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Giovedì 07 Febbraio 2013 10:33

I padri separati, durante una partecipata assemblea, hanno esternato tutto il loro malessere verso le due istituzioni che  discriminano loro e i figli. Sono intenzionati ad attivare una azione collettiva – class-action – contro il tribunale penale e civile della Valle d’Aosta per non averli rispettati come persone, come cittadini e come genitori poiché le istituzioni parlando sempre al femminile. Chiedono reale tutela dei propri figli e, da parte dei tribunali,  condanna per quelle madri che dichiarano il falso durante la separazione e non fanno vedere i figli al padre. Dove sono i politici valdostani?

I separati contro il tribunale e servizi sociali

Durante un vivace incontro di genitori separati - tenuto presso il CSV di Aosta e a cui hanno partecipato anche alcuni esponenti politici regionali e nazionali - sono state analizzate le ripercussioni pratiche che la recente sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo – di condanna dei tribunali e dei servizi sociali italiani per le discriminazioni verso i padri separati - avrà nel contesto valdostano.

Da subito partiranno le class-action nei confronti del Tribunale penale e civile di Aosta per la troppa facilità di alcuni giudici (senza immediata prova e contraddittorio) con cui vengono emessi decreti penali, dietro la semplice denuncia della ex-moglie o compagna o segnalazione delle forze dell’ordine per maltrattamenti in famiglia e per stalking a cui seguirà condanna penale certa nei confronti dei padri.  Tutto ciò comporta immediato allontanamento dalla casa familiare, spesso di loro esclusiva proprietà, assegni di mantenimento, visite contenute e protette ai figli, educatore (tra i piedi), mediazione, psicoterapia e quant’altro il buon mondo dei servizi sociali propina per giustificare l’ingente utilizzo di danaro pubblico.

Un pool di legali di fuori regione – che fanno capo alla nostra associazione - seguirà i separati che aderiranno alla classaction. I costi saranno fortemente contenuti e accessibili a tutti, contrariamente a quanto avviene, invece, oggi dove molti padri devono solo subire l’”esproprio” dei propri figli da parte delle istituzioni.

I figli sono dei genitori e non delle istituzioni pubbliche o private – leggasi tribunali, servizi sociali, forze dell’ordine, cooperative sociali, professionisti, ecc.. e  il cui operato non viene mai sottoposto a verifica – e i genitori non possono essere espropriati del loro diritto alla genitorialità e i figli non possono essere privati di un genitore. I genitori si aiutano seriamente a fare i genitori ma quando i figli sono assenti perché altrimenti ai minori si trasmette il messaggio che il suo papà o la sua mamma o entrambi non sono capaci a fare il genitori, creando in loro confusione e sfiducia. L’affetto di cui i figli dei separati necessitano non può essere fornito “meccanicamente” da una figura terza.

Al centro delle contestazioni legali ci saranno anche le procedure collettive con cui si “consigliano”, nelle separazioni giudiziarie, i genitori a raggiungere ad ogni costo un accordo, con cui si impongono in modo generico gli interventi- anche quelli meno opportuni – dei servizi sociali designati a divenire i veri “gestori” dei figli. Si contesterà anche il modo con cui si determina l’entità degli assegni di mantenimento e la ripartizione di indefinite o omnicomprensive spese straordinarie, l’assegnazione della casa familiare, la ripartizione equa dei tempi di permanenza dei figli con ambedue i genitori (garantendo le pario opportunità genitoriali e prevedendo anche l’affido condiviso alternato), la obbligatorietà di drastici provvedimenti del tribunale civile e penale nei confronti del genitore che non rispetta le disposizione del tribunale.

 

Inoltre è intollerabile che le denunce dei padri per la revisione delle condizioni di separazione e per l’inosservanza delle sentenze di separazione vengano sistematicamente archiviate e quelle delle madri sempre accolte. Se un padre presenta un doveroso esposto per i maltrattamenti dei figli, da loro riferiti con insistenza, da parte dei soggetti che si alternano nella casa della madre collocataria, viene archiviato dopo aver sentito i diretti interessati e senza alcuna indagine, mentre la successiva denuncia per diffamazioni nei confronti del padre da parte dei diretti soggetti coinvolti nell’esposto viene “immediatamente” accolta.

La preoccupazione per una sospetta mancanza di terzierietà da parte delle istituzioni, alla luce di tanti piccoli e grandi fatti, potrebbe giustificare la conseguenza totale mancanza di fiducia in alcuni esponenti della magistratura, dei servizi sociali e delle forze politiche che, consapevoli di quanto accade da anni ad Aosta, continuano a tacere o tenere la testa sotto la sabbia!

La classaction verrà inoltrata alle istituzioni italiane e alla Corte europea di Strasburgo. Risposte nazionali sulla regolarità del comportamento del Tribunale di Aosta verranno pretese dal Ministero della Giustizia, dal C.S.M. e dal Parlamento.

Intolleranza zero verrà riservata per l’operato non sempre competente ed oggettivamente ammissibile di certe strutture ed operatori dei servizi sociali. I danni che verranno procurati al genitore più debole e ai minori verranno perseguiti per via legale in tutte le sedi istituzionali, chiamando in causa anche l’assessorato alla sanità e la stessa regione.

I separati vogliono chiarezza e trasparenza da parte delle istituzioni, ricordando agli operatori sociali ch sono a servizio della società, che i figli sono dei genitori e non delle strutture, protette o no, che spesso vivono o speculano sulle difficoltà genitoriali e dei minori, Trasparenza negli incontri con i genitori, lasciando traccia oggettiva di cosa si dice e si propone, stilando verbali sottoscritti per ogni incontro, e rispettando la volontà del genitore che vuole essere accompagnato da persone di sua fiducia o vuole registrare – garantendone la segretezza – l’intero incontro.

I servizi sociali non possono essere gli “esecutori” di disposizioni altrui o gli artefici di interventi che non possono essere discussi nemmeno dal diretto interessato!

Infine sarebbe opportuno fare chiarezza, rendendo pubblici i nomi dei veri “proprietari” delle cooperative stesse, l’entità dei finanziamenti pubblici e l’utilizzo che ne viene fatto, la professionalità degli operatori,  e la neutralità rispetto alle organizzazioni politiche e le associazioni femministe “non sempre disinteressate” . Chiarezza e trasparenza, ricordando che la tutela dei minori e del genitore più debole presuppongono professionalità degli operatori, confronto e verifiche sull’operato da parte di una équipe esterni alla struttura amministrativa e regionale. Inoltre, considerata la delicatezza della materia, chi opera in certe strutture deve averne competenza, esperienza ed anche esemplare testimonianza. Chi non è stato capace a gestire la propria famiglia, il proprio ruolo all’interno della famiglia non può essere un credibile maestro o profeta per gli altri.

Non tutti i genitori in difficoltà sono dei cretini da manovrare.

Non tutti gli operatori sono intoccabili nel loro operato. L’importante è il confronto e il contraddittorio. Chi lo vieta o non lo permette, lo fa solo perché si sente debole o ha scheletri nei propri armadi.

I politici, in vista delle elezioni regionali della primavera, verranno chiamati ad uscire allo scoperto e porre al centro dei loro programmi politici e amministrativi l’emergenza separazioni in Valle d’Aosta, ricordando loro che i separati voteranno solo coloro che faranno di questa emergenza sociale una loro priorità, una volta eletti. Ai figli dei separati e ai loro genitori non servono i bei discorsi ai quali nessuno crede più.

 

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