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Convivere con il coronavirus


Come regolare il diritto di visita genitori-figli

con scuole chiuse e provvedimenti restrittivi

 

avv. Francesco Valentini*

Che succederà con le separazioni? Cosa decideranno i soloni (sapientoni) della giustizia per i minorenni?  I figli staranno col padre o con la madre? E se entrambi risultano positivi, a chi saranno affidati? E che fine faranno le case famiglia? chi le controllerà? Come si muoveranno i servizi sociali? Questo virus ha messo a soqquadro tutto il sistema della scienza politica, sociale, psicologica e giudiziaria. Le Autorità mondiali dicono che bisogna stare uniti e decidere insieme e non farsi prendere dalla paura. Non è tempo di divisioni. Chissà se i tribunali lo hanno capito? (lettera firmata)

***

La chiusura delle scuole a seguito dei provvedimenti restrittivi del governo per contenere l’epidemia provocata dal coronavirus sta provocando difficoltà per la gestione dei figli nelle coppie non più conviventi. Quale genitore deve tenerli quando la scuola è eccezionalmente chiusa? Alcuni pretendono che i figli stiano con ambedue i genitori in tempi paritari, anche se i minori sono collocati prevalentemente presso uno di loro, quasi sempre la madre. Soluzione non praticabile perché molti non collocatari devono andare al lavoro e non possono chiedere deroghe, proprio perché non collocatari dei figli minori.

Altri giustificano la ripartizione dei figli in tempi paritetici perché paragonano queste forzate vacanze a quelle estive, non considerando che durante le ferie scolastiche estive si continua con le frequentazioni abituali ad eccezione di un periodo, di solito di quindici giorni, che i minori restano esclusivamente con l’uno e l’altro genitore.

L’unica soluzione praticabile è quella di mantenere in piedi le turnazioni previste dal tribunale con l’eccezione che, al mattino, i minori restino con il genitore con il quale hanno trascorso la notte precedente fino all’orario di chiusura della scuola, permettendogli di potersi avvalere della collaborazione dei propri familiari e amici, quando impedito dagli obblighi lavorativi.

L’estensore della lettera inviata all’associazione pone precisi interrogativi a cui è difficile dare una plausibile risposta, perché ogni tribunale ed ogni giudice sono un mondo a sé e perché non sempre il diritto civile e minorile hanno un posto preminente nei “soloni (i sapientoni) della giustizia per i minorenni?” Le Convenzioni internazionali sui diritti dell’infanzia e dei minori non trovano quasi mai degna citazione nelle sentenze dei tribunali, purtroppo.

“I figli staranno col padre o con la madre? E se entrambi risultano positivi, a chi saranno affidati?”. La risposta è alquanto prevedibile, considerato lo strapotere dei servizi sociali e il business attorno ai minori, il modo di operare di molti giudici inclini alle teorie di genere, che discriminano sempre il padre, costretto al solo ruolo di padre economico. Certo, oggi, si avvertono le conseguenze della mancata applicazione del condiviso paritario nell’affido, che centri antiviolenza, femministe & C. non vogliono e che troppi giudici, compresi gli Ermellini, lo considerano negativo per i figli, perché le madri resterebbero senza l’assegno di mantenimento per i figli, ma che spesso utilizzano per loro, casa familiare e assurdi rimborsi di spese straordinarie e, guarda caso, dovrebbero andare a lavorare come fanno tutti i cittadini, compresa la quasi totalità dei padri.

 

Ora si ricerca il genitore non collocatario perché l’altro, anche se disoccupato o nulla facente, non vuole sacrificare il proprio tempo libero per accudire i figli in queste situazioni eccezionali.

Se ambedue i genitori dovessero risultare positivi, secondo i servizi sociali e i giudici accondiscendenti alle loro “teorie”, resta prevalente l’affido provvisorio alle comunità ed alle case famiglie, abitualmente da nessuno controllate in modo scientifico e sistematico. La stessa cosa potrebbe accadere con il coronavirus. E ciò non ci lascia tranquilli perché siamo profondamente convinti che il ricorso a queste strutture dovrebbero avvenire, con previste garanzie scritte, solo dopo aver accertato la indisponibilità del contesto familiare del minore.

“Le Autorità mondiali dicono che bisogna stare uniti e decidere insieme e non farsi prendere dalla paura. Non è tempo di divisioni. Chissà se i tribunali lo hanno capito?”. Vorrei porre io una domanda all’estensore della lettera: “Tanti tribunali riusciranno a comprendere che oggi non è tempo di divisione tra i genitori quando, ordinariamente, sono proprio loro a non tutelare i superiori interessi dei minori, creando discriminazioni, e quindi conflittualità, tra i genitori non più conviventi? E credo, per esperienza professionale, che troppi tribunali non abbiamo capito e non comprendano (o, forse, non vogliono né capire né comprendere), nemmeno ora, cosa sia veramente la bigenitorialità e la co-genitorialità.

Un virus, questo, probabilmente duraturo e, forse, più pericoloso di quello che in questi giorni è temuto da tutti noi.

