A margine della manifestazione di domenica 7 aprile Stampa
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Mercoledì 10 Aprile 2013 17:42

Dopo 17 anni nulla è cambiato ad Aosta e in Italia


Il colore giallo simboleggia il sole, il calore, la luce, la bontà, la capacità intellettuale. Per gli antichi il giallo, dorato, era il simbolo della sacralità e della divinità. Le persone di Aosta, dopo quel tragico giorno di Pasqua del 1996, portavano un fiore giallo - preso nei giardini e lungo i campi - sul luogo dove Antonio Sonatore si era dato fuoco, sopraffatto dal dolore per la negata paternità. Domenica 7 aprile 2013 alle ore 12 alcuni soci dell’”Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori” assieme ad altre persone hanno deposto una corona e singoli mazzetti di fiori gialli davanti al Tribunale di Aosta per ricordare questo padre che lottava per stare in modo significativo con la propria figlia e tutti i genitori – padri e madri – che, nel totale sconforto per non poter stare e provvedere ai propri figli, sono stati  sopraffatti dalla solitudine  e si sono tolti la vita.

 

Un padre aveva portato anche i propri figli e in silenzio hanno assistito alla manifestazione, depositando anche loro un fiore giallo. Se vogliamo, questo gesto ha un profondo significato educativo e sociale. La bigenitorialità è un diritto inalienabile che nessuno, proprio nessuno, può negare ad un genitore e ai suoi figli, soprattutto quando il genitore è una risorsa  e non è un pericolo per loro.

Alla manifestazione hanno partecipato ben tre organizzazioni politiche: Partito Democratico (Raimondo Donzel e Jean-Pierre Guichardaz), Stella Alpina (consigliere regionale André Lanièce), Movimento Cinque Stelle (Luca Lotti). La loro presenza era motivata dalla consapevolezza che la gestione dei minori nelle separazioni, in Valle d’Aosta, deve cambiare e soprattutto deve terminare il monopolio sui figli da parte dei tribunali, dei servizi sociali e delle cooperative sociali. I figli sono dei genitori e non di altri potentati di emanazione politica ed istituzionale.

La manifestazione - che in contemporanea si teneva in tutte le maggiori città del mondo – ha voluto richiamare l’attenzione sulla centralità dei minori nelle separazioni e sulla piena uguaglianza – traducibile nei fatti e non nelle parole – tra i due genitori. La giustizia si applica nei tribunali e non nelle segrete camere dei servizi sociali o di organismi di loro emanazione, al riparo di “occhi indiscreti” cioè di persone terze. I minori devono essere sentiti direttamente dai giudici, come previsto dalla legge e ricordato dalla condanna di Strasburgo, e spetta ai giudici garantire le pari opportunità genitoriali e perseguire chi abusa dei figli per estromettere l’altro genitore, ricorrendo anche a pretestuose denunce – come da sempre avviene – al fine di far condannare l’altro genitore e creare confusione nella mente e nei sentimenti dei figli.

Con la loro silenziosa presenza, i partecipanti chiedevano un modo diverso di amministrare la giustizia nelle separazioni, senza deleghe a strutture che sempre più si rivelano inefficaci, incompetenti e  spesso anche dannose. Chi pagherà poi i danni provocati sui minori? L’inefficienza e il danno sono denunciabili e risarcibili. Incominciare a fare ciò, con le class action,  sarà il segnale che certe cose non si accettano più. Il giallo, colore legato ai fiori di stagione, significa, inconsapevolmente, anche questo.

Ubaldo Valentini

ASCOLTA L'INTERVISTA TAM TAM DEL 4 APRILE 2013

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Ultimo aggiornamento Mercoledì 10 Aprile 2013 18:11
 

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