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Il Tribunale minorile di Genova non vuole applicare la Carta europea dei diritti dei minori!

 

L'Europa e le Autorità italiane


stanno a guardare!


Ubaldo Valentini *

Abbiamo più volte denunciato all'opinione pubblica italiana il vergognoso e clamoroso caso di una madre francese la quale da ben 11 anni non vede e non incontra la figlia, ormai divenuta signorina, per responsabilità personali di un giudice e di assistenti sociali i quali di comune accordo, hanno deciso di metterla in penitenza solo perché la donna, armata del suo istinto materno e della cultura libera francese sta difendendo il diritto di madre contro metodi e sistemi che nel tribunale di Genova risentono di un odore che si è radicato fuori dallo Stato.

La madre francese si è mossa sulle indicazioni delle autorità nazionali, facendosi assistere dalle più competenti professioni, le quali hanno evidenziato contraddizioni e storture procedurali, messe in atto per sottrarre dolosamente la figlia avuta con un italiano appartenente ad una famiglia molto” rispettata”.

Da undici anni questa madre grida il suo dolore e lo fa nel più corretto rispetto delle leggi italiane. Non ha potuto fare altro e ancora attende che un giudice, per livore personale e per incapacità professionale, non riesce a trovare la via per emettere una decisione definitiva e consentirle di percorrere gli altri gradi del Giudizio.

E sono undici anni, la vita di una fanciulla.  A nulla sono valse le diffide e le richieste di intervento della Giustizia di controllo. La casta togata si è chiusa in un silenzio di corresponsabile omertà.  Quel Giudice continua a fare danni, restando al suo posto e le assistenti sociali, protette da quel magistrato, operanti in un ambiente finito all'onore della cronaca mafiosa, continuano a salassare chi non condivide il loro metodo.

La legge in questo tribunale non esiste e la Giustizia si vergogna di mostrare il vero volto. Solo i gesti eclatanti ormai nel nostro Paese sono divenuti degni di esaltazione e di preoccupazione. Solo questi, perché i responsabili, di fronte al clamore della notizia, vengono presi dalla paura di perdere lo stipendio e il posto, non per senso di colpa e di responsabilità.

Siamo a questo punto!

La cancrena morale e corruttiva ha invaso il tessuto istituzionale in ogni angolo del Paese e se qualche barlume di verità e di giustizia compare in questo mondo, vuol dire che il cittadino e il genitore vittime si sono rivolti altrove, ahinoi!. Tutto questo per ottenere un diritto scritto nelle leggi e negato da soggetti che agiscono in nome del popolo italiano. Sono sacri la vita e i figli e nessuno può sottrarli alla origine della procreazione dell'uomo e della donna!

La legge serve a far rispettare questi principi e non a sfaldarli. Per qualsiasi motivo nessuno può separare un figlio dai genitori ed è un atto criminale sottrarlo al principio di educazione, di istruzione e cure condivisi.

 

Il Giudice, quando è chiamato, deve decidere subito e non inventare percorsi o programmi fondati su tempi indefiniti, termini vuoti e frasi senza contenuto sensato.

 

Che significa “al fine di valutare la condizione ambientale o al fine di verificare se i genitori sono capaci di svolgere il loro ruolo”? Allora dovremmo togliere tutti i figli ai nomadi che vivono, sotto i ponti o sotto una baracca, che non li mandano a scuola e che li istruiscono alla vita di strada? Provate a sottrarre un figlio ad un nomade! Quale valore assume una decisione del giudice che, egli stesso é vittima del dramma della separazione? Chi valuta le condizioni ambientali e con quale sensibilità di autonomia professionale. Chi valuta la sua capacità genitoriale, in quanto tempo e secondo quali metodi scientifici? Quale valore scientifico ha la istruttoria di alcuni professionisti pubblici, pure essi finiti nella commistione di un ambiente trito di sacro e profano? Quanta credibilità hanno le valutazioni e le decisioni di questi scelti rappresentanti delle Istituzioni?

Rileggendo la Carta europea dei diritti dei minori, ci rendiamo sempre più conto che il sistema giudiziario è un palcoscenico su cui si svolgono tragedie e commedie dirette da registi più preoccupati a mantenere la scena che a risolvere i problemi della società. Chi pagherà tutto ciò sono soltanto lo Stato e il Cittadino. Eppure si avverte una grande sete di giustizia, di vedere cacciati a pedate dalle Istituzioni soggetti che fanno male il loro mestiere, si pagano bene per farlo male, conducono una vita di non esempio e aprono spazi in cui trova facile accesso la delinquenza e la corruzione.

Come il caso di Genova ve sono molti altri in Italia e nello stesso tribunale genovese. Sarebbe ora che l'Europa e il Ministro della Giustizia italiana prestasse più attenzione al fenomeno e agli esempi di ritardata e malagiustizia, prima che per avere un diritto il cittadino decida definitivamente di abbandonare lo Stato.

 

* presidente Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps)

 

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