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Lunedì 29 Luglio 2019 08:45

Aosta: gli amministratori si arrabbiano


La politica si fa con i soldi dei cittadini

che chiedono trasparenza e pubblico conto


L’avv. Jans dell’avvocatura regionale Vda invia una nota-diffida all’associazione per avere, a suo parere, offeso la onorabilità e decoro personale ed istituzionale del presidente Fosson, dell’assessore Baccega e dei dirigenti regionali e degli assistenti sociali. Questa la nostra risposta. In allegato la nota-diffida e il parere pro-veritate dell’avv. Spira. Ai soci e ai cittadini le gradite valutazioni.

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La diffida, perfettamente in linea con i comunicati stampa dell’amministrazione valdostana, richiamandosi ai comunicati stampa del 3 aprile, 6 e 10 luglio,

Rileva, in prima battuta, inesattezze e pretestuose affermazioni, in esse contenute, “lesive dell’onorabilità e del decoro personale e istituzionale del Presidente, dell’assessore e della dirigenza individuata nel Comunicato stampa e più in generale dei dirigenti regionali e assistenti sociali”.

Contesta poi l’errato richiamo alla sentenza della Corte Costituzionale n. 37/2015, in forza della legge regionale n. 22 del 2010, ritenuta corretta per la dirigenza, secondo gli artt. 18 e 21, confermando a tal proposito la legittimità delle attribuzioni di coordinatore assegnato con la deliberazione n. 371/2019.

Ritiene pretestuose le affermazioni dell’associazione contenute nel comunicato stampa “L’assessore Baccega non la racconta giusta”, interpretando, secondo l’avvocato, una immagine negativa della figura istituzionale.

L’avvocato Jans trova, inoltre, lesiva l’onorabilità delle istituzioni valdostane l’accostamento ai fatti occorsi a Bibbiano della Regione Emilia Romagna.

Precisa, il legale della V.D.A, che l’amministrazione valdostana durante un incontro, (non precisa quale e con quale amministratore) è stata “leale”, fornendo tutti i chiarimenti del proprio operato. E ritiene ancora che la risposta all’interpellanza del consigliere Cognetta del 4 luglio è stata correttamente data dall’assessore in Consiglio.

Ritiene infine che il comunicato del 10 luglio sia stato “un nuovo attacco alle istituzioni, in particolare ai servizi sociali, di cui l’associazione dovrà rendere conto.

Conclude che l’Amministrazione valuterà la portata dei comunicati al fine della tutela della onorabilità istituzionale.

L’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori, che ho l’onore di rappresentare, da oltre 20 anni porta avanti nei confronti istituzionali la battaglia intesa a considerare “innanzitutto i minori” nelle questioni della famiglia separata o divorziata, e a rispettare i principi ed i valori che riguardano diritti e dignità degli interessati. Ciò nei confronti di Autorità ed Istituzioni che hanno a che fare con la problematica della famiglia e soprattutto nei confronti dei soggetti informatori ed attuatori dei principi

Dove abitano gli intoccabili!

Dove abitano gli intoccabili!

della Costituzione e delle leggi dello Stato.

Il cittadino richiede il rispetto delle leggi e le garanzie del giusto e corretto procedimento nei casi che lo riguardano, cioè imparzialità, uguaglianza di trattamento, applicazione del contraddittorio e giusto processo.

Abbiamo rilevato che in V.D.A nella materia che discutiamo non viene applicata la legge 241/90 e per di più i Servizi sociali sono portatori di una cultura di preferenze e di privilegi di genere, che hanno già segnato profondamente il valore della vita e l’importanza della presenza culturale dei genitori nel rapporto con i figli e con la società. La separazione non è un valore istituzionale, ma un accadimento che non deve pregiudicare la serena continuità della vita sociale.

Essenziale è la funzione delle istituzioni nei procedimenti aperti, ancora più importante è il ruolo politico di chi rappresenta la comunità. Abbiamo chiesto, come detta la legge, applicazione di regole a tutti i livelli e garanzie di comportamento per tutti.

