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Giovedì 07 Marzo 2024 17:35

La Giustizia Ingiusta dei tribunali perugini


“Hai 70 anni, sei vecchio e non puoi pretendere nulla,

anzi devi anche pagare le spese legali all’ex -moglie”


Oltre all’assurda conclusione dei giudici umbri, alcuni dei quali, forse, anche più vecchi di questo padre, c’è la beffa di vedersi rigettate le sue lecite richiestee di esserecondannato a pagare l’avvocato di controparte in appello per i 4/5 (€ 3.400, oltre accessori, cioè €. 4.961.01). Poiché la sentenza, per altro, è viziata da un errore materiale, perché il Collegio della Corte d’Appello, erroneamente, non ha considerato che la moglie era stata ammessa al cd. gratuito patrocinio e, quindi, il marito dovrà pagare le casse dello Stato: chissà, quindi, se il Collegio stesso si sarà sbagliato, anche se nell’ambito della propria discrezione, quando ha determinato la cifra che il signore dovrà pagare.Il marito,ritenuto “vecchio”dai giudici del tribunalee Corte d’Appello - che, certamente, non si calpestano i piedi -lavoraregolarmente e la sua prestazione artistica viene non solo continuamente richiesta da tantissime persone ma continua a condividere con l’ex-moglie (per altro, sua socia e con la quale è sempre rimasto in ottimi rapporti); è un ambientalista della prima ora e vive in una casa propria in un villaggio ecologico nelle colline umbre,dove le strade non sono asfaltate per scelta degli oltre quaranta residenti, fra i quali numerosi professionisti.

Per i giudici, però, tutto ciò non conta come non conta il sentimento e le esigenze di una bambina, intelligentissima, che ha compiuto sette anni e che adora suo padre, della cui nascita il genitore era stato tenuto all’oscuro per volontà della moglie e di chi per lei e che ha potuto vedere per la prima volta in un’aula di tribunale quando aveva un anno.Anche questo per i giudici non conta.

Ma andiamo per fila.

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Giovedì 07 Marzo 2024 17:32

Assegno di mantenimento alla moglie:

la Cassazione ci ripensa


avv. Francesco Valentini*

L’assegno di mantenimento per la moglie è il cavallo di battaglia di molte associazione di genere che si avvalgono anche della collaborazione dei centri antiviolenza, che, troppo spesso, contribuisconoa diffondere la cultura delle rivendicazioni del tutto false, con argomentazioni coerenti, ma non vere. Da qui denunce mirate a smontare la credibilità del marito e gettare architettati dubbi su chi deve decidere, giocando anche sul fatto che difficilmente il tribunale dispone indagini sui redditi effettivamente percepiti dalla richiedente, che, come è notoriamente noto, compresi i giudici e i servizi sociali, lavora a nero e percepisce, per i figli, contributi vari da enti pubblici e privati. Ma, anche questa, è un’altra storia o, meglio, un’altra piaga sociale.

Il coniuge che sa di non dover pagare nessun mantenimento alla ex deve far valere le proprie ragioni tramite il proprio difensore, denunciando il sopruso delle istituzioni e pretendendo giustizia anche quando, come sostengono alcuni mariti, è proprio il legale da lui pagato a dissuaderlo a chiedere il pieno rispetto dei propri diritti.

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Giovedì 07 Marzo 2024 17:10

Antonio Sonatore, padre e maestro

testimone della Giustizia Ingiusta


Antonio Sonatore, laureato in psicologia e maestro, è il simbolo internazionale dei padri a cui le istituzioni hanno sottratto i figli e, per questo, lottano contro la giustizia Ingiusta. Talvolta, però, vengono sopraffatti dal fallimento delle istituzioni. E’ un testimone che la Valle d’Aosta ritiene scomodo e frettolosamente ha voluto dimenticare il suo dramma e il suo gesto, nonostante che, in questa piccolissima regione, ogni anno, c’è un numero preoccupante di padri che si tolgono la vita, perché ridotti in miseria e perché sono stati privati del loro diritto alla genitorialità, con meccanismi del tutto illeciti ed offensivi della dignità umana. I dati ufficiali volutamente non esistono per scelta “politica”.

