Venerdì 14 Febbraio 2025 09:16 |
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Valle d’Aosta
Elezioni regionali, i minori ed i genitori separati
Regione e comune, in autunno, andranno al voto per verificare la condivisione dei cittadini alle politiche portate avanti in questi anni dai rappresentanti di partiti e movimenti irrequieti e con politici sempre pronti a cambiare casacca e programmi. Non sappiamo se ci sarà consenso o meno alle scelte politiche - frutto di una monotona e deprimente routine, potremmo dire – considerato che gli amministratori regionali e comunali non hanno prestato la pur minima attenzione alle giuste e inderogabili richieste dei cittadini, come sarebbe loro dovere, e si sono preoccupati, fondamentalmente, di garantirsi la solidità della propria poltrona (cambiando con molta facilità schieramento politico), e degli interessi, non sempre leciti, che sovrastano la politica e che gli amministratori e le opposizioni hanno il dovere di smascherare.
I genitori non più conviventi hanno sperimentato sulla loro pelle e sulla pelle dei loro figli minorenni il fatto che l’amministrazione regionale e quella comunale, per i settori di cui ha competenza, non hanno fatto nulla per regolamentare i servizi sociali, per eliminare il ripugnante clientelismo, imposto dalle solite lobby che gravitano sui servizi sociali e sul c.d. mondo delle devianze minorili e dei separati, ridotti in miseria da provvedimenti ingiusti, coperti dal silenzio degli amministratori regionali. E’ stata chiesta la trasparenza nell’assegnazione dei contributi pubblici alle madri, quasi sempre affidatarie prevalenti dei figli minori, con la creazione di un registro unico dei contributi pubblici e con l’accesso da parte del genitore non collocatario per verificare quali contributi e agevolazioni percepisce la madre dei propri figli, non dichiarati, che rendono vano il principio della proporzionalità nelle responsabilità economiche di ambedue i genitori, ma non solo di uno, come indebitamente avviene oggi (art. 337 ter, c. 4, c.c.).
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Giovedì 06 Febbraio 2025 19:47 |
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Le bugie dell’ANM sulla giustizia ingiusta
Ubaldo Valentini *
Non entriamo in merito alla polemica tra una parte della magistratura e il centrodestra sulla divisione delle carriere, ci limitiamo, però, a sottolineare come non si possa ignorare la giustizia ingiusta, che predomina in tanti tribunali italiani per scelte puramente ideologiche di alcuni magistrati che ritengono la giustizia una convenzione di circostanza. Costoro pur informati che chi amministra la giustizia deve essere imparziale e al di sopra delle parti ma, soprattutto, non può discriminare i cittadini in base alle ideologie di genere predominanti nella società attuale, amministrano il diritto minorile e familiare con molta superficialità, incuranti dei danni socio-psicologici che i minori e il genitore più debole subiscono.
L’A.N.M., nella consueta enfasi autocelebrativa, ribadisce, in ogni sede e in ogni circostanza, che tutta la Magistratura italiana è imparziale ed è garante della Costituzione e della democrazia.
Nulla di più falso.
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Giovedì 06 Febbraio 2025 19:35 |
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I messaggi WhatsApp e gli sms sono prova
nei procedimenti di separazione e divorzio
avv. Francesco Valentini*
La Cassazione Civile, sez. 2a, ha ribadito (ord. n. 1254 del 18.01.2025) che gli sms normali, quelli Whatsapp e le email Whatsapp sono utilizzabili come prova documentale nelle separazioni e nei divorzi e possono essere acquisiti mediante la riproduzione fotografica anche “quando l’originale è per qualsiasi causa distrutto, smarrito o sottratto e non è possibile recuperarlo, può esserne acquisita copia”.
La Cassazione sottolinea che i messaggi "whatsapp" e gli "sms" conservati nella memoria di un telefono cellulare sono utilizzabili quale prova documentale e, dunque, possono essere legittimamente acquisiti mediante la mera riproduzione fotografica, con la conseguente piena utilizzabilità dei messaggi estrapolati da una "chat" di whatsapp" mediante copia dei relativi "screenshot", tenuto conto del riscontro della provenienza e attendibilità degli stessi” quando il diretto interessato, cioè colui contro il quale sono utilizzati, ne disconosce la loro conformità all’originale (cfr. Cass. civ., Sez. 2a, sent. n. 19622/2024; sent. n. 11584/2024; ord. n.30186/2021).
Seppure non dotati di firma, questi documenti informatici sono dati giuridicamente rilevanti e, pertanto, costituiscono prova dei fatti oggetto del procedimento.