I Servizi sociali della V.D.A si rifiutano di applicare la legge e i Politici di turno ne sostengono “il filo”. La gravità di quanto denunciamo è scoppiata col caso del padre costretto a vivere in macchina, che ha messo fuori gioco tutti. Quanto accaduto a questo padre risulta ancora più grave dei fatti dell’Emilia Romagna, perché un padre, a cui gli sono stati messi due figli in comunità a sua insaputa basandosi, senza riscontro, solo sulle dichiarazioni della madre, incredibilmente estromesso dalla vita e dalla casa familiare, ha dormito in auto per quasi 15 giorni, in strada pubblica, nella città di Aosta e nella Regione che si richiama al più elevato livello di civiltà d’Italia.

E le Istituzioni contestano le denunce dell’Associazione. Non solo, ma minacciano addirittura denuncia per la tutela dell’immagine e della onorabilità.

Ciò che è stato negato, a questo padre, con sostenute motivazioni politico-legali, ha trovato immediata soluzione in seguito al clamore mediatico. Politici e funzioni hanno accelerato e scavalcato tempi e procedure. E’ stata trovata la casa e i soldi per le mensilità da dare come caparra e la mensilità per l’agenzia. La situazione di questo padre ha scoperchiato difetti, vizi e irregolarità nella P.A, in quella P.A in cui l’Avvocato Jans con dovizia di conoscenza ha intravisto il danno all’immagine e alla onorabilità.

E chi risponderà dei danni all’immagine della Comunità, e a quella del padre umiliato ed offeso?

Sulla nota-diffida rilevo

- Relativamente all’errato richiamo della sentenza n. 37/2015.

L’associazione, per i motivi intercorsi durante la discussione con politici e funzionari, ha posto il problema della legittimità della delibera n. 371/2019. Richiedeva di sottoporla al preventivo parere della sezione speciale della Corte dei Conti, per gli aspetti rilevati. La richiesta, fu considerata un atto di intromissione nell’attività dell’amministrazione. L’associazione ne promuoverà l’esame di propria iniziativa.

Si coglie l’occasione per allegare il pensiero in merito da parte del nostro presidente onorario, avv. Gerardo Spira.

- Relativamente alle pretestuose affermazioni dei comunicati stampa, come quelle contenute in merito all’ignobile episodio del genitore a cui sono state sottratte le figlie per metterle in comunità a sua insaputa, cacciato di casa e costretto a vivere in macchina, ho confutato, come mio diritto, pensieri e considerazioni di scelta e decisione politico-gestionali.

In Valle d’Aosta ogni anno troppi padri si suicidono. Perché? (foto Ansa)

E mentre il Consiglio Regionale discuteva del “bene” della amata Valle d’Aosta, questo genitore, brutalmente isolato e abbandonato dalle istituzioni, trascorreva la notte in macchina. Altre considerazioni appaiono superflue e lesive della dignità della persona. (Errare humanum est, sed perseverare est diabolicum).

- Relativamente all’accostamento ai fatti dell’Emilia.

L’associazione considera oltremodo violento qualsiasi maltrattamento dell’uomo e lo ritiene ancor più grave quando la società lo provoca attraverso le proprie istituzioni poste a salvaguardia del benessere della persona.

E’ violenza quella determinata nei confronti di questo indifeso genitore, come è grave violenza quella che determina l’internamento di minori per finalità contrarie alla legge, come tanti casi anche in Valle d’Aosta, o quella falsamente spinta a far dimenticare il genitore posto (con decisioni inaccettabili) fuori dalla famiglia.

- Relativamente agli incontri.

