ASCOLTO DEI MINORI: O SUBITO O MAI - 01 Gennaio 2009 PDF Stampa E-mail

01 Gennaio 2009
Con sempre maggior frequenza i minori vengono coinvolti in fatti di violenza anche all’interno
della propria famiglia. Spesso sono loro le vittime di tali violenze, siano esse fisiche o psicologiche,
i cui segni resteranno per anni se non per tutta la vita.
Ecco quindi legittimo chiedersi se sia giusto rinnovare il loro disagio (sia esso per un conflitto di
affetti, paura o vergogna) chiamandoli per essere ascoltati dal Magistrato che conduce le indagini.
Alcune recenti vicende note al pubblico attraverso i media (vedi il caso di Rignano) o
semplicemente legate a separazioni ad alta conflittualità hanno visto la richiesta di un “incidente
probatorio” (testimonianza diretta significativa per le indagini) coinvolgendo minori anche di
piccola età presunti vittime di abusi di natura sessuale.
La prima regola da rispettare è quella della tutela del minore, verificando l’opportunità di tale
azione e ricorrendo alle prescritte modalità per rendere il colloquio meno invasivo e traumatico
possibile.
Subito dopo viene la tempestività di tale ascolto in quanto la psiche del minore è estremamente
vulnerabile ai condizionamenti, tanto più se provenienti da persone che il minore riconosce come
propri punti di riferimento (genitori-parenti stretti-insegnanti-ecc). L’immediatezza dell’ascolto ha
due ruoli fondamentali: prevenire ulteriori danni a carico del minore (rimuovendo cause di pericolo
quale una convivenza con la causa degli abusi) ed ottenere una testimonianza valida che limiti al
massimo la possibilità di inquinamento per “agenti” esterni.
Purtroppo questa regola non viene tenuta in considerazione e questo con certo riferimento al
Tribunale per i Minorenni dell’Umbria.
Abbiamo tanti casi di minori “presunti abusati” che sono rimasti inascoltati per mesi, o per sempre,
a fronte di denunce presentate e ritenute veritiere o false sulla base di una valutazione personale del
Magistrato (sulla base del sesso di appartenenza, del ruolo sociale, della conoscenza diretta, dello
studio legale intervenuto o di cosa altro?). Ci sono stati addirittura minori allontanati e derisi per la
loro richiesta di poter parlare “col Giudice”.

 

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