24 Marzo 2005 Giustizia fatta! L’architetto Giovanni Montanaro, il padre di Bastia Umbra che aveva accolto la figlia minore scappata dalla casa del convivente della madre perché riferiva di essere da loro maltrattata e che da due anni lotta per il rispetto della volontà della figlia è stato designato (da una commissione nazionale presieduta dal dott. Giorgio Ceccarelli) “papà dell’anno”.
La cerimonia di consegna della targa è avvenuta a Roma sabato 19 al termine della toccante manifestazione della marcia dei padri negati proprio nella giornata della festa del papà. A consegnare il riconoscimento è stato Jason Hatch (il Batman londinese) esponente del movimento Fathers for Justices che prima era stato premiato, dal coordinamento delle associazioni organizzatrici della manifestazione, per la sua attività a favore dei diritti dei padri nelle separazioni. La motivazione della scelta è eloquente: il padre ha lottato per i diritti delle proprie figlie e per il diritto dei minori ad essere sentiti nelle separazioni. Ha trovato, nel suo cammino, istituzioni che invece di tutelare le minori hanno preferito assecondare solo la madre che delle istituzioni (questura) ne faceva parte. Tale riconoscimento è anche una chiara sconfessione del comportamento della corte d’appello perugina che invece di far ascoltare la minore ha impedito al padre di potere vedere anche l’altra figlia e così ha operato una divisione fra le due minori e fra il padre e la figlia più grande. Nessuna indagine è stata predisposta per accertare la portata dei maltrattamenti riferiti dalla minore. Il padre ha subito anche aggressioni con danni fisici permanenti e ricovero in ospedale da parte del convivente dell’ex-moglie, ma nessuno ha mai preso in considerazione lo stato psicologico di una figlia che dovrebbe vivere nella casa di chi – in sua presenza – ha tentato di uccidere il suo adorato padre. Un ambito riconoscimento non può lenire l’umiliazione, il dolore e lo strapotere di istituzioni che avrebbero dovuto tutelare la serenità delle figlie e le pari opportunità tra i due genitori. I danni psicologici nelle minori non possono essere cancellati nemmeno da una sentenza –tardiva e di scarsa applicazione- emessa dal Tribunale ordinario che affida una figlia al padre ed una alla madre. Le indagini –sempre solerti e talvolta anche frettolose in altri casi – sui maltrattamenti riferiti dalla bambina, dopo cinque anni, devono essere ancora avviate. Una anomalia che non può non alimentare preoccupanti ipotesi. La raccolta delle firme su tutto il territorio regionale e in Italia – per iniziativa dell’Associazione Genitori Separati – che accompagneranno la petizione alle istituzioni nazionali non potrà che far aprire una seria indagine su questo caso, chiamando alle proprie responsabilità – ognuno per competenza disattesa – le istituzioni perugine coinvolte. Perché certi referti medici o esoneri dal servizio che potrebbero confermare le fondate preoccupazioni del padre non sono stati mai richiesti e acquisiti per far chiarezza sulla idoneità genitoriale di ambedue i genitori a tutela delle minori? Chi ha interesse a non far chiarezza su questa inaccettabile e assurda vicenda? “Papà dell’anno” è stato eletto proprio colui che la corte d’appello perugina, su richiesta della madre, lo riteneva pericoloso per l’educazione e la crescita psico-affettiva delle figlie, preferendo – di fatto – la figura del convivente della madre mentre il tribunale ordinario – sulla base delle Ctu espletate – descriveva l’architetto come un buon padre e gli apmliava i diritti di visita e di permanenza delle figlie presso di lui. Ma questa giustizia a chi serve? Sicuramente non ai minori e ai padri onesti! Perugia, 24 marzo 2005 “Papà dell’anno”! L’architetto Giovanni Montanaro, il padre di Bastia Umbra che aveva accolto la figlia minore scappata dalla casa del convivente della madre perché riferiva di essere da loro maltrattata e che da due anni lotta per il rispetto della volontà della figlia è stato designato (da una commissione nazionale presieduta dal dott. Giorgio Ceccarelli) “papà dell’anno”. La cerimonia di consegna della targa è avvenuta a Roma sabato 19 al termine della toccante manifestazione della marcia dei padri negati proprio nella giornata della festa del papà. A consegnare il riconoscimento è stato Jason Hatch (il Batman londinese) esponente del movimento Fathers for Justices che prima era stato premiato, dal coordinamento delle associazioni organizzatrici della manifestazione, per la sua attività a favore dei diritti dei padri nelle separazioni. La motivazione della scelta è eloquente: il padre da anni sta lottando per i diritti delle proprie figlie e per il diritto dei minori ad essere sentiti nelle separazioni. Ha trovato, nel suo cammino troppe istituzioni che invece di tutelare le minori e riconoscere il valore della sua genitorialità hanno preferito assecondare solo la madre che delle istituzioni (Questura) faceva parte, ma nonostante questo non si è mai arreso. L’odierno riconoscimento è anche una chiara sconfessione dei giudizi precostituiti con i quali la Corte di Appello minorile, abbracciando ciecamente le tesi legali materne, ha pervicacemente calunniato questo padre fino ad impedirgli ogni contatto con le proprie figlie. Alla luce della sentenza del Tribunale competente in materia di affido e di questo pubblico riconoscimento quei “giudici” dovrebbero avere il coraggio di offrire a quest’uomo pubbliche scuse! Un uomo che per restare vicino alle proprie figlie ha subito aggressioni, con gravi danni fisici permanenti, da parte del convivente dell’ex-moglie; che ha accolto e difeso una figlia sottrattasi ai maltrattamenti di costui e della madre senza trovare il minimo interessamento da parte delle istituzioni rimaste inerti da cinque anni; che tuttora si vede rifiutare dalle “solite” istituzioni le motivazioni della repentina estromissione della madre dal posto di lavoro per non meglio precisate “inabilità” che potrebbero nuocere all’altra figlia. Questo prestigioso riconoscimento non può cancellare l’umiliazione, il dolore e le ingiustizie fin qui inflittegli da quelle istituzioni che avrebbero dovuto tutelare la serenità delle figlie e le pari opportunità tra i due genitori. I danni subiti dalle minori e dal padre non possono essere cancellati da una sentenza che con troppo ritardo ha cominciato a prendere atto di una realtà ben diversa da quella che si è cercato in tutti i modi di far credere. Insieme all’Associazione Genitori Separati, che ha intrapreso l’iniziativa, questo padre ha trascorso interi giorni nelle piazze a raccogliere firme per ottenere il rispetto dei diritti di sua figlia e di tutti i minori vittime della insensibilità e della latitanza delle istituzioni. Siamo pronti a consegnare la petizione, e non solo, alle massime cariche istituzionali per far aprire una seria indagine su questo caso, chiamando alle proprie responsabilità – ognuno per competenza – le istituzioni perugine coinvolte. Contrasteremo con migliaia di voci chiunque abbia interesse a non far chiarezza su questa inaccettabile e assurda vicenda, chiedendo ai candidati politici la responsabilità di prendere posizione e far capire all’elettorato cosa porteranno insieme alla propria candidatura. “Papà dell’anno” è stato eletto proprio colui che alcuni “tecnici” del C.S.M. Bellocchio volevano far sostituire dal convivente della madre (anch’esso operativo in Questura) arrivando ad ipotizzare affidamenti extrafamiliari a suon di denaro pubblico. Ma questa giustizia a chi serve? Sicuramente non ai minori nè ai genitori veri! Perugia, 24 marzo 2005 |