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I mali dei Tribunali


Il giudice è obbligato a rispettare la legge


L’avvocato Francesco Miraglia, “l’avvocato dei bambini” per parafrasare il titolo dell’ultimo suo libro (Armando editore) da tantissimi anni porta avanti in tutt’Italia la battaglia per far rispettare nelle aule dei tribunali il diritto minorile e il diritto genitoriale di ambedue i genitori, soprattutto di quello più discriminato. Su Bibbiano sta cerca di far emergere l’amara verità che in troppi vogliono affossare. Sui mali dei tribunali italiani – ed Aosta e Perugia non si fanno mancare nulla – l’abbiamo intervistato e, in autunno anche ad Aosta e Perugia, presenteremo il suo libro “L’avvocato dei bambini”.

Lei opera in tutto il territorio nazionale e constata quotidianamente la mancata applicazione della legge nell’affido dei figli, nelle separazioni e nei divorzi. La situazione nazionale in questo vitale settore è drammatica, come la nostra associazione constata continuamente, Lei cosa ne pensa?

Intanto, penso che le associazioni, come quella da Lei rappresentata, siano sempre un bene e siano necessarie quando la gente ha bisogno di un punto di riferimento. Per quanto riguarda la situazione nazionale penso che più che mancata applicazione della legge si debba parlare dell’applicazione illecita delle norme.

Emblematico al riguardo è l’abuso che si fa del 403 c.c.

Esistono possibilità di riportare la giustizia minorile nei tribunali italiani?

 

Prima di tutto dobbiamo dire che il giudice non è tenuto a fare giustizia; il giudice è obbligato a rispettare la legge e fare in modo che quella sacrosanta scritta dietro sue le spalle, abbia finalmente un senso nella vita del cittadino.

Con quali mezzi?

Competenza, professionalità e soprattutto applicando quel sacrosanto principio secondo il quale “chi sbaglia paga” sia anche un Presidente di Tribunale.

Come valuta il sodalizio tribunali e servizi sociali, i quali finiscono per canalizzare le decisioni del giudice non verso la verità dei fatti ma verso gli interessi lobbistici del variopinto mondo socio-politico, e non solo, che gravita attorno a questi operatori spesso superficiali e presuntuosi?

Sicuramente, senza generalizzare, c’è un problema nella gestione dei casi da parte degli a.s. ma io ribadisco, ancora una volta, che i provvedimenti vengono emessi dal Tribunale quindi è compito del giudice valutare i fatti e valutare le prove che vengono presentate al Tribunale. Certo è che, se il giudice, superficialmente, prende per oro colato la relazione dei servizi sociali, i casi non diminuiscono ma vengono triplicati.

Come uscire da questa assurda e pericolosa situazione che, troppo spesso, non tutela il superiore interesse dei minori?

Facendo si che il Tribunale applichi le norme partendo dal presupposto che nel processo minorile, come in qualsiasi altro processo, devono essere assicurati il diritto al contradditorio, il diritto al giusto processo e che venga, ad ogni costo, tutelato il diritto alla difesa.

Quali sono, secondo lei, le responsabilità dei politici e della magistratura?

La responsabilità, di parte della magistratura, riguarda la superficialità e il pressapochismo nel trattare queste materie così complicate e difficili.

La responsabilità politica è quella di trascurare l’importanza del diritto minorile sottovalutando il fatto che il nostro futuro è in mano ai bambini di oggi.

 

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