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Venerdì 27 Gennaio 2017 17:42

Legali e Giudici: al servizio di chi?


Gentile Associazione,

vi seguo sul web da tanto tempo e condivido le vostre battaglie per i figli e per il genitore impotente dinnanzi ai Giudici e ai servizi sociali.

Mi sono deciso ad inviarmi alcune mie considerazioni sulla Giustizia per sottolineare il calvario a cui siamo condannati noi padri separati, quasi sempre intimoriti a pretendere il rispetto dei nostri diritti e di quelli dei nostri figli. Chi ha sperimentato la separazione giudiziale sconsigliano di mettersi contro le decisioni dei giudici perché così si peggiora la nostra posizione.

Ho avuto due legali, prima una donna e poi un uomo, ed ambedue mi sconsigliarono di insistere sulle mie richieste per ottenere una separazione che garantisse a me e ai miei figli la bigenitorialità.

Leggendo i vostri articoli ho avuto l’impressione che non volevano contrapporsi al giudice e, purtroppo, alla mia moglie la cui famiglia è economicamente potente. Dinnanzi alle mie insistenze mi veniva ripetuto che così operano i tribunali e che col tempo poi le cose cambieranno, facendomi capire che se insistevo sulle mie ragioni dovevo cercarmi un'altra difesa. Le parcelle erano sempre elevate.

In questa situazione non mi è restato che fare buon viso a cattiva sorte.

Al divorzio ho cercato di modificare le condizioni di separazioni, ma inutilmente perché mi è stato risposto che non c’erano stati fatti nuovi rispetto alla separazione e pertanto non c’era alcun motivo per modificarne le condizioni. I miei figli all’atto del divorzio chiesto dalla mia ex, avevano 13 e 11 anni. (lettera firmata)

 

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Il titolo dato a questo intervento è volutamente provocatorio non tanto per discreditare l’intera categoria degli avvocati e dei giudici ma per evidenziare come alcuni loro esponenti non aiutano i cittadini ad avere fiducia nel loro operato.

Le considerazioni-denuncia del nostro lettore sono, purtroppo, conseguenti a tanti fatti che con consuetudine accadono nel variegato e complesso mondo delle separazioni. Le sentenze, con troppa facilità, sono” creative” e non giustificate in punto di diritto e si basano prevalentemente su valutazioni psicologiche - “fai da te” - che solo con tanta buona volontà e permissivismo potrebbero essere tollerate dalla scienza psicologica.

La convinzione che in alcuni collegi giudicanti prevalga la convinzione ideologica che la donna sia intoccabile e che il padre non possa assolvere adeguatamente al ruolo genitoriale è diffusa tra quei genitori che vengono “massacrati” da provvedimenti e sentenze di parte fortemente punitive e lesive del loro ruolo e della loro dignità. Si riconosce loro solo l’obbligo a pagare assegni di mantenimento non giustificati dallo stipendio percepito. Le spese straordinarie non vincolate al dovere dell’approvazione preventiva del genitore collocatario spesso sono insostenibili e costringono il padre a vivere con pochi spiccioli e, spesso, a supplicare ospitalità a parenti, amici e strutture di carità.

 

Il disagio del genitore debole, però, non interessa minimamente alcuni giudici, i quali non riescono a comprendere che senza equità economica e senza provvedimenti equi non c’è bigenitorialità e i minori non vengono tutelati proprio per le inadempienze di chi dovrebbe istituzionalmente tutelarli.

Il CSM? Non interviene per solidarietà di casta e per quel principio della non interferenza che rende il Giudice autonomo ed intoccabile. Intanto anche quest’anno abbiamo ascoltato per TV la relazione della suprema Corte di Cassazione sull’apertura dell’anno giudiziario, molto autocritica. Forse fa capolino anche in mezzo agli ermellini il gravissimo e sentito problema della crisi della Giustizia.

Cosa dire, poi, dei legali?

La deontologia di alcuni professionisti, continuamente invocata, è sconosciuta e nemmeno l’ordine, forse, è in grado di pretenderla. E’ il caso per i malcapitati di stipulare, all’inizio del mandato, una convenzione con la specificazione di tutti gli adempimenti, compreso l’eventuale danno provocato. Se la società si muove verso un sistema responsabile è anche giusto che il professionista assume questo impegno.

Gli Ordini professionali mancano di fare i dovuti controlli e il cittadino resta esposto agli umori della giustizia e a quelli del suo difensore, che si dice di fiducia.

Il lettore riporta la propria esperienza – che accade sistematicamente in tante separazioni – alla quale possiamo aggiungere (solo a titolo di esempio fra i tantissimi che conosciamo) un altro eloquente fatto accaduto in un tribunale del nord-ovest. Un padre, inesperto di diritto e di separazione, si rivolge ad una legale per essere illuminato e guidato nella causa per lui sconvolgente. La legale, prospettando scenari apocalittici in caso di separazione giudiziale e di insistenza su alcuni suoi diritti, gli propone come soluzione ottimale una consensuale alle condizioni “imposte” dalla moglie e dalla di lei legale.

Il padre, disorientato e per paura di non poter più frequentare i figli, firma la separazione consensuale predisposta dai legali senza considerare che certe condizioni economiche sarebbero state per lui insostenibili.

Solo dopo viene a conoscenza che la moglie gli aveva lasciato tanti debiti e gli aveva svuotato il c/c. Solo in questo momento si rende conto che quelle cifre, compreso il mantenimento al figlio che lavora, non erano per lui sostenibili.

Trova difficoltà a pagare la stessa legale a cui chiede una sostenibile ratealizzazione della cifra richiesta. Il legale, in risposta, procede immediatamente al recupero forzoso della accresciuta parcella. Siamo sul limite delle procedure estorsive e sarebbe il caso che qualche procura della Repubblica si addentrasse in questo mondo.

Di quale giustizia parliamo in questo PAESE se il sistema istituzionale si è trasformato in una potente macchina organizzata per sfruttare il cittadino?

Ingiustizie ed abusi vanno denunciati e resi pubblici, perché chi è preordinato a rappresentare lo Stato e i suoi cittadini intervenga a ristabilire correttezza, onestà e lealtà nelle attività per le quali ha GIURATO di rispettare la legge e di assicurarne l’applicazione in modo uguale per tutti.

L’associazione mette a disposizione gli spazi di questo sito web. (u.v.)

 

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