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Lunedì 03 Febbraio 2025 10:41 |
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Il reato di mancato mantenimento della prole
Si torna a parlare dell’omesso mantenimento all’altro coniuge e ai figli e le recenti sentenze prese dalle sezioni della Cassazione, civile e penale, con le loro divergenze, evidenziano come la valutazione della violazione dell’art. 570 bis c.p. sia molto più complessa delle soluzioni salomoniche, che, invece, caratterizzano le condanne del mancato versamento dell’assegno di mantenimento, spesso giustificate da un diritto astratto che non pondera i fatti concreti che sono alla base della controversia tra obbligato e aventi diritto al mantenimento.
La sesta sezione penale, con la sentenza n. 32576/2022, nello specificare i presupposti nei quali si consuma il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare, introduce l’attenuante della sopravvivenza dignitosa per l’obbligato. Il giudice, recita la sentenza, nei provvedimenti di sua competenza, deve tener conto non solo dello stato di occupazione lavorativa del genitore inadempiente ma, anche della sua reale possibilità di accedere a risorse economiche ulteriori e/o diverse per bilanciare le reali possibilità dell’obbligato, quasi sempre il padre, con il diritto della prole e dell’ex a vedersi corrisposto il mantenimento stabilito dal giudice.
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Lunedì 03 Febbraio 2025 10:36 |
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Finanziamenti e benefici pubblici per i minori:
l’erogatore deve informare ambedue i genitori
La Regione, con oltre settanta rivoli, spesso clientelari, ed altre istituzioni pubbliche elargiscono a gogò finanziamenti, benefici fiscali, agevolazioni varie, anche sull’edilizia popolare, senza renderne conto a nessuno, nonostante i soldi dati con molta generosità ad alcune madri ed evidente parsimonia ad altre, in nome della tutela dei minori, siano soldi pubblici ed esistono organismi amministrativi di controllo specifici, da nessuno attivati, seriamente. L’ente locale, la Regione in Valle d’Aosta, che gestisce direttamente o tramite deleghe ad altre istituzioni o enti locali erogano somme ingenti di beneficenza di alcuni miliardi di euro. E’ impossibile, per il cittadino, venire a capo dello sperpero dei soldi pubblici per mancanza di un unico registro dei finanziamenti e dei benefici fiscali delle persone che ne beneficiano. I servizi sociali gestiscono, pertanto, una somma di danaro pubblico con la massima discrezionalità, che, spesso, rasenta la discriminazione tra genitore e genitore, tra cittadino e cittadino. Il regolamento sul funzionamento dei servizi sociali in presenza di affido dei minori è quanto mai urgente per porre fine alla diffusa discriminazione di genere operata da un servizio sociale, privo delle dovute garanzie di oggettività e rispetto delle persone.
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Lunedì 20 Gennaio 2025 09:22 |
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Discriminazione genitoriale.
La responsabilità dei giudici, del servizio sociale e dei politici
Timidamente qualche giudice incomincia a considerare il padre come possibile vittima di soprusi familiari da parte della moglie o della compagna e madre dei suoi figli e, rispettoso del proprio ruolo, si mette, così, al disopra delle parti per valutare complessivamente il loro comportamento familiare e genitoriale. Qualcosa sta cambiando in alcune aule dei tribunali italiani, ma la grande ingiustizia contro il genitore di sesso maschile permane grazie alla mancanza dei dovuti controlli istituzionali e al pernicioso rapporto tra giudice e servizio sociale, basato sul principio di coprirsi reciprocamente le spalle. Il giudice incarica gli assistenti sociali (sempre più spesso appartenenti a strutture private, esterne all’ente locale, e senza regolamento operativo) di analizzare il caso oggetto del procedimento di affido, senza minimamente regolamentare, in nome della trasparenza, la loro attività, a garanzia di ambedue i genitori.
Gli assistenti sociali, incuranti delle disposizioni di legge, orgogliosi dell’incarico, non si limitano a riferire al giudice la situazione dei minori e dei loro genitori, non rispondono alla legge 241/90 (disposizioni in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi) e non danno nessuna garanzia di oggettività del loro operato, estromettendo sempre il padre e, quando lo consultano, nelle relazioni, non riportano mai le critiche formulate contro l’ingiusto e arbitrario operato dell’altro genitore. Trasmettono illegittimamente al giudice le loro indicazioni per l’affido dei minori, azione, questa, non di loro pertinenza, ma di esclusiva competenza del giudice. Strasburgo ha sempre condannato l’ingerenza dei servizi sociali nel formulare ipotesi di affido, poiché privi della specifica competenza scientifica e professionale. Si veda, a tal fine, le condanne, anche pecuniarie, inflitte all’Italia per l’operato dei tribunali piemontesi.
