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Martedì 30 Novembre 2021 17:27

Importante sentenza del Tribunale di Aosta


Revocata l’assegnazione della casa coniugale

alla madre e al figlio che non vive più ad Aosta


Giustizia fatta dopo anni di improprio ed indebito uso della casa coniugale, in comproprietà tra i due genitori della società bene valdostana, da parte della madre collocataria, che utilizzava per il figlio, per il nuovo compagno, ora suo marito, e per la prole avuta nella nuova relazione familiare, quando la stessa era stata assegnata esclusivamente a lei e al figlio. Da oltre un anno, il figlio si è trasferito in altra regione per gli studi universitari e ritornava ad Aosta poche volte all’anno per una breve visita di cortesia alla madre.

Il padre, assistito dall’avv. Francesco Valentini, ha chiesto la revoca dell’assegnazione della casa coniugale, perché, di fatto, era utilizzata dalla madre e dalla sua nuova famiglia da oltre un decennio. La motivata istanza ha trovato accoglimento presso il tribunale di Aosta, che, nel revocare il provvedimento risalente alla separazione, ha anche stabilito il termine in/entro cui la casa doveva essere riconsegnata ai legittimi proprietari, padre e madre. La Corte d’appello di Torino, a cui la signora era ricorsa con il proprio procuratore, ha riconfermato la sentenza del tribunale di Aosta.

Il rinomato legale della signora, nel riconsegnare le chiavi della villa al collega che ha difeso il padre, non lo ha nemmeno salutato al suo arrivo in studio e, dopo alcuni minuti, lo ha chiamato con tono arcigno dicendogli “vieni qua e firma la ricevuta di riconsegna delle chiavi” (al momento dell’accesso ai locali della casa, si sono accorti, però, che mancavano due delle quattro chiavi totali dovute). Lo ha considerato, in definitiva, come uno sguattero. E pensare che una volta i legali famosi erano considerati Principi (principesse) del foro! Erano, ovviamente, altri tempi e si rispettavano altre deontologie professionali, anche quando si perdevano le cause.

Una vittoria c’è stata ed è stato ripristinato un diritto ad un cittadino che, per circa due decenni, aveva subito, per il bene del figlio, l’arroganza e strafottenza di una benestante moglie e del di lei nuovo compagno – marito, altrettanto noto in vallata.

 

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