Giovedì 07 Marzo 2024 17:02 |
|
|
Valle d’Aosta
Le politiche sociali della Regione,
bastadiscriminazioni e ingiustizia
Non è più tollerabile la politica clientelare e discriminatoria nei finanziamenti pubblici operata dalla Regione e, in particolare, dall’assessorato alle politiche sociali, che, nonostante le pressanti proteste dei cittadini, continua a non dare risposte su ben precise denunce di mala gestione delle risorse pubbliche. I finanziamenti pubblici, i contributi e le agevolazioni vengono elargite non in base ad uno specificoprotocollo, ma secondo la convenienza elettoralistica. I soldi sono di tutti, però i cittadini, per gli amministratori regionali, non sono tutti uguali e il principio discriminatorio del padre è sempre attuale. Vari dipartimenti regionali, attraverso gli assistenti sociali e le convenienze dei singoli assessori e/o consiglieri, assegnano contributi e agevolazioni ai genitori separati in base alle lagnanze delle madri, pur conoscendo che queste signore lavorano in nero, percepiscono l’assegno di mantenimento e l’assegno unico peri figli,usufruiscono degli alloggi pubblici a prezzi irrisori e percepiscono altri contributi da parte degli enti pubblici.
Questa babilonia, su cui l’assessore Marzi si guarda bene dal rispondere alle nostre contestazioni, deve essere interrotta immediatamente e, considerato che ciò non viene imposto agli amministratori e ai politici regionali da parte di quelle forze pubbliche preposte a controllare il loro operato e a garantire la corretta gestione delle risorse finanziarie pubbliche, non resta, ai malmenati cittadini, quasi tutti padri, che pretendere giustizia, rivolgendosi alle istituzioni competenti. Spesso, però, chi dovrebbe accogliere le denunce per il rispetto della legge, sconsiglia ai disorientati genitori separati di farla, perché, altrimenti, le cose, per loro, potrebbero peggiorare. Un ulteriore abuso su altri abusi effettuati nel silenzio di tutti, compresa parte della stampa locale, che si sente investita della missione di proteggere la pace sociale, ma anche gli interessi di persone senza scrupoli.
Leggi tutto...
|
Giovedì 07 Marzo 2024 16:53 |
|
|
Tribunale di Teramo: la giustizia ingiusta
Così si annientano i minori
I Tribunali, ma non tutti per fortuna, quando è finita la convivenza dei genitori e sono chiamati a disporre l’affido dei minori notoriamente non funzionano ed operano inaccettabili discriminazioni nei confronti del padre. I principi della bigenitorialità e della cogenitorialità non solo non trovano spazio nei provvedimenti che il giudice emette ma nemmeno vengono fatti rispettare quando l’inadempiente è la madre. Il tribunale di Teramo ne è un tipico esempio, arrivando perfino ad imporre le volontà del giudice istruttore che ha sempre fretta di chiudere il procedimento anche quando le sue imposizioni, in definitiva, danneggiano prevalentemente i figli perché una giustizia ingiusta non fa altro che alimentare una pericolosa conflittualità genitoriali. Non esiste, nell’affido dei minori, il rispetto dello Stato di diritto ma solo una più o meno sfacciata politica di genere. Il caso che riportiamo è molto eloquente ed è uno dei tanti che accadono a Teramo e in Abruzzo e di cui, per riverenza ai magistrati, nessuno ne parla.
***
Un padre italiano è vittima della cattiva gestione degli affidi dei minori nelle separazioni. I figli,collocati presso di lui fin da quando quello più piccolo aveva tre mesi perché la madre, extracomunitaria, voleva affidarli al comune e collocarli in una comunità (sulla cui gestione sarebbe doveroso indagare, visto che è stata cofondata dal legale della signora) poiché non voleva, a suo dire negli sms inviati al marito, sacrificare il proprio tempo libero per i figli. Il padre si è opposto e il giudice, in base alle sue capacità genitoriali, li ha collocati presso di lui anche se uno aveva appena tre mesi (!).