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Lunedì 20 Gennaio 2025 09:13 |
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Magistrati competenti nel diritto
minorile e di famiglia
Ogni tribunale dovrà avere una sezione per la famiglia e per i minori, con personale altamente specializzato sulle problematiche inerenti i minori, il loro affido, le separazioni ed i divorzi in vista della chiusura dei Tribunali per i Minori, giunti ormai al capolinea per la loro consolidata inefficienza nel tutelare, veramente, il bene superiore dei minori.
I magistrati che verranno destinati a questa importante, meglio vitale, sezione della giustizia italiana dovranno avere competenza, essere trasparenti, imparziali e conoscere le dinamiche psico-sociali dei minori e dei genitori per contenere la diffusa conflittualità originata dalla eccessiva discrezionalità dei giudici, spesso influenzati da relazioni, superficiali e talvolta improvvisate, dei servizi sociali, notoriamente schierati con il genitore prevalentemente collocatario.
Occorre cambiare radicalmente la gestione degli affidi dei minori, ridimensionando l’uso eccessivo e, talvolta, addirittura, persecutorio verso il padre, quasi sempre immotivato, dell’affido esclusivo, del ricorso alle residenze protette, dell’affido extrafamiliare, tenendo conto che certe denunce per maltrattamenti in famiglia sono suggerite da associazioni consigliate dagli stessi servizi sociali, in cui operano persone senza scrupoli ed inebriate dal principio che l’uomo è sempre violento e incapace a crescere i figli. I fatti, invece, ci dicono il contrario e il ricorso sbrigativo al Codice rosso, preceduto da denunce che, in quasi tutta Italia, hanno troppi caratteri comuni anche nella formulazione e, soprattutto, mancano del dovuto riscontro probatorio, è azionato per tutelare la madre, ma non i figli, frequentemente privati del loro diritto alla bigenitorialità, estromettendo il padre dal loro mondo affettivo e culturale.
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Giovedì 19 Dicembre 2024 10:27 |
NON AUGURI, è il tempo di stare in silenzio!
Se CRISTO mi ascoltasse gli chiederei di cancellare questa umanità, lasciando in vita solo bambini, per cominciare dalla NATIVITA’. La civiltà, il progresso, le libertà, la democrazia hanno il suono di parole vuote, senza valore e significato. In nome dei valori di civiltà, di libertà e della democrazia apre conflitti e guerre infinite. Nelle guerre e nei conflitti della SOCIETA’ CIVILE sono i bambini che pagano il prezzo più alto, di morti ammazzati con atrocità sconvolgenti.
Nessuno ascolta la disperazione infinita del loro pianto. La pietà si ammanta di orrore, di odio e di vendetta. Lo stesso fluido invade l’uomo e la donna nelle questioni di separazione. E le istituzioni non aiutano la Civiltà a superare la questa fase. Anzi qui entrano in gioco le Convenzioni, le leggi, le regole, la GIURISPRUDENZA con la casistica adattata, come se le questioni avessero lo stesso identico vestito, stessa cultura degli attori in scena. Ragioni diverse, con interessi diversi che non riguardano i figli, i minori, ma ragioni e interessi che riguardano due o più persone.
Comincia in questo momento la tragedia per il minore e per il genitore più colpito, meno protetto, o tutelato.
Comincia in questo momento la solidarietà di genere, accompagnati da atti, relazioni, di comportamenti di favore. Visite e incontri a tempo, in luoghi non protetti, condotti e diretti da personale e professionisti a pagamento, recintati da un circuito vizioso di termini, ordinanze fatte a posta, magistrati e giudici occasionali che rivedono il caso, lo rileggono, lo ricostruiscono secondo il rito e la prassi della giustizia lunga e stanca. I minori trascinati da un’aula all’altra, da un tribunale all’altro, per tempi biblici fino alla maggiore età.
In questo tempo il minore ha cambiato volto e voce, in questo tempo il minore ha visto il padre una decina di volte, in questo tempo il minore è entrato nella intricata giungla di una società in cerca della sua identità.
Gli AUTORI di questa Società ci consegnano il minore-cittadino, a loro immagine e somiglianza. Dei loro errori e responsabilità paga anche il genitore tenuto a pane e acqua.
Sono oltre 20 anni che richiamiamo le istituzioni coinvolte su questi problemi e fatti che riempiono pagine di cronaca giudiziaria in cui sono coinvolti minori e giovani senza più identità, vittime di una cultura di disprezzo dei valori.
Il pensiero della nostra Associazione va a tutti i minori esposti, abbandonati e ai genitori vittime di questa Giustizia.
Avv. Gerardo Spira, presidente onorario dell’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps),
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, tel.348.408.8690,
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