Va precisato che l’assessore Baccega, pur dichiarando di essere disponibile, in due incontri formali di pochi minuti, non ha mai affrontato seriamente le problematiche che affliggono i genitori separati sollevate dall’associazione, chiudendosi nella sua convinta posizione bene espressa nei comunicati. Valga il vero invece che un incontro è stato tenuto anche con il precedente assessore dott.ssa Certan Chantal. In quella occasione era presente anche il coordinatore dei servizi sociali dott. Igor Rubbo che non si espresse sia sulle contestazioni di rifiuto dell’accesso da parte dei Servizi che sul Regolamento di disciplina delle loro attività.

Invece in altro incontro tra l’avv. Jans, le dott.sse Scaglia, Fois e dott.ssa Ciocchetti, il socio Greco con l’avv. Valentini, a cui era stato negato l’accesso al suo fascicolo, e il sottoscritto, tenuto il 3.12.2018, l’associazione si è premurata di redigere verbale sottoscritto, il cui contenuto lascia comprendere in quale ginepraio è scaraventato il cittadino (mancanza di trasparenza, negazione del contraddittorio, assenza di coordinamento tra i servizi). Il dirigente dell’avvocatura regionale anche in quella occasione sosteneva tesi non supportate dal diritto.

- Relativamente al Comunicato del 10 luglio.

Il comunicato è ritenuto dal legale un ulteriore attacco alle Istituzioni, particolarmente grave, specie per i servizi. Chiariamo questo aspetto, provocatoriamente suggerito, in segno minatorio nei confronti dell’Associazione. Crediamo che non dobbiamo scomodare il codice per delineare la portata del reato di abuso di ufficio. Per noi è abuso del diritto quando non si applicano le leggi correttamente; è abuso quando non si disciplina la vita pubblica secondo i dettami della legge; è abuso quando non si osserva il principio dell’art. 97 della Costituzione e si discrimina un genitore, accantonato o costretto a dormire in macchina. E’ omissione quando la funzione pubblica interviene in seguito a “chiamata (clamore mediatico) urgente” sul caso affidatogli o segnalatogli con un provvedimento ufficiale.

Di questo genitore e di altri, che pure esistono, le Istituzioni hanno nome e cognome.

Quale scheda è stata impostata per questo padre? quanti interventi sono stati eseguiti? quali segnalazioni sono state fatte e quanti documenti risultano negli archivi?  Chi ha mancato di intervenire subito? Come mai dopo l’urto mediatico della stampa sono accorsi tutti, sono stati trovati i soldi e la casa e così via?

Le Istituzioni non sono state inventate per prendere in giro i cittadini, ma per salvaguardarne diritti e doveri, vigilare e controllare sulla dignità e sui diritti. La vigilanza e il controllo consentono di prevenire danni e drammi. Dopo è tardi, quando i pregiudizi e i danni hanno già scavato la “fossa”. Riteniamo, a giusta ragione, che il discorso vada affrontato anche per le “case” cosiddette familiari, viste e segnalate come luoghi di “cura e di riabilitazione” (?).

La conclusione tratta dall’avvocato Jans ci tranquillizza perché come associazione riteniamo di dovere aprire le porte dove sono ostinatamente sbarrate al diritto, senza alcuna intenzione politica. L’associazione ha sposato il motto che “i diritti dei genitori e dei minori non hanno colore politico”. Certamente ci attrezziamo per farli valere.

Sorge invece il dubbio quando da parte delle istituzioni si monta un muro impenetrabile, come se si dovessero tenere segregate notizie e fatti che sono di dominio pubblico.

La politica si fa con i soldi dei cittadini e questi chiedono trasparenza e pubblico conto.

Noi non abbiamo diffidato, ma denunciato una situazione e fatti. Abbiamo chiesto l’applicazione della legge. Abbiamo anche informato le autorità centrali su quanto accade, rimettendo ogni notizia sul problema.

Le diffide e le minacce assumeranno dignità nel caso di svolta in favore di tanti genitori caduti nella disgrazia di procedimenti aperti contro il valore della famiglia.

prof. Ubaldo Valentini

presidente pro-tempore “Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori”.

 

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