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Venerdì 17 Giugno 2022 15:52

Nella gestione dei servizi sociali



Per i solerti politici della Valle d’Aosta

esistono, da sempre, figli e figliastri

 

Ad ogni indifferenza del potere politico sui problemi dei cittadini occorre rispondere puntualmente e con energia, richiamando gli amministratori locali e regionali ai propri doveri istituzionali, assunti con l’accettazione della elezione e delle cariche amministrative. Non è facile farlo, perché le promesse elettorali vengono sempre dimenticate quando i politici devono affrontare l’amministrazione pubblica e quando al dire bisogna far seguire il fare.

Il sociale – per entrare nel tema di questo intervento – deve essere rigorosamente programmato, con scelte chiare e trasparenti, rendendo pubblica la sua gestione e i risultati dei continui monitoraggi, come la legge impone, con la valutazione dell’operato delle istituzioni e dei loro operatori, prevedendo, se quest’ultimi dovessero risultare inadempienti, provvedimenti disciplinari e la cessazione del rapporto di lavoro. Dinnanzi alle continue segnalazioni di inefficienza istituzionale – e, talvolta, anche di abusi da parte degli operatori – da parte dei cittadini, la politica, regionale e comunale, continua a fare orecchi da mercante, a dispensare favori e a praticare uno sfacciato clientelismo su cui la magistratura dovrebbe indagare.

La politica valdostana per i minori e per i loro genitori non più conviventi non può continuare a delegare senza riscontri il settore sociale, complesso e degno di professionale attenzione, ad una struttura pubblica troppo spesso obsoleta, inadeguata, inaffidabile, clientelare, settaria e disinformata, quali sono i servizi sociali, che, nell’affido dei minori, hanno intollerabile responsabilità e creano quasi sempre discriminazioni verso il padre.

 

La nostra associazione da anni denuncia l’incontrollato operato dei servizi sociali e i danni esistenziali sui minori a loro riconducibili, ma gli amministratori e i consiglieri regionali e comunali, sebbene contattati direttamente per illustrare loro la “drammatica” situazione in Valle dei separati e dei loro figli, non vogliono affrontare la questione per fini prettamente elettorali, temendo la disaffezione elettorale nei loro confronti degli intoccabili operatori dei servizi sociali. Alla maggior parte dei politici non interessa il superiore interesse dei minori e disconoscono le disuguaglianze subite dal genitore estromesso dalla vita dei propri figli e dalla “loro” casa.

 

I pubblici dibattiti sui servizi sociali, le conferenze e gli interventi sui mass-media non hanno scalfito l’indifferenza di coloro che sono stati eletti per gestire la cosa pubblica e tutelare i cittadini “del domani”, i loro genitori e i nonni, poiché, quando si arriva a discriminare il padre - e solo raramente la madre – non si tutela il minore, ma nemmeno i loro genitori.

Il tribunale, nell’affido dei minori, incarica i servizi sociali a riferire sulla situazione familiare del minore senza, però, disporre i parametri con cui il servizio pubblico deve effettuare gli accertamenti e senza imporre regole chiare sulla gestione degli accertamenti loro affidati. Le relazioni, sovente, riportano solo i desiderata materni e trascurano quanto emerso negli incontri con il singolo genitore e in quelli congiunti. Non registrano né verbalizzano gli incontri (facendo sottoscrivere il relativo verbale), nemmeno quelli con i minori, e così il genitore discriminato non può contestare le loro relazioni. Il nodo da sciogliere resta quello del rispetto della legge sul procedimento amministrativo (241/’90 e ss.mm. e ii.), che vincola i dipendenti pubblici a garantire trasparenza, efficienza, competenza e partecipazione. Ma questi operatori si ritengono esonerati dal rispetto della legge, perché loro lavorano per il tribunale – ma sono i sono pubblici dipendenti che devono rendere conto ai loro superiori del loro operato – e, con arroganza e presunzioni, si sentono esonerati dal rispettare la legge.

C’è dell’altro.

I politici, dinnanzi al malessere dei genitori esclusi dalla vita dei figli, promettono loro interessamento per rimuovere le cause del diffuso disagio dei minori e del genitore non collocatario, assicurando tutti che faranno accertamenti sull’operato degli assistenti sociali, degli psicologi dipendenti dalla Regione, degli educatori nonché delle case protette, dove si collocano madri e figli, senza, ovviamente, dire nulla al padre quando non è stato emesso alcun provvedimento d’urgenza e/o misura cautelare. Le promesse dei politici sono sistematicamente smentite dai fatti. Ciò accade perché la lobby dei servizi sociali, in Valle d’Aosta, è potente e gli amministratori non vanno oltre la formalità. I politici sono impotenti a garantire pari opportunità genitoriali, anche perché non riescono a confrontare l’attività svolta dagli operatori dei servizi sociali preparati e garanti di oggettività nelle loro relazioni con quella “imposta” da chi è accecato dall’ideologia di genere.

Nell’affido dei minori, la politica valdostana è assente nei fatti e non riesce ad opporsi alle “ingiustizie”, spesso causate da incomplete e non oggettive relazioni sui genitori e sulle esigenze del minore monitorato per relazionare al tribunale.

Assieme fanno sì che nella regione Vda continui, in un settore così delicato, la discriminazione dei cittadini tra figli e figliastri.

* per contatti: tl.347.6504095, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , www.genitoriseparati.it


 

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