. Si sentiva nel silenzio opaco del clima politico. Si intuiva nelle risposte frettolose. La pentola scoperchiata ha cominciato a sversare la prima bava schiumosa di un sistema colluso in cui convivevano comodamente politica e gestione. Se così è, nel rispetto delle garanzie costituzionali che accompagnerà l’inchiesta, si aprirà una nuova stagione politica. E’ stata aperta la finestra su di un mondo in cui i cittadini umbri per anni, tanti, hanno votato con la convinzione di scegliere persone e rappresentanze garanti della legalità e degli interessi di tutta la comunità. Se così non è, gli eventi apriranno altre porte. E forse dobbiamo aspettarci ancora il peggio.

E’ minata la fiducia e la credibilità dello Stato, tanto decantato: Stato di diritto.

Noi, che abbiamo sofferto le difficoltà dei rapporti con le istituzioni, col senno di poi, apriamo una pagina di riflessione sull’evento, allargando il pensiero a tutto il mondo di responsabilità e di controllo che circonda, collabora e lavora nel vasto mare della gestione del danaro pubblico. Si, in fondo tutto si muove intorno ai soldi e agli interessi singoli e di gruppi, di associazioni e cooperative, come una rete ben tessuta e guidata. Chi è dentro, sa come accade e comincia ad aver paura. Chi è fuori, vuol sapere e aspetta di conoscere che fine ha fatto la sua denuncia contro irregolarità e abusi. Il muro costruito a secco, con pietre sistemate una per una, senza il cemento del diritto, regge fino a quando una mano ignota non toglie la pietra chiave. Questa fa crollare l’intera costruzione.

Ora si pone il problema dei diritti rubati al cittadino che ne aveva titolo, il danno subito a tutta la comunità, la rimozione di burocrati collusi che hanno fatto carriera attraverso la via breve di copertura politica. Si pone il problema della Corte dei Conti che sarà costretta a verificare la regolarità dei conti e dei contributi erogati ad associazione e cooperative, sulla base di linee tracciate in una sola direzione. Si pone il difficile problema degli accertamenti in cui direttamente e indirettamente un mondo molto vasto di soggetti ha beneficiato della gestione di favore di una consociazione politica chiacchierata, cristianamente tollerata. L’Umbria ha il primato della cultura, dell’azione con la santa benedizione. Quando lo Stato non funziona la responsabilità si fa ricadere su tutte le istituzioni che costituiscono il castello organizzativo. Quando invece funziona e funziona bene, si attribuisce il merito al corretto uso degli strumenti di vigilanza e di controllo, oppure il sistema è stato ben organizzato fino al centro. Ciò fino a quando il gran vegliardo della Giustizia non si sveglia. In tal caso nessuno si salva, neppure chi aveva il dovere di vigilare e di controllare. Almeno così dovrebbe essere nello Stato di diritto.

Nella Regione Umbria la politica ha agito per troppo tempo in silenzio. E’ giunto il momento storico di voltare pagina, di aprire le porte della casa comune, di aprire gli armadi e di dar conto pubblico di una gestione definita “di andazzo” ultrannuale. E’ tempo di rompere il cordone delle clientele. Ma soprattutto di allontanare o meglio di mettere al bando la cultura della “gestione di sistema”.

Chi ha sbagliato si allontani e consenta alla Giustizia di fare il suo corso senza sconti per nessuno.

Da anni denunciavamo abusi e spreco di danaro pubblico. Nessuno ci ascoltava, nemmeno i partiti di opposizione. A testimonianza di ciò alleghiamo nuovamente articoli-denuncia uscite su questo sito.

* presidente “Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori”.

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