Il giorno di Pasqua del 7.4.1996, il maestro e psicologo, nell’indifferenza della città, delle forze socio-politiche e della magistratura, si è dato fuoco davanti l’ingresso del tribunale di Aosta e, due giorni dopo, tra atroci dolori, muore a Torino. Il feretro, il giorno del funerale, è stato affiancato da bambini a testimonianza del rammarico per una indifferenza della città alle sue proteste pubbliche, tutte pacifiche, per denunciare quei giudici che gli hanno tolto il diritto di stare con la figlia, allora undicenne. Un funerale commovente, anche se “oscurato” da persone che non sono riuscite a dare risposte al suo dramma. Non era un pazzo e nemmeno uno stupratore, come qualcuno ad arte voleva accreditare per sminuire le proprie responsabilità in questa tragica vicenda. Ha pagato la giustizia ingiusta, sia in Francia che ad Aosta, senza mai rinunciare a proclamare pubblicamente il suo diritto alla paternità e il suo amore paterno per la figlia, che non poteva nemmeno avvicinare.

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Giovedì 07 Marzo 2024 17:02

Valle d’Aosta


Le politiche sociali della Regione,

bastadiscriminazioni e ingiustizia


Non è più tollerabile la politica clientelare e discriminatoria nei finanziamenti pubblici operata dalla Regione e, in particolare, dall’assessorato alle politiche sociali, che, nonostante le pressanti proteste dei cittadini, continua a non dare risposte su ben precise denunce di mala gestione delle risorse pubbliche. I finanziamenti pubblici, i contributi e le agevolazioni vengono elargite non in base ad uno specificoprotocollo, ma secondo la convenienza elettoralistica. I soldi sono di tutti, però i cittadini, per gli amministratori regionali, non sono tutti uguali e il principio discriminatorio del padre è sempre attuale. Vari dipartimenti regionali, attraverso gli assistenti sociali e le convenienze dei singoli assessori e/o consiglieri, assegnano contributi e agevolazioni ai genitori separati in base alle lagnanze delle madri, pur conoscendo che queste signore lavorano in nero, percepiscono l’assegno di mantenimento e l’assegno unico peri figli,usufruiscono degli alloggi pubblici a prezzi irrisori e percepiscono altri contributi da parte degli enti pubblici.

Questa babilonia, su cui l’assessore Marzi si guarda bene dal rispondere alle nostre contestazioni, deve essere interrotta immediatamente e, considerato che ciò non viene imposto agli amministratori e ai politici regionali da parte di quelle forze pubbliche preposte a controllare il loro operato e a garantire la corretta gestione delle risorse finanziarie pubbliche, non resta, ai malmenati cittadini, quasi tutti padri, che pretendere giustizia, rivolgendosi alle istituzioni competenti. Spesso, però, chi dovrebbe accogliere le denunce per il rispetto della legge, sconsiglia ai disorientati genitori separati di farla, perché, altrimenti, le cose, per loro, potrebbero peggiorare. Un ulteriore abuso su altri abusi effettuati nel silenzio di tutti, compresa parte della stampa locale, che si sente investita della missione di proteggere la pace sociale, ma anche gli interessi di persone senza scrupoli.

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Giovedì 07 Marzo 2024 16:53

Tribunale di Teramo: la giustizia ingiusta


Così si annientano i minori


I Tribunali, ma non tutti per fortuna, quando è finita la convivenza dei genitori e sono chiamati a disporre l’affido dei minori notoriamente non funzionano ed operano inaccettabili discriminazioni nei confronti del padre. I principi della bigenitorialità e della cogenitorialità non solo non trovano spazio nei provvedimenti che il giudice emette ma nemmeno vengono fatti rispettare quando l’inadempiente è la madre. Il tribunale di Teramo ne è un tipico esempio, arrivando perfino ad imporre le volontà del giudice istruttore che ha sempre fretta di chiudere il procedimento anche quando le sue imposizioni, in definitiva, danneggiano prevalentemente i figli perché una giustizia ingiusta non fa altro che alimentare una pericolosa conflittualità genitoriali. Non esiste, nell’affido dei minori, il rispetto dello Stato di diritto ma solo una più o meno sfacciata politica di genere. Il caso che riportiamo è molto eloquente ed è uno dei tanti che accadono a Teramo e in Abruzzo e di cui, per riverenza ai magistrati, nessuno ne parla.

***

Un padre italiano è vittima della cattiva gestione degli affidi dei minori nelle separazioni. I figli,collocati presso di lui fin da quando quello più piccolo aveva tre mesi perché la madre, extracomunitaria, voleva affidarli al comune e collocarli in una comunità (sulla cui gestione sarebbe doveroso indagare, visto che è stata cofondata dal legale della signora) poiché non voleva, a suo dire negli sms inviati al marito, sacrificare il proprio tempo libero per i figli. Il padre si è opposto e il giudice, in base alle sue capacità genitoriali, li ha collocati presso di lui anche se uno aveva appena tre mesi (!).

