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Il tribunale di Aosta applichi correttamente la legge
Il Tribunale di Verona, il mese scorso, ha applicato l’art. 473-bis.39 c.p.c. (modificato nel 2022 con la riforma Cartabia) ad una madre che aveva portato all’estero il figlio per non farlo vedere al padre, imponendogli un risarcimento di €. 200 per ogni giorno di inadempienza e ad un padre che, senza valido motivo, non rifondeva alla madre la sua quota delle spese straordinarie per i figli, lo ha condannato ad €. 100 per ogni giorno di ritardo. Immediatamente il padre si è messo in regola. La giustizia ci può essere, basta volerlo.
In Valle, quest’articolo del codice non sembra ancora conosciuto, ma non ci sono più scuse per il Tribunale di Aosta, che, una volta che venuto a conoscenza delle azioni delittuose (negazione del diritto di visita genitore-figli) da parte del genitore collocatario (quasi al 100% in VdA è la madre), si giustifica con pretesti palesemente non corrispondenti al vero e, comunque, quasi mai documentati (malattia, rifiuto dei minori, impegni extrascolastici, compleanni, ...), come di solito è chiaramente dimostrato nei ricorsi del genitore penalizzato, che, spesso, viene perfino condannato a rimborsare le spese legali all’altro genitore, quello che viola le disposizioni del Tribunale.
La stessa severità deve essere tenuta nei confronti dell’obbligato al mantenimento (sempre e solo il padre), quando è inadempiente nel versare la sua quota di spese straordinarie dei figli e/o l’assegno di mantenimento, tenendo presenti, però, tutte le eccezioni previste dal codice civile e, in specifico, le sue reali condizioni reddituali, anche quando non sono dipendenti dalla sua volontà, i suoi inderogabili impegni finanziari per il mantenimento dei figli, il mutuo per la casa dove abita la ex con i figli, le spese per un nuovo alloggio, una volta cacciato dalla sua casa, dove vivere e ospitare in modo decoroso i figli quando sono con lui, il suo mantenimento e le spese per il lavoro, compreso il diritto alla difesa per sé e per i figli. Spesa, quest’ultima, che la madre, con i suoi irreali e inammissibili redditi dichiarati, molto spesso non ha, perché usufruisce del patrocinio a spese dello Stato (cioè con i nostri soldi), nella totale mancanza preventiva (purtroppo, prevista dalla legge) di verifiche da parte degli organi competenti, essendo soldi pubblici ed essendo nota l’elevatissima percentuale di lavoro in nero.
In Valle d’Aosta, avvengono inspiegabilmente troppi suicidi tra i genitori separati, tenuti nascosti all’opinione pubblica, per il silenzio stampa preteso, di fatto, sia dall’assessorato ai servizi sociali, che dalle forze dell’ordine, sui quali non si apre mai un fascicolo per verificare se il gesto sia stato indotto da qualcuno. La disperazione, l’emarginazione e la fragilità del genitore suicida, estromesso dalla vita dei figli e ridotto ad una vita “da barbone”, sono la conseguenza, quasi sempre, di una precisa causa.
L’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori chiede, con questa pubblica denuncia, una puntuale risposta dal Tribunale e dalle forze politiche, a cui compete la tutela dei cittadini, soprattutto se minorenni, senza distinzione di sesso e stato genitoriale.
Ubaldo Valentini