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Lunedì 08 Maggio 2017 10:49

Affido Condiviso Alternato


Per restare genitori, sempre!


di Ubaldo Valentini*


L’affido condiviso alternato, dopo la pubblicazione delle Linee guida per la famiglia formulate dal Tribunale di Brindisi, rappresenta la piena applicazione della legge 54/2006 con la conseguente cancellazione della ibrida figura del genitore “prevalente”: alibi escogitato da chi, nelle separazioni, non vuole cambiare nulla e preferisce formulare provvedimenti in serie piuttosto che centralizzati sui singoli minori.

La nostra associazione, consapevole delle contraddizioni dei tribunali, per cambiare le modalità di affido dei figli nel 2000 aveva pubblicato la Carta dei Diritti nelle Separazioni, ed alcune idee si ritrovarono tali e quali, poi, nella proposta di legge Tarditi che, in parte stravolta in Parlamento, ha dato vita alla legge sul Condiviso.

Dal 2006, per una corretta applicazione della legge, l’associazione si è fatta promotrice dell’affido condiviso alternato che poneva i due genitori sullo stesso piano in merito alla collocazione dei figli e per i quali non prevedeva più l’assegno per il loro mantenimento da versare al collocatario. Fattori questi che erano e sono all’origine della conflittualità tra i genitori portata alla sua esasperazione col passare del tempo poiché, nei provvedimenti in serie, esiste quasi sempre un soccombente (il non collocatario) e un vincitore (il collocatario).

Come per il condiviso allora e poi con il Condiviso alternato avevamo visto giusto ed avevamo anticipato - di molti anni – la necessità dell’immediato rispetto dei diritti dei minori e di ambedue i genitori nelle separazioni.

I profeti dell’ultima ora farebbero bene a ricordarsi di quanto, per opera nostra, in tempi non sospetti circolava sul Web a tutela dei figli e dei genitori. Coloro che oggi esaltano il condiviso alternato, dopo la coraggiosa presa di posizione del Tribunale di Brindisi, farebbero bene a rileggere quello che, fino a pochi mesi fa, loro stessi scrivevano sulla bigenitorialità, sulla mediazione familiare – da tutti contestata per la sua inefficacia e per la incompetenza degli operatori – e soprattutto tacevano spudoratamente sul deleterio operare di tantissimi servizi sociali, sulle sospette “collaborazioni” tra le istituzioni chiamate a tutelare i minori. Mai una condanna dell’operato di troppi magistrati (che hanno sempre un nome e un cognome, almeno per chi gli accredita lo stipendio!) è uscita dalle loro labbra.

Corti di memoria, ora si ergono a paladini del condiviso mentre fino a ieri chiedevano di rivedere la L.54/2006 perché non tutelava nessuno, pretendendo, però, la mediazione familiare obbligatoria come panacea di tutti i mali. Chiedevano, in realtà, la legalizzazione di un altro carrozzone clientelare finanziato dai cittadini ma a servizio, fondamentalmente, dei tribunali e dei servizi sociali che reciprocamente si sorreggono. Forse, fra qualche settimana, li vedremo cavalcare altre teorie, ma solo se funzionali ai loro interessi.

E’ giunto il momento di pretendere il cambio di rotta in tutti i tribunali per garantire un giusto ed equo affidamento dei minori nelle separazioni. E’ intollerabile che nei luoghi dove si amministra la Giustizia si continui ad imporre una procedura giudiziaria che in nome della discrezionalità - che la legge non prevede – quotidianamente si discrimina un genitore negandogli il suo inalienabile diritto alla paternità.

La paura che serpeggia tra i genitori “espropriati” dei propri diritti genitoriali favorisce la loro ulteriore soccombenza ad un sistema giuridico e sociale che li emargina e li distrugge come persona.

Da qui la necessità di iniziare un dibattito diffuso sul territorio per diffondere una diversa cultura sull’affido dei minori nelle separazioni che è indispensabile per cambiare una prassi anacronistica e dannosa per i figli e per i genitori.

Con gli incontri iniziati ad Aosta e Cesena e che proseguiranno in altre città italiane, l’associazione vuole aprire un contraddittorio tra genitori, istituzioni pubbliche (tribunali e servizi sociali), politici e professionisti che gravitano attorno alla conflittualità genitoriale e al malessere dei figli che lo Stato ha reso orfani di un genitore.

La battaglia non sarà facile, ma alla fine le cose dovranno pur cambiare.

 

*presidente Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori

 

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