Stampa

La società valdostana e l’affido dei minori:

necessario un confronto franco e costruttivo


Le problematiche legate alle separazioni e all’affido dei minori, in Valle d’Aosta, sono note a tutti, mondo politico e istituzioni preposte alla tutela dei minori, ma sembrano passare in secondo piano per far spazio a nuove emergenze familiari o, meglio sarebbe dire, accantonate dai diretti responsabili per non entrare in contrasto con le lobby legate a questo redditizio mondo.

L’assessorato regionale alle politiche sociali, con i vari assessori che si sono susseguiti, non ha mai voluto affrontare, con i dovuti controlli, l’operato dei servizi sociali, dei mediatori familiari, degli educatori e delle case famiglia, che, purtroppo, invece di risolvere i problemi dei minori, spesso, li hanno aggravati ed hanno alimentato, con il loro modo discriminatorio di affrontare i problemi, la conflittualità tra i genitori, a totale scapito dei minori, vittime di queste inadempienze e, troppo spesso, incompetenze.

Le denunce dei genitori separati – soprattutto da parte di quello emarginato dai figli, con sentenze, decreti e/o ordinanze del tribunale locale - fatte anche direttamente ai responsabili istituzionali, anche attraverso la nostra associazione, non hanno ottenuto lo sperato cambio del modus operandi per il vero rispetto della bigenitorialità e della co-genitorialità.

L’indifferenza o assenza delle istituzioni nell’affido dei minori non è più tollerabile, soprattutto alla luce delle indiscusse (finanziate con soldi pubblici) rivendicazioni delle famiglie arcobaleno, che puntano al riconoscimento dell’adozione dei figli ed a sostituirsi alle famiglie “classiche”.

Diventa inderogabile, perciò, un confronto schietto sull’affido dei minori nelle separazioni per eliminare le inadempienze che danneggiano solo i minori e il genitore non collocatario. La problematica non può essere delegata acriticamente ai servizi sociali, sovente impreparati e non monitorati, essendo la competenza soprattutto delle istituzioni, che si rimettono ai frequenti discriminatori provvedimenti di un tribunale non sempre attento al superiore interesse dei minori.

Regione, enti locali e tribunale hanno il dovere di affrontare la delicata situazione in cui vengono a trovarsi i minori, quando termina la convivenza dei loro genitori, e lo devono fare coinvolgendo direttamente quest’ultimi e le associazioni che li rappresentano.

Come unica associazione, che da molti anni opera in Valle d’Aosta, invitiamo le forze politiche e la magistratura locale a confrontarsi, in modo costruttivo e senza recriminazioni, sulla gestione degli affidi, sulla sottrazione dei minori ai genitori, sulle adozioni, sulla tutela delle famiglie in difficoltà e su una gestione trasparente dei finanziamenti pubblici, ma anche privati, di cui beneficia il genitore collocatario, all’insaputa dell’altro genitore, quello obbligato a versare irreali e insostenibili assegno di mantenimento per i figli e sostenere spese straordinarie non concordate.

I protocolli per la gestione delle spese straordinarie, che, con il tacito assenso dei rispettivi legali, escludono quasi sempre il preventivo accordo dei genitori, non possono essere imposti al genitore non collocatario, perché le spese straordinarie devono essere determinate, come legge impone, caso per caso, dal giudice, ma non prese da tabelle formulate arbitrariamente dal tribunale e dai legali locali. Il protocollo ha un valore puramente indicativo, ma non è vincolante, soprattutto se un genitore  non lo accetta, poiché non spetta ai giudici e agli avvocati legiferare e fare le scelte al posto del parlamento e, tanto meno, imporre ai genitori, senza minimamente coinvolgerli, i loro desiderata per contenere il lavoro dei giudici e dei legali, ma salvaguardando, per quest’ultimi, i ben “dorati” compensi.

Dal pubblico confronto, tra tutti coloro che sono impegnati nella tutela dei minori, a difesa di una giustizia equa e di una serenità per i figli coinvolti nelle separazioni dei genitori, dovranno emergere le linee guida per un affido rispettoso delle pari opportunità genitoriali e per un mantenimento equo, reso obbligatorio per ambedue i genitori, così come recita l’art. 30 della Costituzione e il diritto familiare.

Verranno gettate le basi per una diversa tutela dei futuri protagonisti della nostra società e per un effettivo e diverso controllo sull’operato di chi si prende cura dei figli con genitori non più conviventi (circa il 70%), superando logiche inaccettabili e richiamando alle proprie responsabilità coloro che ignorano (dolosamente) la legge, compresi gli amministratori pubblici a cui compete il controllo, soprattutto dopo le inequivocabili denunce dei genitori separati.

Invitiamo le forze politiche a predisporre una giornata di studio su questa problematica minorile e genitoriale, la cui urgenza è a tutti palese, con la partecipazione di magistrati, servizi sociali, cooperative sociali, associazioni di volontariato che operano nel settore minorile ed esperti super partes.

 

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili. Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di più.

EU Cookie Directive Module Information