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Giovedì 11 Maggio 2023 11:30

Famiglie arcobaleno e i figli “pretesi”


Ubaldo Valentini*

E’ indiscutibile che ognuno gestisce liberamente la propria sessualità, senza renderne conto ad alcuno, ma non si può avvalorare la pretesa delle famiglie arcobaleno di avere i figli, come le famiglie formate da un uomo e una donna, poiché i figli si concepiscono, non si “comprano” e “appartengono” a chi li ha messi al mondo. Non esistono ragioni per giustificare culture e prassi che considerano i figli un “oggetto” per soddisfare i desideri – o, ancor peggio, le emozioni - di chi, di fatto, li ignora con il suo rifiuto del concepimento condiviso.

Le argomentazioni portate avanti per giustificare la pretesa di figli non concepiti e per vedersi riconosciuto, in realtà, il diritto di ricorrere all’utero in affitto rivelano una fragilità caratteriale e un forte egoismo di genitori mancati per propria scelta, ma che, però, pretendono di essere genitori a tutti gli effetti, perché, altrimenti, la famiglia non sarebbe tale. Tra rinuncia al concepimento e pretesa di avere figli “propri” c’è una profonda e contraddittoria fragilità umana che non tiene conto della superficialità di certe attuali espressioni sociali.

Chiaramente, i figli devono essere cresciuti ed educati, salvo naturali eccezioni, da due genitori di sesso diverso e il modello di riferimento nella formazione della personalità del bambino e dell’adolescente non può essere due uomini o due donne, poiché, abitualmente, è il padre per i maschi e la madre per le femmine.

La sessualità non può essere disgiunta dalla genitorialità e, se le coppie omosessuali vogliono avere i figli nella loro famiglia, devono accettare la procreazione condivisa e devono assumersi le responsabilità genitoriali verso i propri figli. Questa responsabilità esiste anche nelle famiglie arcobaleno, ma diverse dalle altre espressioni di famiglia sono le ragioni che sono alla base della pretesa genitorialità.

 

Siamo in una fase di transizione epocale ed è difficile gestire il cambiamento sociale e culturale, anche perché mancano certezze nelle idealità che si rincorrono e, che, purtroppo, quasi sempre, cercano di sopraffarsi vicendevolmente, precludendo, così, le basi per un confronto esistenziale. Sui figli non si possono sperimentare progettualità improvvisate e non supportate da esperienze passate perché si “brucia” il loro futuro.

La sessualità deve essere disgiunta dalla genitorialità se vogliamo salvaguardare il futuro di una società che, altrimenti, verrebbe schiacciata da teorie non sempre praticabili e, fondamentalmente, distruttive.

I figli sono l’espressione di un amore genitoriale e la società deve fare di tutto per aiutare ciascun genitore a poter esercitare il proprio ruolo all’interno della famiglia. Non farlo vuol dire alienare il figlio dal proprio genitore e mettere in moto – o, meglio, incrementare – quel business che circonda il mondo minorile, tra adozioni, affidi, servizi sociali, case famiglia e avvocati. Occorre dire basta a questo mondo che, di fatto, è quasi sempre animato non dall’amore per i minori, ma dal calcolo economico. Chiarezza anche sulle adozioni che, troppo spesso, costituiscono un mercanteggiare tra vari soggetti non sempre trasparenti nei loro intenti e nei loro sentimenti.

I figli, senza i genitori che li hanno procreati, vengono privati della ragione della loro esistenza. Altre surroghe non sono giustificate e nemmeno ammissibili. I figli non si comprano nè sono un optional. La ragioni umanitarie di “protezione” dei figli in difficoltà prospettate dalle famiglie arcobaleno non sono tali poiché, c’è da chiedersi, perché queste famiglie non aiutano i figli di quelle eterosessuali lasciandoli, però, ai genitori naturali e non surrogati?

La solidarietà verso i minori in difficoltà, come anche nelle adozioni, si esercita non appropriandosi di loro ma lasciandoli crescere nell’ambiente in cui sono nati e vissuti nei primi anni. Diversamente, non è solidarietà ma appropriazione indebita di figli e di ruoli genitoriali.

Mettiamo a disposizione di tutti questo spazio per un confronto su questa particolare ed attuale tematica. Potete contattarci o inviare interventi scritti, purché non offensivi e sottoscritti, che verranno pubblicati integralmente se non ledono i diritti di altri.

* presidente Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps)-  tel. 347.6504095,  Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 

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