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Venerdì 23 Febbraio 2024 16:22

Aosta

condannata Regione e Asl per denuncia falsa contro una coppia di genitori


Assessore Marzi, lasci perdere!


Una dignitosa ritirata dalle scene politiche è pur sempre meglio che il perseverare nella mala gestione di un assessorato alla Salute, Sanità e Politiche sociali, dove di sociale non c’è più nulla e dove predominano gli interessi di chi, con l’abuso istituzionale, cavalca un potere che, di originale, non ha nulla. E’ offensivo dire, dinnanzi ad un chiaro abuso di potere per fare cassa, però mal riuscito, che la regione, non pagherà un centesimo dei 27 mila di euro a cui è stata condannata, assieme all’Ausl (sentenza del 2 febbraio 2024), perché ha attivato l’assicurazione. Ma a che gioco stiamo giocando da molto tempo?

La somma dovrà essere data ad una coppia di genitori a cui, cinque anni or sono, era stata ingiustamente sospesa la responsabilità genitoriale, di cui ne aveva parlato, a suo tempo, anche la nostra associazione, ovviamente senza risposta da parte di un altro onnipresente assessore fai da te, che imponeva ai padri che chiedevano un contributo economico regionale di togliere l’iscrizione alla nostra associazione e di revocare il mandato ai legali con noi convenzionati, perché non amava essere criticato.

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Venerdì 16 Febbraio 2024 09:46

Il bonus genitori separati


C’è tempo fino al 31 marzo per presentare la domanda per il bonus genitori separati, contributo introdotto con il “Decreto Sostegni” per aiutare i genitori che, durante la pandemia del Covid, non avevano potuto assolvere al mantenimento dei figli a carico per gravi difficoltà economiche, a seguito della perdita o diminuzione del lavoro. La riduzione di reddito dell’obbligato deve essere inferiore almeno del 30% rispetto al 2019 oppure si deve essere ritrovato senza lavoro per un minimo di 90 giorni.

Ne possono beneficiare solo i genitori non più conviventi, collocatari o affidatari dei figli, che non hanno ricevuto l’assegno di mantenimento dei figli (minorenni o maggiorenni con gravi disabilità) dall’altro genitore durante il periodo della pandemia, dall’8 marzo 2020 al 31 marzo 2022. I genitori richiedenti devono vivere da soli con i figli e il loro reddito complessivo non deve superare gli 8.174 annui. I redditi devono essere quelli relativi alla pandemia, ma non quelli attuali.

Alla domanda vanno allegate le documentazioni attestanti il diritto all’assegno di mantenimento e la documentazione della disabilità degli eventuali figli maggiorenni conviventi e, in specifico, ci ricorda l’Inps “La procedura per la domanda di accesso al contributo del Fondo è stata dettagliata con il messaggio 614 del 9 febbraio 2024”.

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Giovedì 08 Febbraio 2024 09:52

Esiste solo un matriarcato di altri tempi!


 

Le ignobili accuse delle c.d. faccendiere da urlo verso l’uomo in quanto uomo che eserciterebbe il patriarcato per annientare la donna sono una vera e propria bufala sbandierata da coloro che sono insoddisfatte della vita e vogliono distruggere, forse per ragioni ignote pure a loro, il principio della diversificazione dei ruoli tra uomo e donna nella famiglia e nella società. E’ ignobile la campagna contro l’uomo, che sarebbe, a loro dire, artefice di un opprimente patriarcato, ed ancora più ignobile è sfruttare i casi di repellenti femminicidi, inaccettabili, ma da inquadrare in un contesto di false relazioni affettive e di rapporti sociali annullati da internet e, in particolare, dalle chat, che generano, in concreto, solo solitudine e incomunicabilità, per rivendicare una libertà che sarebbe stata soppressa per secoli e millenni dalla volontà del maschio prevaricatore.

Le ragioni delle false accuse di queste sirene, che, spesso, nulla hanno a che vedere con chi veramente lotta contro i maltrattamenti subiti dalla donna, ma, forse di più, dall’uomo, sono da ricercarsi nei generosi contributi economici, abbondanti e incontrollati, non essendo obbligatorio il rendiconto di questi soldi pubblici (controllo non voluto dai partiti che vivono alla giornata), cioè soldi dei cittadini che pagano le tasse e, spesso, hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese.

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