Figli affidati a comunità- Servizi e giustizia che non funzionano |
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Lunedì 14 Settembre 2020 17:51 |
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Aosta
Figli affidati a comunità- Servizi e giustizia che non funzionano
Avv. Gerardo Spira
Il Covid ha sconvolto la vita di tutto il sistema mondiale. Non si è salvato nessuno. La legge è caduta nella pandemia isterica di tutti: cittadini, istituzioni, scuola, comuni, Servizi e Giustizia. La famiglia, è quella che sta pagando il prezzo più alto.
Le istituzioni, invece di aprire le porte per rassicurare i cittadini in difficoltà, studiano ed emettono provvedimenti che li allontanano ancora di più dallo Stato. Anche Il problema delle separazioni è finito in preda alle più assurde e sconvolgenti decisioni. Non parliamo dei bonus o contributi concessi in questo periodo, che pure hanno fatto la differenza di genere, ma di provvedimenti che Servizi sociali e Tribunali continuano a sfornare, con guanti e mascherine, in nome della legge.
L’occasione del Virus ha finito per spezzare la schiena della famiglia che invece, proprio in questa occasione aveva bisogno di maggiore assistenza e di comprensione. Il mondo delle differenze e delle disuguaglianze ha aperto il varco alla corsa spregiudicata di affari loschi e oscuri. Ne esce sconfitto lo Stato e pagano figli e genitori. I figli pagano le conseguenze più dure e irreparabilidegli errori e delle inadempienzechiamate dai più “malagiustizia”. Il Costo più grande lo paga la Comunità tutta, che indirettamente paga le conseguenze degli errori di chi la rappresenta.
Mica pagano magistrati e servizi per gli errori commessi. Pagano i cittadini e i figli. I figli,testimoni di vicende che non dimenticheranno mai, e che hanno visto calpestati i diritti che cercheranno sempre nel corso della vita. Purtroppo la legge per tutti finisce in un tritacarne di situazioni, di condizioni, di persone e personaggi da cui i figli escono avvelenati.
L’Associazione GenitoriSeparati per la Tutela dei minori da oltre 20 anni ha prestato attenzione al problema e da sempre si è posta una semplice domanda: ”Che cosa c’entrano i figli con il fatto che i genitori decidono di separarsi?”
Il procedimento civile della separazione e divorzio entra nel mondo della più assurda pseudo-parapsicologia da cui tutti ne escono sconfitti: genitori, famiglie e servizi. I Giudici finiscono per non fare più i giudici, gli avvocati seguono la sorte e i minori finiscono in una segreta casa comune o casa famiglia che dovrebbe, secondo chi decide, sostituire i genitori. Sappiamo come finiscono queste storie.I minori, sottratti, vengono consegnati in cura a persone di dubbia capacità e responsabilità genitoriali; a persone che svolgono ruoli e funzioni come un lavoro.Anzi in molti casi questo lavoro è svolto da persone che si portano dietro problemi del fallimento della propria vita familiare.
Il legislatore si è preoccupato del problema e con la legge n. 54 del 2006, che tutti i separati conoscono a memoria, ha dato valore e importanza alla famiglia e ha indicato le linee guida per garantire la tutela dei minori; ha specificatoqual è il ruolo degli Enti territoriali, locali e regionali; cosa deve fare il Tribunale quando viene chiamato a decidere. E’ compito del Giudice di fissare i capisaldi della carta dei diritti e degli obblighi di chi si separa, ordinandone l’osservanza.
Chi sbaglia paga.Questoè il principio. Non significa che a chi sbaglia si tolgono i figli. Significa che chi nonosserva la Carta, trasfusa nell’accordo o nella sentenza deve restituire all’altro genitore il tempo e il valore del diritto sottratto, compensandoli in termini economici.La funzione dei genitori deve essere imposta, non penalizzata. Nella legge il principio va in questa direzione. Invece leggiamo che in quasi tutti i tribunali d’Italia vengono fatti protocolli,che hanno solo lo scopo di mettersi d’accordo sul ruolo di ognuno. Si stabilisce cosa devono fare gli avvocati, cosa devono fare i servizi sociali e gli ordiniprofessionali di appartenenza.Il protocollo è firmano da tutti, tranne che dalle parti interessate, cioè dai genitori. Nei diversi incontri pubblici ne abbiamo parlato e lo abbiamo contestato.
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Accade a Pordenone: tolgono i figli ai genitori per metterli in comunità |
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Venerdì 28 Agosto 2020 07:58 |
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Accade a Pordenone: tolgono i figli ai genitori per metterli in comunità
La comunità manda il conto ai genitori
E’ l’ennesima storia di mala giustizia e di gravi responsabilità dei servizi sociali. Il tribunale, dinnanzi al mancato accordo dei genitori sulla collocazione e gestione dei figli durante la separazione, stabilisce che i minori vengano messi in una comunità protetta che ora chiede per due anni e mezzo di permanenza dei bambini una somma di cento mila euro, pari ad €. 3.300 al mese. Una vicenda che ci lascia senza parole e che mette in evidenza come funziona la giustizia minorile in Italia condannata dalla CEDU, tante volte, a pagare salate multe per il mancato rispetto dei minori, di un loro genitore e/o dei nonni.
I servizi sociali (che sicuramente avranno relazionato al giudice per la loro “reclusione” in una comunità protetta, molto spesso, sono un danno più che una risorsa sociale. Questi due genitori, se semplici dipendenti, come possono pagare, in una soluzione ed immediatamente, una somma che sicuramente sarà superiore allo stipendio percepito in quei mesi.
La comunità che aveva accolto i loro figli ha chiesto adesso il conto, salatissimo: centomila euro che i genitori di due bambini di Pordenone dovranno pagare, e subito, altrimenti saranno soggetti ad azioni esecutive.
«Ma delle persone con reddito normale – scrive l’avv. Francesco Miraglia, dove potrebbero trovare tutti quei soldi?
“Perché poi impoverire delle persone, metterle in seria difficoltà economica, per un provvedimento che loro nemmeno avevano chiesto? Non avevano deciso loro di mandare i figli in quella comunità».
Ultimo aggiornamento Martedì 01 Settembre 2020 15:48 |
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