*avv. Francesco Valentini, foro di Perugia - tel.+39 471155230 - email: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 

Convivere con il coronavirus

Come regolare il diritto di visita genitori-figli

con scuole chiuse e provvedimenti restrittivi

avv. Francesco Valentini*

Che succederà con le separazioni? Cosa decideranno i soloni (sapientoni) della giustizia per i minorenni?  I figli staranno col padre o con la madre? E se entrambi risultano positivi, a chi saranno affidati? E che fine faranno le case famiglia? chi le controllerà? Come si muoveranno i servizi sociali? Questo virus ha messo a soqquadro tutto il sistema della scienza politica, sociale, psicologica e giudiziaria. Le Autorità mondiali dicono che bisogna stare uniti e decidere insieme e non farsi prendere dalla paura. Non è tempo di divisioni. Chissà se i tribunali lo hanno capito? (lettera firmata)

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La chiusura delle scuole a seguito dei provvedimenti restrittivi del governo per contenere l’epidemia provocata dal coronavirus sta provocando difficoltà per la gestione dei figli nelle coppie non più conviventi. Quale genitore deve tenerli quando la scuola è eccezionalmente chiusa? Alcuni pretendono che i figli stiano con ambedue i genitori in tempi paritari, anche se i minori sono collocati prevalentemente presso uno di loro, quasi sempre la madre. Soluzione non praticabile perché molti non collocatari devono andare al lavoro e non possono chiedere deroghe, proprio perché non collocatari dei figli minori.

Altri giustificano la ripartizione dei figli in tempi paritetici perché paragonano queste forzate vacanze a quelle estive, non considerando che durante le ferie scolastiche estive si continua con le frequentazioni abituali ad eccezione di un periodo, di solito di quindici giorni, che i minori restano esclusivamente con l’uno e l’altro genitore.

L’unica soluzione praticabile è quella di mantenere in piedi le turnazioni previste dal tribunale con l’eccezione che, al mattino, i minori restino con il genitore con il quale hanno trascorso la notte precedente fino all’orario di chiusura della scuola, permettendogli di potersi avvalere della collaborazione dei propri familiari e amici, quando impedito dagli obblighi lavorativi.

L’estensore della lettera inviata all’associazione pone precisi interrogativi a cui è difficile dare una plausibile risposta, perché ogni tribunale ed ogni giudice sono un mondo a sé e perché non sempre il diritto civile e minorile hanno un posto preminente nei “soloni (i sapientoni) della giustizia per i minorenni?” Le Convenzioni internazionali sui diritti dell’infanzia e dei minori non trovano quasi mai degna citazione nelle sentenze dei tribunali, purtroppo.

“I figli staranno col padre o con la madre? E se entrambi risultano positivi, a chi saranno affidati?”. La risposta è alquanto prevedibile, considerato lo strapotere dei servizi sociali e il business attorno ai minori, il modo di operare di molti giudici inclini alle teorie di genere, che discriminano sempre il padre, costretto al solo ruolo di padre economico. Certo, oggi, si avvertono le conseguenze della mancata applicazione del condiviso paritario nell’affido, che centri antiviolenza, femministe & C. non vogliono e che troppi giudici, compresi gli Ermellini, lo considerano negativo per i figli, perché le madri resterebbero senza l’assegno di mantenimento per i figli, ma che spesso utilizzano per loro, casa familiare e assurdi rimborsi di spese straordinarie e, guarda caso, dovrebbero andare a lavorare come fanno tutti i cittadini, compresa la quasi totalità dei padri.

Ora si ricerca il genitore non collocatario perché l’altro, anche se disoccupato o nulla facente, non vuole sacrificare il proprio tempo libero per accudire i figli in queste situazioni eccezionali.

Se ambedue i genitori dovessero risultare positivi, secondo i servizi sociali e i giudici accondiscendenti alle loro “teorie”, resta prevalente l’affido provvisorio alle comunità ed alle case famiglie, abitualmente da nessuno controllate in modo scientifico e sistematico. La stessa cosa potrebbe accadere con il coronavirus. E ciò non ci lascia tranquilli perché siamo profondamente convinti che il ricorso a queste strutture dovrebbero avvenire, con previste garanzie scritte, solo dopo aver accertato la indisponibilità del contesto familiare del minore.

“Le Autorità mondiali dicono che bisogna stare uniti e decidere insieme e non farsi prendere dalla paura. Non è tempo di divisioni. Chissà se i tribunali lo hanno capito?”. Vorrei porre io una domanda all’estensore della lettera: “Tanti tribunali riusciranno a comprendere che oggi non è tempo di divisione tra i genitori quando, ordinariamente, sono proprio loro a non tutelare i superiori interessi dei minori, creando discriminazioni, e quindi conflittualità, tra i genitori non più conviventi? E credo, per esperienza professionale, che troppi tribunali non abbiamo capito e non comprendano (o, forse, non vogliono né capire né comprendere), nemmeno ora, cosa sia veramente la bigenitorialità e la co-genitorialità.

Un virus, questo, probabilmente duraturo e, forse, più pericoloso di quello che in questi giorni è temuto da tutti noi.

*avv. Francesco Valentini, foro di Perugia - tel.+39 471155230 - email: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

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