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Martedì 17 Maggio 2016 16:03

Lettera in redazione


Le istituzioni e i separati valdostani

 

“Unioni civili, il governo approva la legge. Bene, tutto quello che volete ma con un paese messo in ginocchio dalla crisi si dà tanto risalto a queste cose, che non sono altro che voti per sedie da migliaia e migliaia di euro al mese, anche nella futura pensione!!!!

I politici valdostani sono intoccabili e nessuno di loro controlla l’operato del Tribunale, dei servizi sociali e di tutto il mondo che gira attorno a loro…… Lo fanno perché la stampa non va contro di loro.

Mi viene in mente una cosa che mi dice sempre un mio carissimo amico: “vedi Manu, quando si scrive sulle problematiche, disastrose, dei genitori separati, da noi in valle, nessuno pubblica nulla: giornali, radio, tv. Omertà assoluta”. Allora mi chiedo, dove vivo?

Siamo poco più di 125 mila persone che vivono in Valle d’Aosta ed abbiamo il triste primato di essere in testa alle classifiche italiane per la maggior percentuale di separati e, ad Aosta, venti anni fa c’è stato il primo padre italiano che si è dato fuoco dinnanzi al tribunale per protestare contro le discriminazioni subite da parte della Giustizia che non riconosceva le pari opportunità genitoriali. Dopo due giorni morirà e il suo gesto è ricordato in Europa e in America il 7 aprile di ogni anno, ma sembra essere stato dimenticato proprio ad Aosta, dove qualche giudice di allora è ancora al suo posto e nello stesso tribunale.

I nostri politici locali su queste tematiche non aprono bocca!!

Eppure, con loro, noi siamo sempre stati pronti al dialogo ma, forse, veniamo ignorati perché diciamo le cose come vanno dette e a molti di loro non va giù la nostra chiarezza.

L'assistenzialismo sociale - proposto dai politici attraverso i servizi sociali per non affrontare i veri problemi dei separati – è, secondo il mio modesto parere, una forma di clientelismo elettorale e niente di più.

 

Tutti conoscono la pesante realtà dei separati: molti avvocati non informano il/la malcapitato/a e ti svuotano le tasche più velocemente di uno scippatore!! Alcuni giudici mi sembrano che vivano ancora nella antica Roma e decidono in base a come si svegliano al mattino... non ci sono regole certe per tutti e domina tanta discrezionalità.

 

Personalmente, sono molto preoccupato per l'avvenire dei miei figli; non vedo alcuna volontà politica di modificare le cose per di andare avanti, per migliorare la società. Invece si parla di queste cose, ma superficialmente, soltanto se c'è un egoistico tornaconto ed è vergognoso che chi dovrebbe farlo perché eletto dai cittadini o perché svolge una professione pagata per la tutela dei minori e del loro genitore più debole si comporti in questa maniera, noncurante che un giorno saranno i nostri figli a chieder loro spiegazioni. La maggior parte dei genitori che si separano o divorziano sono lasciati soli e nessuno si preoccupa delle ingiustizie da loro subite.

Per i separati, aiuti dallo Stato, zero; aiuto dalla chiesa, ancora zero. In compenso, però, continuiamo (continuiamo, perché i soldi sono dei cittadini) ad aiutare tutti quelli che si trasferiscono da noi, per lo più abusivamente, e che non rispettano le nostre leggi; aiutiamo i gruppi di non so cosa, purché portino i voti....

Come diceva un vecchio detto, “non far passare alla bocca ciò che dice la mente”.  Mi fermo qui, altrimenti metterei a rischio anche il futuro dei miei figli!! Sì, perché da noi in Valle vieni subito “bollato” se osi affrontare certi discorsi... Cordiali saluti”  (lettera firmata)

***

Cosa aggiungere?

Nulla perché lei ha messo la mano nella piaga dell’indifferenza delle istituzioni valdostane verso i figli dei separati e verso il genitore più debole. C’è una politica delle separazioni funzionali ai servizi sociali, a tutte quelle strutture sociali protette e tutte quelle create ad hoc per tenere i figli lontani dal genitore non collocatario.

Non parliamo poi della presunzione con cui vengono stilate relazioni per il tribunale da parte di assistenti sociali, educatori, mediatori, psicologi che, purtroppo, molto spesso suscitano tante perplessità e non dico altro. Come si può accettare che tanti padri da loro “bollati” come immaturi ed inadatti sono quelli a cui dopo anni di indagini, di chiacchere ... i tribunali sono costretti a cambiare parere e, anche se i danni sono stati fatti, chiedere il loro intervento per aiutare i figli in difficoltà proprio perché vissuti senza padre?

Cosa dire dei figli che abbandonano il genitore presso cui i servizi sociali ed i tribunali li avevano collocati per trasferirsi da quello “immaturo ed inadatto” e con lui hanno ritrovato la serenità? Nessuno ne parla mentre si dovrebbero prendere pesanti e chiari provvedimenti nei confronti di chi, professionalmente, non ha saputo valutare i singoli casi, arrecando danni esistenziali a questi sfortunati minori.

Non parliamo poi dei presunti maltrattamenti in famiglia che colpiscono sempre i padri, nei confronti dei quali, senza specifico riscontro, vengono presi provvedimenti restrittivi e gli sfortunati devono affrontare serie difficoltà, anche economiche, per difendersi.

Le pari genitorialità, soprattutto nella fase iniziale della separazione/divorzio, non esiste e le pressioni con cui si vuole imporre la separazione consensuale e il divorzio congiunto aggravano la conflittualità tra i genitori – ad esclusivo danno dei figli – che, dopo alcuni mesi, riesplode e si ricorre nuovamente al tribunale che, poiché erano state sottoscritte consensualmente la separazione o congiuntamente il divorzio, il ricorso viene rigettato. Alla beffa anche il danno, dunque.

Ci si vergogna del gesto di quel maestro e psicologo che si è tolto la vita perché gli era stato negato il diritto all’esercizio della paternità dai giudici nella completa indifferenza della società valdostana e, forse, anche di chi gli sarebbe dovuto stare vicino e condividere le sue plateali proteste pubbliche. Sono allo studio, a livello nazionale, iniziative per ricordarlo e, con una manifestazione in suo onore, per richiamare l’attenzione sulle discriminazioni che i padri separati ancora subiscono nell’indifferenza delle istituzioni.

Potremmo dilungarci sulle cose che non vanno in Valle d’Aosta e mi limito a dire solo che nella stampa, anche quella pagata dai cittadini, c’è poca sensibilità per le problematiche dei separati e divorziati, soprattutto se si chiamano in causa politici, servizi pubblici, tribunali e le salate parcelle dei professionisti, pagate troppe volte a nero. In tanti sanno ma ignorano la loro evasione fiscale.

Cosa fare?

Denunciare ad alta voce le cose di cui si è a conoscenza, chiedere spazio alla stampa finanziata con i soldi pubblici e scrivere a questo sito che, fatte le dovute verifiche, pubblicherà il vostro intervento.

Ubaldo Valentini

 

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