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Festa del papà, ma solo per pochi!


Oggi è il giorno in cui la società ipocrita prende in giro i figli, i nipoti, i minori.  Oggi ricorre il giorno di S. Giuseppe, il grande padre putativo di Gesù che presentò all’umanità, come suo, il figlio dello Spirito Santo.

S. Giuseppe, protettore dei papà, proteggi tutti i padri del mondo.

Proteggili dalle madri cattive che impediscono ai figli di vivere con i propri padri, ma soprattutto proteggili dalle cattiverie di operatori dei servizi sociali e di giudici dei tribunali italiani che con tanto ardore si affannano a discriminarli nelle separazioni. Buon compleanno anche ai loro padri.

A tutti i padri separati va invece il mio pensiero. Che almeno oggi possiate fare nel segreto dell’animo la festa a tutti questi personaggi. (un papà, oggi nonno)

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Nella sinteticità dei concetti, questo padre e nonno ha detto tutto e lo ha detto con l’ironia di chi non resta indifferente dinnanzi ai quotidiani maltrattamenti subiti da tanti papà che lottano contro l’arroganza delle istituzioni che vorrebbero annientare la loro genitorialità siano essi tribunali, servizi sociali, società di genere e forze politiche che, invece di pretendere la giusta e piena applicazione dell’affido condiviso approvato nel 2006 ma solo raramente applicato nelle sentenze, cercano di creare ulteriori impedimenti all’esercizio della paternità in nome di una costosa mediazione familiare e di una fantasiosa figura del coordinatore familiare, anch’esso a pagamento da parte dei genitori non più conviventi e in conflitto tra loro, riducendo di fatto il diritto alla separazione e al rispetto della co-genitorialità.

E il business sui minori continua indisturbato. Il mantenimento diretto dei figli e l’affido condiviso paritetico erano contenuti già nella l. 54/2006 ma solo raramente tali principi vengono rispettati dai giudici, come ha evidenziato il tribunale di Brindisi con le sue “Linee guida” che oggi, lentamente, vengono applicate in un numero crescente di tribunali.

Noi, come associazione di genitori separati (e non padri separati, come alcuni vorrebbero etichettarci) da ventidue anni lottiamo, in tutta Italia, per l’affermazione del principio della co-genitorialità, consapevoli che la bigenitorialità è un innegabile diritto naturale e non una conquista di qualche “avventuriero” che, in concreto, non aiuta i genitori a tutelare i propri figli ma che, invece, si preoccupa principalmente di tutelare avvocati, psicologi, servizi sociali e tutto il mondo delle cooperative sociali che vi gravita attorno con i soldi dei cittadini.

Applichiamo il diritto familiare esistente e lasciamo perdere disegni di legge propagandistici, fortemente ideologici ed espressione di integralismi socio-religiosi che, per fortuna, non ci appartengono più, i quali vorrebbero ulteriormente ghettizzare i padri e condannare i genitori a rinunciare alla separazione per gli alti costi che essa comporta e che, loro, non potrebbero sostenere. Certe recenti proposte di legge hanno avuto l’effetto di ricompattare il mondo femminile, le associazioni di genere e i centri antiviolenza che rimpiangono l’epoca del matriarcato e che coprono le frequenti violenze che gli uomini subiscono nell’ambito familiare e le diffuse e palpabili discriminazioni genitoriali dopo la fine della convivenza. Nasce il sospetto che, tutto sommato, pseudo riformatori e politicanti di genere e le organizzazioni di genere convergano volutamente sulle stesse finalità.

I padri, però, devono far valere i propri diritti genitoriali sia nelle aule dei tribunali che nella società, pretendendo (da giudici, servizi sociali e avvocati) il rispetto del diritto italiano che deve essere applicato, e non interpretato con pseudo teorie psicologiche improvvisate, poiché “la legge è uguali per tutti” è scritto nelle aule di giustizia dove vengono decretati il destino dei figli con genitori non conviventi e la sorte del malcapitato genitore estromesso, in concreto, dalla loro vita. E’ ora che i padri dicano basta al business che da decenni circonda le separazioni e alle associazioni – a migliaia e che quotidianamente sorgono come funghi – che a parole affermano di tutelare gli interessi dei minori e dei loro genitori, mentre in concreto tutelano prevalentemente altro: avvocati, psicologi, cooperative sociali e scaltri personaggi politici.

Festa del papà? No, festa dell’ipocrisia che, nell’indifferenza di molti e nell’impotenza di tanti, offende principalmente i figli dei separati! Ubaldo Valentini

 

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