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Nelle separazioni e nei divorzi
da vent’anni a tutela dei Minori
L’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori, associazione di promozione sociale, è stata istituita, con sede nazionale in Umbria, per ribadire che i genitori restano tali anche dopo la separazione, contrastando la tendenza che li considerava contrapposti ed escludenti nelle separazioni. Tale convinzione era incarnata anche da specifiche associazioni che si combattevano a vicenda, padri separati contro madri separate, che alimentavano una conflittualità estremamente dannosa per i minori. L’associazione (padri, madri, nonni, figli dei separati e persone che ne condividono le finalità) opera in tutto il territorio nazionale e mette gratuitamente a disposizione di tutti i cittadini coinvolti in queste difficili situazioni la propria esperienza e la propria professionalità in campo legale, psicologico e sociale. Per venire incontro alle difficoltà economiche di tantissimi genitori e per calmierare parcelle eccessivamente esose, l’associazione ha sottoscritto convenzioni con professionisti quali legali (per quei genitori che non possono accedere al patrocinio gratuito a spese dello Stato), psicologi, pedagogisti ed assistenti sociali e mediatori culturali, le cui prestazioni sono regolamentate sia nelle modalità attuative che nei costi, di gran lunga inferiori a quelli di mercato.
La conflittualità tra i genitori - “abusata” dai servizi sociali per giustificare la mancata presenza significativa (nei fatti e non nelle parole) del genitore non collocatario - è alimentata troppo spesso dai provvedimenti generici, ambigui e talvolta iniqui dei tribunali, dalla discutibile professionalità dei servizi sociali e dei psicologi incaricati dal tribunale ad analizzare la situazione dei minori e dalla emarginazione del genitore non collocatario o non affidatario. Non esiste, in Italia, una prassi giudiziaria chiara applicata in modo costante nelle separazioni e questo contribuisce alle discriminazioni tra genitore e genitore, tra zona e zona ed alimenta la sfiducia nelle istituzioni pubbliche. In questi giorni è iniziato il ventesimo anno di attività dell’associazione e sarà dedicato prevalentemente alla sottoscrizione di tanti protocolli d’intesa che coinvolgano tribunali, genitori separati e le loro associazioni di riferimento, servizi sociali, enti locali, gli ordini professionali per regolamentare la loro attività e le loro competenze, e, in particolare, l’attività dei servizi sociali incaricati dai tribunali a riferire sulla situazione psico-sociale e familiare dei minori sui quali si deve provvedere al loro affidamento e si deve stabilire l’assegno di mantenimento. La sensibilizzazione delle istituzioni locali su queste problematiche dovrà portare alla stesura di un protocollo d’intesa nazionale che ponga fine all’attuale discrezionalità e disparità di trattamento dei minori e dei loro genitori da città a città, da tribunale a tribunale.
Riteniamo che il protocollo sia lo strumento legittimo per risolvere a monte tante inutili questioni contro gli interessi del minore. L’aggancio è nel DPR 616/77(art. 23 l.c.) con cui il legislatore ha trasferito le funzioni amministrative esclusivamente agli Enti territoriali. Con la riforma costituzionale del 2001 sono state trasferite anche le funzioni legislative. In sostanza Regioni e Comuni hanno gli strumenti per disciplinare la materia in via preventiva, riservando ai tribunali soltanto le questioni di diritto sostanziale. La trasparenza di queste operazioni e gli interventi il più possibile equi e non di genere sono indispensabili per eliminare la conflittualità genitoriale che, poi, porta all’emarginazione del genitore non collocatario o affidatario.
Parlare della bigenitorialità come conquista dei separati, in realtà conferma il fallimento della genitorialità che non esiste senza le indispensabili due figure di riferimento: padre e madre. Dal 2006 l’associazione diffonde la cultura dell’affido condiviso alternato: i figli possono contare sulla presenza fattiva dei due genitori, si muovono con spontaneità nelle due abitazioni a cui fanno riferimento, i minori mantengono i loro rapporti affettivi e sociali con l’ambiente in cui sono nati e fino ad allora cresciuti, i genitori necessariamente sono chiamati o “costretti” a collaborare nel superiore interesse dei propri figli allontanando la tentazione delle carte bollate che non sempre risolvono i problemi. La presenza dei figli alternata con i singoli genitore non deve essere continua (una settimana o un mese da una parte e dall’altra) ma armonizzata nell’arco di due settimane garantendo a tutti il fine settimana alternato. L’affido condiviso alternato nelle separazioni consensuali e i divorzi o in quelle predisposte dal tribunale ha garantito la fine della conflittualità tra i genitori, ha permesso la genitorialità continua sempre, anche dopo la fine di un amore. Il Giudice Giuseppe Buffone del Tribunale di Milano è accanito sostenitore di questa teoria. Per informazioni e consigli contattateci al 347.6504095 o su Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. . |