LA FAMIGLIA SÌ, MA OGNI GIORNO DELL’ANNO! - 01 Gennaio 2009 Stampa

01 Gennaio 2009
Tutti a Roma sabato!
Questo è l’invito che varie organizzazioni confessionali e laiche rivolgono ai cittadini per
riaffermare la priorità della famiglia nella nostra società. Senza entrare in merito alla polemica sulle
famiglie di fatto – riteniamo che ogni cittadino abbia il sacrosanto diritto di essere rispettato nelle
proprie opinioni - vogliamo soffermarci sulla realtà delle famiglie separate o allargate con figli, che, in
Italia, sono circa il 40%.


Una realtà che non può essere sottaciuta e dimenticata per i rilevanti risvolti socio-psicologici
che tale fenomeno provoca nella nostra realtà. I figli dei separati hanno dinanzi a loro un modello di
famiglia che si discosta da quella tradizionale e spesso fornisce loro una visione parziale, talvolta anche
distorta, di un mondo socio-affettivo a loro imposto.
I minori continuano ad essere “emarginati” dalle istituzioni degli adulti che guardano loro come
appendice della società e non come protagonisti del nostro futuro. Ci si occupa di loro quando fanno
“notizia”, dimenticando i milioni di minori che la quotidianità spesso finisce per “pianificare”,
normalizzare o meglio per tradire nelle loro aspettative. Si finisce, talvolta, per non considerarli
nemmeno persone con diritti uguali a quelli degli adulti. Esistono, è vero, tanti protocolli e
dichiarazioni internazionali che li tutelano ma poi, nella quotidianità, chi amministra la giustizia o chi
gestisce il sociale se ne dimentica. La logica dell’adulto è sempre superiore e vincente sulle esigenze di
chi, invece, dovrebbe essere tutelato perché debole e, talvolta, indifeso.
La Chiesa, a cui, più volte, abbiamo chiesto una posizione chiara e forte sul rispetto delle
esigenze e della personalità dei minori, sull’abuso che si fa loro negandogli il diritto alla equità
genitoriale e filiale, ha fatto cadere nel vuoto le nostre sollecitazioni e mai è pervenuta una parola di
condanna del genitore che priva i figli della presenza dell’altro.
Perché questo inquietante silenzio? Forse perché la preminenza della figura materna è un
retaggio della cultura cattolica che ancora oggi perdura nelle aule dei tribunali ed oggi ripresa da alcuni
esponenti di movimenti ideologici e forcaioli della sinistra. Ci si preoccupa se i separati possono
accostarsi ai sacramenti ma nulla si dice sull’abuso che i nostri figli subiscono quotidianamente da una
parte della cultura “rosa” che svaluta il ruolo del padre, spesso ostaggio delle madri.
Noi dell’AGS non saremo a Roma, perché crediamo che la famiglia vada tutelata, con fatti e
non con parole, ogni giorno dell’anno, nei suoi valori fondamentali che sono i figli, frutto d’amore e
portatori di amore, eliminando le disparità e ingiustizie, soprattutto verso i figli, che non permettano a
loro e ai loro genitori separati di avere pari dignità e pari opportunità affettive ed educative.
Solo allora la famiglia ritornerà ad essere il perno di una società votata non al suo egoistico
annientamento ma protesa verso un futuro più equo e rispettoso di tutti.
Ubaldo Valentini
portavoce

 

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