La scelta religiosa è molto importante e non può essere "imposta" a minori. La religione dovrebbe essere scelta quando si ha l'autonomia valutativa e quindi anche quella decisionale. Ma non è sempre così.
La madre non può imporre forme religiose nuove - totalizzanti l'individuo - e, mi si permetta, anche integraliste che non permettono dialogo, come quella praticata ora dalla sua ex-moglie. I bambini, molto probabilmente erano stati introdotti nella religione cattolica, e "traslocarli" in un'altra fede non aiuta loro a crescere sereni, in armonia con se stessi e con il mondo che fino ad allora li aveva circondati.
Le scelte educative e formative dei minori - in regime di affido condiviso - devono essere fatte congiuntamente dai due genitori ancor prima di coinvolgere i figli. Ciò non lo dico io ma il codice. Se poi è stato ribadito anche nel decreto del suo divorzio, lei può denunciare la madre. La denuncia, quando necessaria, non deve far paura, soprattutto quando la signora - l'esperienza di altri genitori separati finiti in questa congrega religiosa - porterà i suoi figli a vendere giornalini, bussare alle case per propagandare il loro credo religioso, li indurrà a pensare e vedere la vita in modo "coatto", dove la "salvezza" non è una conquista della libertà individuale ma determinazione della volontà altrui.
Cosa fare? Lottare per ridare libertà ai suoi figli, garantire loro una adolescenza serena senza quelle "kappe" idealreligiose o solamente economiche. Non permetta che si parli loro di città dorate, di "americanate" ma li educhi alla gioia della vita fatta di gioco e personale scoperta della propria via esistenziale che, sebbene trascorra in mezzo alle contraddizioni della quotidianità,non offusca mai la foducia in un futura dimensione umana, solidale e rispettoso di chi vive anche senza dio. Forse proprio costoro sono i veri maestri di vita e testimoni di un Dio fattosi uomo e solidale con gli altri uomini, che invita alla pace e alla condivisione della propria e altrui esistenza senza paure e minacce eterne.
Ubaldo Valentini
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