Stampa

Separazioni: la tutela psicologica dei figli


Si è parlato molto del ruolo dei tribunali e dei servizi sociali nell’affido dei minori quando la convivenza dei genitori finisce ed abbiamo anche dimostrato che la verità sul loro funzionamento non è quella di cui si vantano, poiché, per colpa di queste due importanti istituzioni, esistono i tanti disagi personali e sociali dei minori coinvolti. Con la discriminazione tra i genitori non si amministra la giustizia e tantomeno si tutela il superiore interesse dei minori, come, invece, si vorrebbe far credere.

Un aspetto, di fatto, ignorato sia dai servizi sociali che dai giudici, è la tutela psicologica dei figli, che, con la fine della convivenza dei genitori, fa crollare in loro quel mondo affettivo e familiare in cui erano stati, quasi sempre, accolti alla loro nascita. Il disagio esistenziale condiziona la loro crescita, caratterizzata da insofferenza e instabilità emotiva e condizionata dal venire meno della presenza significativa di uno dei due genitori e, di fatto, dai condizionamenti e discredito verso l’altro genitore da parte di quello collocatario.

La tutela psicologica dei figli viene fatta, troppo spesso, in base a stereotipi esistenziali e condizionamenti di genere, che, in nome della loro serenità, lascia i minori in balìa di sè stessi ed orfani (per il 94%) del padre. La fine della convivenza e la inevitabile separazione devono avvenire dopo una attenta ed equilibrata preparazione dei figli a questa diversa condizione familiare. La fretta, che, troppo spesso, caratterizza le separazioni, non aiuta i figli ad elaborare la nuova realtà familiare, da loro accettata, non per convinzione interiore, ma per l’impotenza ad opporsi a cose più grandi di loro, e attenuare lo stress della fine della convivenza per garantire loro il benessere psicologico.

Le responsabilità di questa critica situazione, però, non sono solo delle istituzioni preposte alla tutela dei minori, ma anche dei genitori, che guardano al proprio benessere (che, quasi sempre, poi, si rivelerà precario), piuttosto che a quello dei figli, di cui tutti parlano, ma scarsamente tutelano. Se a ciò si aggiunge il modo di operare dei servizi sociali, che, con le loro relazioni di parte, invece di “informare” il giudice, formulano, con presunzione e arroganza, le soluzioni di affido, senza la dovuta competenza professionale, e l’atteggiamento di molti giudici che, con il classico “scaricabarile”, fanno proprie queste relazioni e si preoccupano, per contenere il loro lavoro, di stendere (e imporre) i protocolli sulle spese straordinarie (rigorosamente senza consultare i diretti interessati: i genitori) ed escogitare forme di affido (collocazione prevalente ad un genitore) non espressamente previste dal diritto familiare, la dichiarata tutela dei minori delle istituzioni diventa una beffa.

La tutela del benessere dei figli dopo la separazione coinvolge, in primis, i genitori, che, chiamati ad anteporre ai propri egoistici interessi affettivi-sessuali la salvaguardia dell’equilibrio psico-fisico dei propri figli, devono tenere presente che spetta loro prepararli ad evitare il trauma interiore della famiglia scissa e, se incapaci, le istituzioni devono delegare i servizi sociali a seguire i minori con modalità e tecniche del tutto diverse da quelle attuali, che hanno portato all’incremento del disagio giovanile e provocato pericolose devianze sociali.

Molti giudici, invece di rifarsi a “piatti” e contraddittori protocolli o iniziative sostitutive del diritto, dovrebbero convincersi che ogni caso di affido dei minori è diverso dagli altri e che non si amministra la giustizia con “slogan”, ma con risposte precise, che tengano conto di quanto contenuto nei fascicoli del procedimento, che, ovviamente, deve essere letto con la dovuta attenzione. Molto spesso i genitori sono i principali responsabili della disinformazione dei figli della loro separazione che, per alcuni, vuol dire anche essere emarginati da loro per volontà altrui.

