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Lettera aperta ai candidati alla presidenza regionale


Vi siete dimenticati dei separati e dei loro figli?


I programmi elettorali degli aspiranti alla presidenza regionale si sono dimenticati, tutti, di una emergenza sociale che, da decenni, viene trascurata per i veti incrociati delle potenti lobby femministe e di quelle che gravitano, condizionandoli in modo fortemente negativo, i servizi sociali, divenuti intoccabili, e per le ingerenze confessionali, in cerca di credibilità, massoniche influenti nei tribunali e politiche che considerano il servizio sociale pubblico – nelle separazioni, con il malessere dei minori e del genitore estromesso dalla loro vita – come un serbatoio di voti per le elezioni. Non si tiene conto che la scarsa partecipazione al voto è dovuto anche al disinteresse delle forze politiche alle forti e diffuse discriminazioni subite dai futuri amministratori della società umbra, oggi ancora minorenni, e del loro genitore non collocatario.

La mancata visione di chiari programmi politici, che tengano conto dei disagi e dell’emarginazione dei genitori separati (in Umbria oltre il 65%), è alquanto significativa ed è anche preoccupante, perché, di fatto, non si tiene conto del futuro della società umbra.

La nostra associazione, con sede in Umbria ma opera da 27 anni in tutta Italia, da sempre ha espresso critiche al mal funzionamento della giustizia in Umbria, la giustizia ingiusta, soprattutto nell’ultimo decennio, sul mancato rispetto della paternità e sulla tutela dei minori e della maternità (quella corretta, però), sull’inaccettabile comportamento dei servizi sociali, che si sottraggono al rispetto della L. 241/1990, sulla mancanza di un dibattito politico pubblico sulla emergenza minori (la stragrande maggioranza delle baby-gang sono figli di separati) e sulla insostenibile situazione dei padri, ridotti alla miseria e all’accattonaggio. Il malfunzionamento dei servizi sociali e della giustizia è riconducibile alla mancanza dei dovuti controlli e dai relativi provvedimenti per rendere il loro operato trasparente, non discriminante di un genitore e per verificare la reale professionalità degli operatori, nessuno escluso, e se esistono le garanzie di rispetto del cittadino. L’offerta propagandistica di una casa per i separati, creando, talvolta, dei veri e propri ghetti, non è la risposta ai problemi dei minori e dei separati, ma occorre una diversa cultura dell’affido e della giustizia sociale, a cui nessuna forza politica può sottrarsi.

Queste le nostre richieste, su cui si attende una risposta concreta e chiara.

  1. Regolamentazione dell’attività dei servizi sociali e della loro professionalità, fatta su basi scientifiche, ma non su corsi preparatori di circostanza.
  2. Controlli periodici sul loro operato da parte dell’ente da cui dipendono, così come prevede la legge, e controlli sull’operato dei giudici da parte dei presidenti del tribunale e del Csm.
  3. Trasparenza degli atti in possesso dei servizi sociali, con l’immediato accesso da parte del genitore e del suo procuratore.
  4. Registrazione di tutti gli incontri tra minori, genitori con i servizi sociali e rendere disponibile copia della registrazione al termine dell’incontro. Sarà compito degli enti pubblici attivare un numero adeguato di appositi luoghi e strutture per le videoregistrazioni ed un numero adeguato di operatori.
  5. Costituire un registro regionale unico dove vengono riportati tutti i finanziamenti e sussidi percepiti, a qualsiasi titolo, sia dai minori, figli di genitori non più conviventi, che dai loro genitori, per evitare abusi dovuti alla non comunicazione tra i vari enti.
  6. Costituire un fondo regionale annuale per il patrocinio gratuito regionale al genitore non collocatario, che, per le attuali leggi, non può usufruire di quello statale, non potendo detrarre le somme versate alla madre per il mantenimento dei figli.
  7. Revisione dei regolamenti di accesso alle graduatorie dell’edilizia popolare, riservando il 40% delle abitazioni ai separati.
  8. Campagna culturale sull’affido dei figli, passando anche attraverso la scuola, avvalendosi anche della collaborazione gratuita delle associazioni che operano da anni in questo settore.
  9. Coinvolgimento della stampa regionale su queste problematiche, attualmente poco attenta alle profonde problematiche minorili e del genitore estromesso dalla vita dei figli. Lo scoop non aiuta una seria riflessione sui problemi legati all’affido dei figli.
  10. Corsi specifici sulla genitorialità per i genitori separati e per i loro figli cogestiti assieme alle associazioni di settore che operano sul territorio regionale.

Una risposta è doverosa – sempre se le nostre richieste troveranno il dovuto spazio informativo sulla stampa locale, soprattutto quella finanziata con soldi pubblici, compresa Rai3 – e solo dopo i separati, molte migliaia in Umbria, formuleranno la propria scelta individuale.

Ubaldo Valentini, pres. Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps)- tel. 347.6504095 Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 

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