Leggi tutto...
|
Venerdì 23 Febbraio 2024 16:22 |
|
|
Aosta
condannata Regione e Asl per denuncia falsa contro una coppia di genitori
Assessore Marzi, lasci perdere!
Una dignitosa ritirata dalle scene politiche è pur sempre meglio che il perseverare nella mala gestione di un assessorato alla Salute, Sanità e Politiche sociali, dove di sociale non c’è più nulla e dove predominano gli interessi di chi, con l’abuso istituzionale, cavalca un potere che, di originale, non ha nulla. E’ offensivo dire, dinnanzi ad un chiaro abuso di potere per fare cassa, però mal riuscito, che la regione, non pagherà un centesimo dei 27 mila di euro a cui è stata condannata, assieme all’Ausl (sentenza del 2 febbraio 2024), perché ha attivato l’assicurazione. Ma a che gioco stiamo giocando da molto tempo?
La somma dovrà essere data ad una coppia di genitori a cui, cinque anni or sono, era stata ingiustamente sospesa la responsabilità genitoriale, di cui ne aveva parlato, a suo tempo, anche la nostra associazione, ovviamente senza risposta da parte di un altro onnipresente assessore fai da te, che imponeva ai padri che chiedevano un contributo economico regionale di togliere l’iscrizione alla nostra associazione e di revocare il mandato ai legali con noi convenzionati, perché non amava essere criticato.
Leggi tutto...
|
Venerdì 16 Febbraio 2024 09:46 |
|
|
Il bonus genitori separati
C’è tempo fino al 31 marzo per presentare la domanda per il bonus genitori separati, contributo introdotto con il “Decreto Sostegni” per aiutare i genitori che, durante la pandemia del Covid, non avevano potuto assolvere al mantenimento dei figli a carico per gravi difficoltà economiche, a seguito della perdita o diminuzione del lavoro. La riduzione di reddito dell’obbligato deve essere inferiore almeno del 30% rispetto al 2019 oppure si deve essere ritrovato senza lavoro per un minimo di 90 giorni.
Ne possono beneficiare solo i genitori non più conviventi, collocatari o affidatari dei figli, che non hanno ricevuto l’assegno di mantenimento dei figli (minorenni o maggiorenni con gravi disabilità) dall’altro genitore durante il periodo della pandemia, dall’8 marzo 2020 al 31 marzo 2022. I genitori richiedenti devono vivere da soli con i figli e il loro reddito complessivo non deve superare gli 8.174 annui. I redditi devono essere quelli relativi alla pandemia, ma non quelli attuali.
Alla domanda vanno allegate le documentazioni attestanti il diritto all’assegno di mantenimento e la documentazione della disabilità degli eventuali figli maggiorenni conviventi e, in specifico, ci ricorda l’Inps “La procedura per la domanda di accesso al contributo del Fondo è stata dettagliata con il messaggio 614 del 9 febbraio 2024”.
Leggi tutto...
|
|
Giovedì 08 Febbraio 2024 09:52 |
|
|
Esiste solo un matriarcato di altri tempi!
Le ignobili accuse delle c.d. faccendiere da urlo verso l’uomo in quanto uomo che eserciterebbe il patriarcato per annientare la donna sono una vera e propria bufala sbandierata da coloro che sono insoddisfatte della vita e vogliono distruggere, forse per ragioni ignote pure a loro, il principio della diversificazione dei ruoli tra uomo e donna nella famiglia e nella società. E’ ignobile la campagna contro l’uomo, che sarebbe, a loro dire, artefice di un opprimente patriarcato, ed ancora più ignobile è sfruttare i casi di repellenti femminicidi, inaccettabili, ma da inquadrare in un contesto di false relazioni affettive e di rapporti sociali annullati da internet e, in particolare, dalle chat, che generano, in concreto, solo solitudine e incomunicabilità, per rivendicare una libertà che sarebbe stata soppressa per secoli e millenni dalla volontà del maschio prevaricatore.