Gli psicologi sentenziano che, quando un figlio rifiuta sistematicamente il genitore non collocatario, non si può parlare di Pas, perché l’alienazione genitoriale, a loro dire, non esiste e non è dimostrata scientificamente dopo decenni dalla sua formulazione, nonostante la Cassazione abbia più ribadito il dovere del giudice di fare accertamenti sul rifiuto di un genitore da parte di un figlio, collocato “prevalentemente” presso l’altro. A seguito delle pronunce della Suprema Corte di Cassazione, ora la riforma Cartabia ha espressamente imposto il citato accertamento (art. 473bis 6 c.p.c.) quando una parte (cioè, un genitore) segnali, in qualunque modo, ciò al giudice. Ciò non avveniva quasi mai almeno prima della riforma, purtroppo, e i giudici sono stati sempre abili nel tutelare sè stessi.

E’ inderogabile che si proceda con la definizione, per legge (modificando la Costituzione), delle responsabilità civile e penale dei giudici, come avviene per gli altri dipendenti e dirigenti pubblici. Il loro operato, alla luce di quello che riportano le cronache, non è poi così cristallino e i cittadini non possono ritenere un dogma la loro imparzialità.

La psicologa-psicoterapeuta dott.ssa Lucia Montesi (www.CentroPagina.it, Famiglie separate: come tutelare il benessere psicologico dei figli) formula dieci punti da tenere presente per salvaguardare il benessere psicologico dei figli, precisando, giustamente, in premessa che “l’evento separazione sia un affare di famiglia per il suo impatto su tutti i membri, e sottolineare quanto, anche dopo una separazione o un divorzio, la famiglia resti tale in quanto la coppia genitoriale resterà per sempre, anche se quella coniugale si è sciolta. La capacità dei partner di continuare a collaborare come coppia di genitori è il fattore cruciale da cui dipende il benessere di tutti”.

Questo il decalogo della dott.ssa Montesi: 1) informare i figli della decisione di separarsi; 2) dire la verità, ma evitando dettagli inutili e penosi; 3) comunicare la decisione quando essa è ormai definitiva e irrevocabile; 4) non usarli come confidenti; 5) non addossargli la responsabilità della decisione; 6) preparare e organizzare i cambiamenti; 7) rassicurarli sull’amore dei genitori “Accade spesso che la rabbia per l’ex coniuge si traduca nel tentativo di sottrargli il figlio, ostacolando la frequentazione, o nel metterglielo contro; così al bambino si parla male dell’altro genitore, gli si chiede di schierarsi, o lo si utilizza come “spia”. Questi comportamenti, frequentissimi, pongono il figlio in una posizione intollerabile: lo privano della indispensabile vicinanza di un genitore e lo caricano di sensi di colpa per il costante conflitto di lealtà”; 8) incoraggiarli ad esprimere ciò che provano; 9) Limitare la conflittualità e collaborare come genitori. “La conflittualità dei genitori è il fattore che più incide sul benessere dei figli indipendentemente dal fatto che i genitori siano separati o meno. Gli effetti psicologici negativi riscontrati nei figli di separati non dipendono dalla separazione o dal divorzio in sé, ma dal grado di conflittualità che permane tra i genitori e dalla perdita della vicinanza affettiva di un genitore”; 10) Introdurre con gradualità nuovi partner nella vita dei figli.

Consigli giusti di chi ha esperienza professionale sull’affido dei figli e sulle famiglie separate, anche se non riteniamo praticabile la consulenza e la pratica della psicoterapia, non in presenza, ma in modalità online, con videochiamata. Certe attività professionali – e ne parliamo per esperienza - richiedono la presenza dei diretti interessati.

Parlare del benessere dei figli, quando viene meno la convivenza dei loro genitori, vuol dire rivedere, criticamente, le proprie posizioni istituzionali e professionali ed operare in collaborazione con i genitori e con le forze socio-politiche, perché la famiglia separata è un fatto sociale che coinvolge tutti noi. La conflittualità, provocata quasi sempre dal genitore collocatario, è l’opposto della collaborazione e della tutela del benessere dei figli.

Sul tema del benessere dei figli con genitori separati ci torneremo e siamo ben lieti di ospitare interventi in merito da parte di tutti, nessuno escluso.

Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. - tel. 347.6504095 --- 5x1000 C.F. 94077010547
 

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili. Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di più.

EU Cookie Directive Module Information