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Elezioni regionali Valle d’Aosta


I genitori separati non voteranno le forze politiche

che nei loro programmi continuano ad ignorarli


 

La scarsa attenzione delle forze politiche in consiglio regionale (salvo sporadiche eccezioni) dimostrata dinnanzi alle drammatiche problematiche dei minori figli di genitori non più conviventi e del genitore non affidatario, cioè il 99% dei padri in valle (servizi sociali, mediazione familiare, case protette, case famiglia, cooperative sociali, i contributi pubblici riservati solo al genitore collocatario, cioè per il 99% alle madri, ecc.) non lascia indifferenti gli elettori valdostani separati.

Questi genitori sono chiamati ad esprimere il loro assenso solo a quelle forze politiche che nel loro programma, in modo chiaro e “non politico”, si impegnano per la tutela dei minori, le devianze di genere dei servizi sociali, e il rispetto della paternità del genitore non collocatario.

In definitiva i genitori separati valdostano avanzano al nuovo consiglio regionale precise richieste, condivise da anni dall’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori che qui riportiamo.

1. Regolamento dei Servizi Sociali per garantire ai genitori o ai loro delegati l’accesso immediato ai fascicoli, la trasparenza e la tracciabilità del loro operato nell’affido dei minori su incarico del tribunale. Verifica continua sulle loro competenze professionali e sulla loro terzietà da parte degli enti pubblici.
2. Banca Dati Contributi Pubblici, compresi quelli degli altri enti pubblici

a) accessibile a tutti i genitori, compresi quelli sospesi e/o decaduti dalla responsabilità genitoriale, visibile on line da tutti gli aventi diritto; b) richiesta del contributo compilabile anche da parte di soggetti terzi ed obbligo di indicazione nella Banca Dati dei nomi di chi ha proposto il contributo; controllo preventivo della esistenza dei presupposti per la concessione del contributo; c) notifica all’altro genitore della concessione del contributo al genitore collocatario.

3. Riservare al genitore non collocatario dei figli almeno il 20% dei posti nei bandi pubblici per l’assegnazione a prezzi agevolati dell’edilizia popolare. La graduatoria verrà formata il base al reddito, detratti gli assegni di mantenimento e le spese straordinarie per i figli.
4. Patrocinio a spese della Regione di tutti i procedimenti collegati alle problematiche familiari, compreso il ricorso al Tar contro gli enti pubblici, per permettere ai genitori non collocatari in difficoltà economica di poter tutelare i diritti dei minori e del loro genitore non collocatario. Diritti negati dalle istituzioni in sintonia con il genitore collocatario a seguito della fine della convivenza. Il reddito del richiedente, detratti gli assegni di mantenimento e le spese straordinarie, deve rientrare nei parametri previsti per il patrocinio a spese dello Stato. Molti genitori non possono tutelare i diritti alla bigenitorialità e il loro diritto alla co-genitorialità per impossibilità di sostenerne le spese legali e ciò alimenta solo conflittualità.
5. I contributi pubblici e le agevolazioni fiscali per i figli e il loro nucleo familiare nel quale sono collocati devono essere ripartite al 50% tra i due genitori, essendo l’affido condiviso.
6. Lotta al lavoro a nero, soprattutto delle madri, che falsifica tutti i dati economici per la concessione di contributi ed agevolazioni e danneggia il genitore non collocatario che, non solo non può accedere patrocinio a spese dello Stato perché dichiara i redditi reali e, soprattutto, perché viene penalizzato nella determinazione dell’assegno di mantenimento per i figli poiché spesso viene obbligato a versare il mantenimento per il coniuge “disoccupato”, anche quando, di fatto, ha un reddito non dichiarato superiore al suo.

Tali disuguaglianze nella gestione degli affidi procura solo conflittualità che, in vallata, spesso si trasformano in tragedie umane e familiari.

 

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