Ad Aosta accade anche questo Stampa
Scritto da Administrator   
Giovedì 12 Settembre 2013 13:00

Ti buttano fuori di casa

e spariscono preziose opere d’arte!

 

Tanto zelo delle istituzioni nell’allontanare il padre ma nessuna garanzia per i suoi beni lasciati in casa

 

Da tempo l’associazione denuncia uno zelo “preoccupante” delle forze dell’ordine valdostane e del locale tribunale nell’emettere ammonizioni ed allontanare i padri dalla casa familiare per il solo fatto che chiedono di poter fare i genitori e che la moglie, non concorde, li denuncia.

Nei media regionali vengono riportate sistematicamente le condanne di padri per stalking, maltrattamenti in famiglia e altro. Costoro vengono immediatamente “prelevati” e allontanati dalla propria abitazione senza permettere loro di portarsi via gli effetti personali e le documentazioni di ciò che lasciano in casa. “Sono stato allontanato da casa con la 24 h – ci diceva un padre -  e nemmeno un avvocato mi ha potuto assistere, lasciando nella casa di mia proprietà tutti i miei averi, gli arredi di pregio e rari pezzi di antiquariato (collocati lì antecedentemente al matrimonio) valutati per molte decine di miglia di euro e di proprietà di mio padre”.

Dopo ben sette anni e dopo battaglie nei tribunali, il malcapitato padre, è rientrato in possesso della sua casa disabitata dalla moglie e dai figli da anni poiché lei si era stabilita presso il suo convivente che, dopo il lavoro, lo aiuta nella gestione delle sue attività commerciali. Tutto ciò, però, non era stato sufficiente per reintegrarlo nel suo diritto abitativo, come giurisprudenza al contrario ribadisce. Solo dopo aver accettato l’aumento di un terzo l’assegno di mantenimento dei figli – che stanno con lui per metà tempo -  il giudice, con il consenso della moglie, gli ha permesso di rientrare nella propria casa.

 

Un perito di parte – inserito nell’albo dei consulenti tecnici del tribunale di Aosta e che assisteva alla riconsegna delle chiavi da parte della signora - ha definito l’appartamento in stato di abbandono. La casa era chiusa da anni, mancavano alcuni mobili e arredi acquistati dal marito poiché la moglie, all’epoca, non aveva l’attuale consistente reddito, il televisore nuovo  (pagati mille euro poco prima del suo allontanamento) era da buttare, dalle pareti erano spariti quadri di valore, alcune tele di ampie dimensioni del ‘600, e sculture di alto antiquariato. C’erano rimasti solo i chiodi. Con le opere d’arte sparite ci si poteva comprare un’altra abitazione. Questi oggetti – mentre la signora asserisce di non averceli più trovati - sono stati visti in quella casa fino al 2010; dopo non vi entrava più nessuno perché la signora ormai abitava altrove.

La polizia, tanto solerte ad allontanare il padre da casa per le asserzioni della moglie e senza alcun riscontro e contraddittorio, non ha provveduto almeno a fotografare il materiale contenuto in casa e nemmeno gli ha permesso di portarsi via i documenti e  gli effetti personali. Il giudice, come spesso accade, tutela la donna e non sempre dimostra la dovuta ed equa attenzione ai diritti dei cittadini, compreso quello che talvolta viene allontanato ingiustamente, come riferiscono i media, poiché le denunce sono false e strumentali.

Questo padre a chi dovrà chiedere i danni morali (per non essere stato tutelato nei suoi diritti fondamentali) e i danni economici subiti per essere stata la casa chiusa  e per le opere sparite dalla propria abitazione: alla questura o ai solerti giudici che lo condannarono senza averlo ascoltato? A nessuno dei due perché sono intoccabili: i giudici non rispondono del loro operato e la polizia esegue ordini altrui da essa sollecitati.  In piazza, ad Aosta, sarebbe bene portare non solo le scarpette delle donne ma anche gli scarponi degli uomini e  le divise e le toghe di chi non sembra rispettare il principio: la giustizia è uguale per tutti!

Casa in stato di abbandono, il marito in affitto sebbene proprietario di casa, permanenza della moglie e dei figli – a cui era stata assegnata la sua casa - presso il convivente, i  figli restano col padre per metà tempo e nonostante ciò la signora, con uno stipendio di oltre il 50% superiore a quello del marito, deve percepire un assegno di mantenimento per i figli e si può permettere di portare via dalla casa del marito tutto ciò che le fa comodo poiché non esiste un verbale di consegna della casa al  momento dell’allontanamento del marito. Ora cosa faranno i giudici?

Come si fa a dire che la giustizia funziona ad Aosta? I servizi sociali ci sono? Cosa scrivevano nelle loro relazioni?

Scendere in piazza per questo e per tante sentenze discutibili e, spesso dannose per il solo padre, non è solo un’ipotesi ma una doverosa esigenza di civiltà. I politici e le forze sociali continueranno a stare a guardare?

(Accogliamo le vostre segnalazioni per ridare voce a chi è stato emarginato dalle istituzioni)

Ultimo aggiornamento Giovedì 12 Settembre 2013 13:04
 

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