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Abolizione dei Tribunali per i minorenni

Verranno costituite sezioni speciali nei Tribunali ordinari

Stesso personale, stesse incompetenze, stessi stipendi !

 

Il Parlamento sta discutendo della riforma della giustizia e un emendamento del presidente della commissione giustizia, on. Ferrante, propone l’abolizione dei tribunali minorili, trasferendo le loro competenze - comprese le Procure della Repubblica c/o i tribunali minorili – ai Tribunali e Corti d’Appello che istituiranno sezioni specializzate per la persona, la famiglia e i minori. I tribunali per i minorenni hanno sezioni e ciascuna ha quattro giudici: due togati (di cui uno relatore) e due onorari esperti in pedagogia o psicologia.

Il personale verrà trasferito nelle sezioni specifiche create nei tribunali ordinari e verrà garantito loro lo stesso stipendio. Cosa cambierà? Nulla perché resterà sempre lo stesso personale con pregi e difetti, anzi, in molti casi, con le stesse incompetenze.

I tribunali minorili sono strutture obsolete e anacronistiche per le incapacità di alcuni giudici, togati ed onorari, per la mancanza di una loro formazione permanente – che dovrebbe essere imposta a tutti - per svolgere una attività particolarmente delicata. Non c’è rotazione tra i giudici onorari, non viene valutato il loro lavoro e di fatto sono una casta intoccabile i cui membri sono “arruolati” senza la documentata competenza, professionalità ed esperienza.

I tribunali ordinari si occupano di affido dei figli minori nelle separazioni e nei divorzi e, contrariamente a quanto avviene nei tribunali minorili, garantiscono il contraddittorio e permettono alle parti di esprimersi e proporre perizie. Negli anacronistici tribunali minorili (istituiti nel 1934), raramente si fanno Ctu e perizie poiché nel collegio giudicante esistono due “esperti” - sulla cui professionalità c’è tanto da dire - e si limita a far propri i rapporti dei servizi sociali a cui si delegano improprie competenze suppletive. I decreti emessi sono sempre provvisori e per anni rimangono tali e i genitori non possono far valere le proprie ragioni.

Il tribunale ordinario solo raramente mette i minori in case famiglia, famiglie affidatarie e in istituti e lo fa solo quando si è in presenza di provate e gravi violazioni. Il tribunale dei minori, che ha la presunzione di tutelare sempre i minori - guai metterlo in dubbio – con molta facilità ricorre a queste istituzioni sostitutive e spesso lo fa assecondando le proposte dei servizi sociali. Basta una segnalazione non disinteressata su fatti marginali di uno dei genitori per indurre il tribunale a stabilire che quel genitore veda i figli in modalità protetta e alla presenza di un educatore senza minimamente preoccuparsi di sentire anche la sua versione sui fatti stessi che lo vedrebbero protagonista. Se protesta in modo energico rischia anche vedersi limitata la responsabilità genitoriale. Se poi perdurano tra i genitori i contrasti sui figli, il tribunale minorile sbrigativamente decide che i genitori non sono idonei e manda i loro figli nelle strutture suddette e/o li affida al comune di residenza.

La abolizione dei tribunali minorili deve costituire l’occasione per rimettere ordine sulla delicata materia della tutela dei minori e dei loro genitori. La bigenitorialità è un diritto dei figli e non una gentile concessione delle istituzioni. Rimettere ordine vuol dire togliere immediatamente tutte quelle storture ed incrostazioni che hanno snaturato la vera giustizia minorile e lo stesso diritto di famiglia.

I servizi sociali sono utili, ma il loro compito va definito con un protocollo vincolante. Devono monitorare le situazioni, non esprimere giudizi. Si devono limitare a riferire al giudice e il compito del giudizio non spetta a loro. Sono, dunque, ausiliari del giudice, quindi dovranno rispondere direttamente a lui. E si ridurrà la loro autonomia di decisione per le questioni quotidiane. Il pubblico ministero dovrà garantire il rispetto del contraddittorio e delle regole processuali.

Ben venga l’accorpamento ai tribunali ordinari di quelli minorili, avendo l’avvertenza, però, di destinare ad altri incarichi giudici togati ed onorari. Ovviamente gli stipendi saranno adeguati alle mansioni realmente svolte e non agli incarichi del tempo che fu.

 

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