Le ragioni delle false accuse di queste sirene, che, spesso, nulla hanno a che vedere con chi veramente lotta contro i maltrattamenti subiti dalla donna, ma, forse di più, dall’uomo, sono da ricercarsi nei generosi contributi economici, abbondanti e incontrollati, non essendo obbligatorio il rendiconto di questi soldi pubblici (controllo non voluto dai partiti che vivono alla giornata), cioè soldi dei cittadini che pagano le tasse e, spesso, hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese.
Leggi tutto...
|
Venerdì 02 Febbraio 2024 17:59 |
|
|
In Umbria, nelle separazioni,
predomina la giustizia ingiusta
Ubaldo Valentini*
Il preoccupante dilemma sul futuro dei figli dei separati non troverà soluzione fino a quando la giustizia sarà gestita con una discrezionalità tale che sconfessa la scritta che troneggia nelle aule dei tribunali: La legge è uguale per tutti. Se non si rompe la solidale alleanza e corresponsabilità dei servizi sociali con i giudici,in nome del tacito principio secondo cui la madre è sempre la madre ed ha sempre ragione,se i legali non torneranno ad essere i principi del Foro, cioè professionisti che tutelano sempre il cittadino “abusato” da una legge deviata, mettendo in secondo piano le “salate” parcelle a carico del cittadino, malmenato dalle istituzioni e dall’ex-coniuge, e se i politici continueranno a praticare la politica dello struzzo,la giustizia ingiusta, ormai, purtroppo, assai diffusa, finirà per trasformarsi in malagiustizia, cioè la giustiziacoscientemente manipolata, che, di fatto, distrugge, in primo luogo,i minori, che si vedono estromesso dalla loro vita un genitore e che,spesso, sono ostaggi del genitore collocatario, che non esita a plagiare, per condizionarli a rifiutare l’altro genitore, quasi sempre il padre e, in secondo luogo, nega al genitore estromesso dalla vita dei figli il diritto alla genitorialità.Il tribunale tace, sempre, dinnanzi alla indegna azione del genitore collocatario.
Il servizio sociale e i giudici lo sanno, ma preferiscono tutelare, senza i dovuti riscontri concreti e vincolanti, la politica delle scarpette rosse e dei prepotenti ed arroganticentri antiviolenza, che, molto spesso, sono la fonte delle false accuse di maltrattamenti in famiglia. Tra servizi sociali, centri antiviolenza, gestori di strutture di accoglienza di minori e madre esiste una ferrea solidarietà,quasi sempre a scapito del padre dei minori, e la propagandata tutela della donna dagli abusi del marito e/o compagno, quasi sempre inesistenti nelle separazioni,diviene, cometutti dobbiamo constatare, un vero e proprio abuso ad oltranza dei minori. Tutti lo sanno, ma nessuno attiva i politici per legiferare con leggi chiare, inequivocabili, per garantire la tutela delle donne maltrattate veramente, per tutelare il padre ridotto a bancomat,ostaggio dell’ex moglie e/o compagna, che,troppo spesso, usufruisce di un indebito patrocinio a spese dello Stato, cioè dei cittadini che pagano le tasse, per far pesare sui cittadini la difesa legale delle sue denunce false.
Le denunce, documentate, del genitore a cui il giudice - per fortuna non tutti - riconosce solo il ruolo di generoso bancomat, vengono quasi sempre archiviate e ritenute ostative delle libertà materne, soprassedendo all’inalienabile diritto dei figli alla bigenitorialità e del genitore alla co-genitorialità.
L’Umbria costituisce una pericolosa deriva al rispetto dei diritti dei minori e dei genitori, nonostante le tante roboanti iniziative a tutela dei minori, con, a capo, quella Corte di Appello che, abitualmente, rigetta i ricorsi del genitore penalizzato o emette sentenze copia di quelle di primo grado o aggrava la pena contro il genitore appellante.
