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Venerdì 14 Giugno 2019 12:18

Aosta, venerdì 21 giugno 2019


La Tutela dei Minori, prima di tutto

per noi ma non per le istituzioni vda!


Si terrà ad Aosta (Sala Conferenze CSV via Xavier de Maistre, 19) un interessante CONVEGNO sulla tematica: “Valle d’Aosta: nelle separazioni siamo tutti responsabili di pregiudizi e danni ai minori!”.

Interverranno la dott.ssa Marina Vergoni, assistente sociale e vice presidente dell’Associazione, (Per noi, la tutela dei minori prima di tutto), apre e presiede i lavori; gli avv.ti Gerardo Spira (Il regolamento per fermare prepotenze ed abusi dei servizi sociali) e Francesco Valentini (La tutela di genere della Giustizia favorisce lo strapotere dei servizi sociali); per i politici Roberto Cognetta (Le responsabilità politiche per un corretto funzionamento dei servizi sociali nell'ambito della pubblica amministrazione) – Presiede la dott.ssa Marina Vergoni, assistente sociale.

Alle ore 16 Tavola Rotonda su: “La tutela dei minori nelle separazioni in Valle d’Aosta” con la partecipazione di Eugenio Greco e William Perron, genitori separati; Andrea Manfrin, Manuela Nasso, Roberto Cognetta e Claudio Restano, consiglieri regionali; Gerardo Spira, avvocato. Moderatrice: Manila Calipari, giornalista.

Ingresso libero e dibattito aperto a tutti.

E’ intollerabile che, da parte dei servizi sociali e del servizio di psicologia, ai genitori separati non sia permesso l’accesso ai fascicoli dei propri figli e nemmeno alle registrazioni dei colloqui, ai test a cui sono sottoposti minori e genitori, sottraendosi così alla legge sulla pubblica amministrazione di cui fanno parte ed invocando la privacy che, di fatto, non è applicabile (art. 22, l. 241/90), e rendendo impossibile il contraddittorio nelle aule del tribunale. Come confutare quello che scrivono i servizi sociali se non esistono i documenti a riprova?

Non esistono zone franche ed è inaccettabile che il Tribunale non verifichi la veridicità delle relazioni dei servizi sociali, che, spesso, invece di riferire su minori e genitori, propongono soluzioni di affido che resta di esclusiva pertinenza del giudice, previlegiando l’ideologia di genere.

I servizi sociali, poi, non possono essere delegati a prendere provvedimenti in nome e per conto del giudice, come ci ricorda sovente (e con sonore multe che tutti noi paghiamo) la Corte Edu di Strasburgo.

E’ vergognoso che si amministrino le separazioni (tribunale e servizi sociali Asl) e l’affido dei figli in base alle rivendicazioni di genere delle madri avallate dalle istituzioni preposte alla tutela dei minori. Politica di genere o discriminazione genitoriale? Ambedue vere! Dov’è la terzietà dei servizi e delle istituzioni pagati con i soldi dei cittadini?

Abbiamo denunciato – da anni – e nell’indifferenza gli abusi istituzionali ad Aosta nell’affido dei minori ed abbiamo chiesto l’allontanamento dall’incarico gli operatori chiamati a dirimere la conflittualità genitoriale, super partes, che erano in prima fila a sostenere le richieste di genere delle madri in pubbliche manifestazioni contro l’affido paritario, il mantenimento diretto dei figli e la conseguenziale abolizione dell’assegno di mantenimento a carico di un solo genitore e l’inamovibilità della madre dalla casa familiare anche quando di proprietà esclusiva dell’altro genitore. Chi palesemente schierato con una parte come può valutare e “inopportunamente” decidere sui minori?

Tace il tribunale e l’assessorato alle Politiche sociali, paladini alla difesa ad oltranza dell’operato dei servizi sociali per bocciare la richiesta di un Regolamento, che rifiutano sistematicamente di partecipare a pubblici dibattiti su queste tematiche, preferendo “commissionare” risposte a tutta pagina in un quotidiano la cui redazione locale è a loro vicina. Dinnanzi alla nostra doverosa replica, in amore del vero, il giornale piemontese ha impiegato più di un mese per pubblicarla, mettendola in un angolo delle “lettere in redazione”. Viva questa informazione valdostana in-dipendente! Per fortuna, non tutta la stampa valdostana è così “deontologicamente corretta”. Il problema si risolve non acquistando o seguendo chi ci propone informazioni di parte e non permette, come in questo caso, il corretto ed immediato diritto di replica riservando la stessa rilevanza della pagina contestata!

Ci chiediamo perché il tribunale non colloca mai i figli presso il padre, non concede l’affido paritario, non richiede accertamenti sui redditi – quasi sempre a nero – della madre e dei suoi “conviventi”.


Vorremmo sapere con quali criteri vengono determinati gli assegni di mantenimento dei figli, come funziona la tanto discussa mediazione familiare (basterebbe leggere gli accordi fatti sottoscrivere ai genitori per abolirla immediatamente e chiamare i responsabili alla restituzione dei compensi percepiti!) e quali controlli – dovuti per legge - sull’attività dei servizi sociali e mediazione familiare vengono fatti da parte della Regione e dell’Asl.

Vorremmo che ci sia spiegato perché nel solerte tribunale i ricorsi dei padri, ridotti in miseria o esclusi dalla vita dei figli per decisione della madre, vengono quasi sistematicamente rigettati mentre tutte le richieste materne trovano rapida accoglienza. Il mancato o parziale versamento dell’assegno di mantenimento per i figli, per obiettive difficoltà occupazionali o perché gravati da finanziamenti sottoscritti in regime di matrimonio o convivenza, viene sempre duramente condannato dal Tribunale penale di Aosta, anche per poche centinaia di euro e in assenza di urgenza per il noto lavoro a nero da tutti conosciuto, forse, meno che da parte di chi dovrebbe indagare.

E’ questa la giustizia invocata o esaltata dal “noto” quotidiano?

Il disagio di tanti minori e la disperazione di altrettanti padri in Valle d’Aosta è innegabile come pure sono un dato di fatto i tanti suicidi di padri separati, non salvaguardati nella loro co-genitorialità, che, a partire dal 1996, hanno segnato la tragica situazione della Valle d’Aosta nell’indifferenza di chi, invece, avrebbe il dovere di tutelare loro e i loro figli.

La prassi di emarginare il padre dalla vita dei figli è una grave discriminazione nei confronti degli uomini, che non lede soltanto il diritto del padre, ma, soprattutto, i diritti dei figli, che vedono violate relazioni primarie fondamentali per la loro vita.

A queste assurdità il Convegno tenta di dare una risposta. Contatti: tel. 347.6504095 –- Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 

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