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I Minori Invisibili nella tutela delle istituzioni


Il convegno I minori invisibili nella tutela delle istituzioni”, tenuto a Perugia sabato 25 ottobre, ha evidenziato la strada che le istituzioni - leggasi Tribunali e Servizi sociali – ancora debbano percorrere per adeguarsi nei fatti ai dettami della Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, da tutti invocata e quasi sempre disattesa, di cui il 20 novembre ricorre il 55° anniversario della sua approvazione.

I minori restano “invisibili” perché le istituzioni e la società in genere non vogliono metterli al centro delle loro scelte. Le logiche degli adulti prevalgono sempre su quelle dei minori, inascoltati e mai considerati come persone con gli stessi diritti di tutti, cioè essere liberi e rispettati nelle loro esigenze ed aspirazioni.

L’assessore alle politiche sociali, alla Famiglia e alle Pari Opportunità, Edi Cecchi, nel portare  il saluto del Comune di Perugia - che aveva dato il proprio patrocinio al convegno - ha subito sottolineato la necessità di dare la stessa attenzione sia alle madri separate che ai padri, rivendendo l’operatività delle Pari Opportunità che troppo spesso si identificano con le pari opportunità di genere, trascurando le reali difficoltà degli uomini separati. La politica della nuova giunta comunale metterà in campo una serie di iniziative per affrontare le problematiche legate alla separazione e cercherà di creare un collegamento con le associazioni che operano nel territorio e che ben conoscono il vissuto dei separati.

Il Presidente dell’Ags, prof. Valentini ha invitato i Tribunali e le istituzioni sociali ad andare oltre la retorica al fine di dare risposte concrete, elementari talvolta, alle problematiche che coinvolgono i figli dei separati.

 

Lo psicologo-psicoterapeuta dott. Ezio Ciancibello si è soffermato sul funzionamento dei Tribunali e dei Servizi sociali sottolineando la bigenitorialità che non c’è. Ha messo in evidenza, partendo da  esempi concreti, la difficoltà a gestire l’aggressività e distruttività tipica della maggior parte delle separazioni con una ricaduta devastante sui genitori e sui loro rapporti con i figli perché sovente è alimentata anche da pregiudizi delle istituzioni che considerano la madre più idonea del padre a gestire i figli. Da qui la necessità che i giudici abbiano maggior capacità valutative delle singole situazioni familiari, che prendano decisioni chiare ed eque senza delegare i servizi sociali che quasi sempre peccano di scarsa trasparenza. Si è soffermato, in specifico, sul fenomeno dei “figli adultizzati”, sull’affido condiviso alternato e sull’alienazione genitoriale, assai diffusa e quasi mai riconosciuta da chi dovrebbe tutelare i minori nelle separazioni conflittuali.

 

L’avv. Fabio Antonioli ha  analizzato l’applicazione dell’affido condiviso nei Tribunali, oggi sottolineando come siano andate deluse le aspettative dell’affido condiviso poiché non viene garantito il principio del diritto del figlio minore a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno genitore, di ricevere cura, educazione ed istruzione da entrambi con gestione paritetica della potestà genitoriale.

Il relatore ha sottolineato la necessità di specifica professionalità da parte del variegato mondo dei servizi sociali che tratta i minori ed ha chiesto che il loro operato sia continuamente monitorato da esperti terzi e che i tribunali, al fine di prevenire disparità di trattamento da caso a caso e da genitore a genitore, operino in base ad un Protocollo d’intesa che coinvolga tribunale, enti che gestiscono i servizi sociali, legali e genitori, condiviso anche dalle associazioni che operano da anni in questo spaccato della società italiana. Nel suo intervento ha ribadito come la legge sul condiviso venga disattesa con molta facilità o venga interpretata solo in funzione della madre.

Il tema de Il protocollo d’intesa a tutela dei minori nelle separazioni è stato magistralmente trattato dall’avv. Gerardo Spira che da anni lotta affinché i tribunali e le regioni, essendo le regioni  responsabili dei servizi sociali, si dotino di un protocollo che assicuri trasparenza a tutti i livelli e costituisca una garanzia per ambedue i genitori separati e per i loro figli. Tale protocollo – ha sottolineato il relatore – si rende indispensabile a livello nazionale – pena il caos - visto che saranno delegati i legali e gli ufficiali comunali a trattare le separazioni e i divorzi anche con figli.

Il dott. Maurizio Quilici, giornalista, saggista e presidente dell’ISP (Istituto Studi sulla Paternità) ha presieduto i lavori del convegno ed ha analizzato il tema del La paternità certa: un diritto per tutti. Partendo da alcune considerazioni sul potere paterno nei secoli, si è soffermato sul ruolo del padre nella società attuale, spesso emarginato dai figli con la separazione, dove la sua responsabilità genitoriale ha sì una valenza etica, ma spesso viene vanificata da logiche di opportunità sociale. Il diritto ad esercitare la propria paternità è un diritto inalienabile come resta inalienabile il diritto ad avere la certezza della paternità biologica, ora resa impossibile dopo i cinque anni di età del minore. Il relatore conosce bene le problematiche del “padre ombra” poiché da oltre venticinque anni segue il ruolo del padre nelle separazioni ed ha pubblicato un monumentale volume sulla storia della paternità dall’antichità ad oggi.

Gli atti del convegno, arricchiti con altri contributi, verranno pubblicati nei prossimi mesi.

 

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