Leggi tutto...
|
Venerdì 02 Febbraio 2024 17:47 |
|
|
Esempi di giustizia ingiusta e di malagiustizia
Il calvario di un padre umbro
ignorato dalla giustizia perugina
Innumerevoli sono i casi di giustizia ingiusta in Umbria da parte di istituzioni a tutela dei minori pagate con i soldi pubblici. Si ha pure la presunzione di parlare di patriarcato quando il 92% dei minori vengono affidati/collocati presso la madre e il padre viene ridotto ad un semplice e forzato bancomat senza diritti quali la bi-genitorialità e la co-genitorialità. A conferma, riferiamo del calvario di un padre umbro separato che una malagiustizia lo sta uccidendo come persona, come genitore e come cittadino. Non si può far finta di non vedere e di non sapere perché i minori di oggi sono i futuri protagonisti della società di domani.
La moglie (che nonostante i suoi quindici anni, ogni sera, veniva accompagnata dai suoi genitori a dormire a casa del futuro marito) lavorava a part-time sei mesi all’anno in una importante industria e percepiva un reddito annuo identico a quello del marito, anzi superiore, se lui non fosse stato costretto a fare tanti straordinari per mandare avanti la famiglia. Gli altri sei mesi, la intraprendente moglie, “trascorreva” presso una struttura privata di proprietà di un suo “amico”, che, una sera, in sua presenza e in presenza della figlia maggiore, aspettò per strada il marito dell’amica e lo malmenò. La moglie e la figlia, che erano in macchina con l’amico materno, sono tornate a casa con la macchina del marito e padre, abbandonandolo, dolorante, in aperta campagna, tanto che fu costretto a farsi venire a prendere da sua madre.
La moglie, per stare “comodamente” dal suo amico, lasciava un figlio di pochi mesi ai propri genitori e, quasi abitualmente, si dimenticava perfino di preparare i pasti al marito e ai tre figli. Il marito, rientrando a casa, doveva quasi sempre preparare la cena e, sempre, doveva provvedere alla pulizia della casa, soprattutto cucina e bagni, fare le lavatrici e sistemare la biancheria lavata, perché la moglie era stanca e l’arruffava nell’armadio!
Leggi tutto...
|
Giovedì 25 Gennaio 2024 16:50 |
|
|
Giustizia ingiusta o malagiustizia?
Non sempre la giustizia è ingiusta per i limiti giuridici o, meglio, per l’incompetenza di chi l’amministra, per gli interessi lobbystici o di casta, per le ingerenze della politica, per la superba superficialità degli operatori della giustizia e il pressapochismo delle istituzioni che dovrebbero tutelare i cittadini, ma è ingiusta soprattutto perché siamo in presenza di una vera e propria malagiustizia. Se i vari fattori che fanno sì che la giustizia sia ingiusta possono renderci partecipi di una inconscia compassione per tutti coloro che potrebbero non sapere quali danni provocano ai minori e al genitore abusato, in presenza di malagiustizia, c’è la consapevole volontà di limitare i diritti di un cittadino, sia lui minorenne che genitore, di usare il potere che il ruolo istituzionale permette loro di distruggere proprio chi la giustizia dovrebbe tutelare in modo trasparente al fine di garantire ad ognuno che la legge è uguale per tutti.
Non è tollerabile la giustizia ingiusta, tantomeno la malagiustizia che opera discriminazioni e abuso di potere per soddisfare logiche estranee alla legge, comprese quelle relative alla impunibilità di chi commette negligenze nell’esercizio del proprio potere istituzionale. La giustizia deviata non deve rimanere impunita e non può essere tollerata da chi la giustizia, al contrario, correttamente cerca di praticarla e, soprattutto, da chi la deve subire, senza possibilità di essere risarcito del danno subito. La malagiustizia, pertanto, va denunciata a voce alta per far sì che i cittadini, in nome dei loro inalienabili diritti, si ribellino e i politici siano costretti a mettere mano alla gestione dei tribunali, sempre, e non solo quando indagano sul loro discutibile operato amministrativo.
Leggi tutto...
|
|
|