19 marzo per i separati Stampa
Scritto da Administrator   
Lunedì 19 Marzo 2018 19:22

19 marzo per i separati


Festa del papa o dell’ipocrisia?

 

di Ubaldo Valentini

Si continua a parlare di una festa creata alcuni decenni or sono per ricordare che nella società italiana esiste anche il papà: una figura, però, da non prendere troppo sul serio perché la mamma è sempre la mamma. La Chiesa ha impiegato 15 secoli per festeggiare liturgicamente S. Giuseppe come padre “putativo” del Salvatore. Il padre è una figura “marginale” che non deve offuscare la figura materna da sempre considerata l’”angelo (guida, messaggero) del focolare (famiglia) a cui era demandata l’educazione dei figli secondo una ferrea tradizione culturale cristiana.

Il lavoro del padre, in passato ma anche ora, era ritenuto un atto dovuto mentre l’educazione veniva considerata ben altra cosa che mal si addiceva al padre e solo la donna poteva svolgere questa funzione per tramandare l’educazione cristiana e salvaguardare la famiglia, per salvaguardare la cultura borghese. In tutti questi secoli, però, la sostanza di questo pregiudizio è rimasta inalterata: solo doveri e tanti diritti ma solo sulla carta.

Sono passati i secoli, la società ha riscattato la propria autonomia di pensiero e di azione e la persona è divenuta fondamentale per costruire una società libera e a misura d’uomo, cioè una società che, pur talvolta sbagliando, non rinuncia a migliorare la condizione sociale dell’umanità. Una società laica che considera la religione non più come una imposizione ma come una scelta individuale e che si regge su principi etici fondati sull’uomo. La famiglia, in questo ambito, è un valore che va difeso e sottratto alle confessioni religiose e alle ideologie di genere che, con pretesti vari, cercano di estromettere il padre dalla vita dei propri figli.

Pretendere il rispetto della bigenitorialità vuol dire rispettare i diritti dei minori e significa ribadire che per i figli vengono prima di tutto i genitori. Ad un convegno sul ruolo dei servizi sociali a tutela dei figli e della famiglia, in questi giorni sono stato ripreso da una esponente della magistratura (corte d’appello, sez. minori) perché avevo sostenuto che i figli appartengono prima di tutto ai genitori e qualsiasi intervento istituzionale non può prescindere da questa considerazione e non può essere fatto a loro insaputa. Sono stato tacciato di non tutelare i diritti dei minori perché i figli appartengono alla società e la società “deve” proteggerli, attraverso le proprie istituzioni, come se il genitore, quando chiede alle istituzioni trasparenza e il contraddittorio, opera contro i propri figli!

In Italia oltre il 60% dei minori ha i genitori non più conviventi e con molta disinvoltura tribunali e servizi sociali nella loro attività si dimenticano che la bigenitorialità è un diritto per i figli e per i genitori. Quando un genitore vieta all’altro di frequentare i propri figli, a questo genitore va tolta la collocazione dei minori e va sospesa la responsabilità genitoriale poiché siamo in presenza della Pas, fenomeno diffusissimo ma ignorato dai giudici e dai Ctu.

Non si prendono provvedimenti contro la madre collocataria (di fatto al 90%) che abusa psicologicamente sui propri figli per metterli contro il padre provocando in loro irreversibili danni esistenziali mentre al padre, che nel discutere con la madre dei suoi figli rivendica con fermezza i diritti dei figli e propri facendo ricorso a qualche parola di troppo, in molti tribunali, viene immediatamente fatto divieto di avvicinarsi ai figli e vederli liberamente. Ovviamente ai figli non viene mai spiegata correttamente la sottrazione del padre da parte delle istituzioni frettolose e spesso prevenute.

I politici credono di aver risolto i problemi dei papà separati dando loro una cameretta in un ghetto per separati e magari anche un pasto. Ma sono questi gli interventi che vi aspettiamo dai politici? Ghettizzare i padri separati è una offesa alla dignità della persona.

Alcuni giudici - spalleggiati dai vanitosi e (quasi sempre) professionalmente impreparati, se non incompetenti, servizi sociali e dal mondo che specula sulle separazioni e sulla conflittualità dei genitori - è una casta che vorrebbe imporre al genitore soccombente la sua rinuncia a pretendere giustizia, ovviamente per il bene dei figli. Ma, questi giudici, non si pongono il problema che la cattiva amministrazione della giustizia nell’affido dei figli rende intoccabile un genitore affidatario ed è l’unica ragione della crescente conflittualità. Chiedere di soccombere al genitore a cui sono stati negati i propri inalienabili diritti genitoriali e sorvolare sulle sue giuste pretese giudiziarie contro gli abusi del collocatario vuol dire uccidere la bigenitorialità, ma anche la stessa giustizia.

Questi papà cosa possono festeggiare oggi?

Il padre si può festeggiare quando ai figli viene consentito di avere un papà, non solo economico; quando le decisioni economiche dei giudici non lo costringono a vivere da barbone; quando i fascicoli vengono studiati e non considerati solo come un fastidio; quando si impone ai servizi sociali un protocollo che tuteli trasparenza ed uguaglianza dei due genitori; quando si applica integralmente la legge 54/2006 in base alla quale l’unico vero affido condiviso è quello alternato, come ribadito  dal Tribunale di Brindisi; quando i figli vengono mantenuti anche dalla madre collocataria e quando gli assegni familiari, proprietà casa familiare e i contributi percepiti non vengono ignorati nell’emettere i provvedimenti per il mantenimento dei figli.

Cari papà, nessuno vi rispetterà, nessuno rispetterà i vostri figli se non lo faremo noi, tutti assieme, denunciando a tutti i livelli chi non rispetta la legge, smascherando il business che specula sui figli dei separati e tutti quei convegni e attività socio-culturali e formative tra legali, magistrati, servizi sociali, educatori e psicologi.

L’affido condiviso alternato è un nostro diritto e non un regalo del giudice e con esso avremo la permanenza paritetica dei figli con ambedue i genitori, l’eliminazione dell’assegnazione della casa familiare e la soppressione dell’assegno di mantenimento dei figli. Adoperiamo i soldi pubblici per aiutare i genitori ad essere genitori, senza sottrarre loro i figli, rischiando di incorrere in un vero e proprio abuso di potere istituzionale.

Non c i può essere la festa del papà senza giustizia e senza il rispetto della paternità.

Ultimo aggiornamento Lunedì 19 Marzo 2018 19:37
 

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili. Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di più.

EU Cookie Directive Module Information