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Lunedì 15 Ottobre 2012 17:22

Andiamo oltre l’emergenza quotidiana

di Marina Vergoni *

 

Quando  si legge “massacrato giovane con mattarello.... “,  incuriositi  si approfondisce  la  notizia,  ma difficilmente  si va oltre, chiedendoci perché si è arrivati a tanto. La riflessione, indubbiamente, non deve avvenire sull’onda dell’emozione suscitata dalla notizia di cui tutti ne parlano, ma su basi di analisi di un trascorso premonitore al quale non si è data importanza.

Siamo la società che corre, che azzera tutto. Il pensiero e la riflessione sono beni superflui,  sembra che non ci appartengano più, coltiviamo il nostro piccolo orticello di affetti, di quotidianità e ci reputiamo fortunati perché riusciamo a sopravvivere a tanto caos.

Siamo i nuovi figli di una società troppo abituata a vivere l'emergenza, ad affrontare il problema quando ormai è diventato, come in questo caso, un dramma; un dramma per una famiglia distrutta, per un paese  che deve ricreare una fiducia nelle istituzioni e nel proprio tessuto sociale, ma, ancora di più, per un sistema sociale che fa acqua da tutte le parti. L' Umbria è sempre stata all'avanguardia sul sociale ma ora sembra che il sistema di rete sociale abbia allargato troppo le  maglie e cominciano ad esserci troppi buchi anche abbastanza grandi e pericolosi.

 

Come associazione quasi giornalmente veniamo a contatto con persone che si sentono sole, confuse, abbandonate e  che debbono lottare per riuscire a fare il genitore: diritto che diviene inalienabile nel momento in cui nasce un figlio in una famiglia.

 

Nel caso di Pietrafitta questo diritto  non conta per chi ha compiuto  questo gesto e siamo  solo di fronte all'atrocità più cruda!!!  La cultura dell'emergenza non ci porterà a niente se non a perdere quello che faticosamente abbiamo costruito negli anni.  Bisogna ritornare a progettare, a vivere il territorio come risorsa, a ricreare un sistema di collaborazione, a lavorare per la prevenzione non pensando che questa sia solo una spesa ma un investimento indispensabile se vogliamo salvaguardare il futuro della società e dei giovani.

Questo episodio può sicuramente indurci a riflettere e ad andare oltre il contingente, oltre l’emergenza, ripensando un sistema sociale che coinvolga tutti e in cui la persona in genere riacquisti centralità e dove la tutela del minore sia visto come perno della società in continua evoluzione.

*vicepresidente  Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori

 

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