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Al comune di Ferrara, Finalmente fatti non parole!


Il 10% degli alloggi popolari


andranno ai padri separati


Finalmente da un comune coraggioso e attento a tutti i cittadini viene riconosciuto il diritto all’assegnazione degli alloggi popolari anche ai padri separati, che difficilmente, in tutta Italia, accedono alle graduatorie dell’edilizia popolare perché – altra anomalia – i figli vengono affidati-collocati quasi sempre presso la madre. Il comune di Ferrara, pioniere nel modificare il regolamento di accesso alle graduatorie per l’edilizia popolare, ha stabilito che il 10% degli alloggi saranno riservati ai genitori separati con figli in affido condiviso e in particolare ai padri separati.

“Molto spesso - afferma il sindaco Alan Fabbri -, infatti, in caso di divorzio di coppie con figli, sono i padri che si trovano a lasciare la casa comune all’ex moglie e ai figli minori. La perdita dell’abitazione sommata alle altre difficoltà, inevitabili in una separazione, in certi casi può diventare un ostacolo insormontabile e creare condizioni di vita molto difficili che possono facilmente trasformarsi in situazioni di grave indigenza. E’ proprio quello che vogliamo evitare con questa nuova misura.

Con il nuovo regolamento, completato lo scorso gennaio, abbiamo fatto in modo di dare la precedenza nell’accesso alla casa popolare ai ferraresi, in particolare agli anziani, alle famiglie monogenitoriali e alle giovani coppie, a coloro, cioè che fino ad oggi sono stati penalizzati nell’accesso agli alloggi Acer – spiega il sindaco -. Ora vogliamo fare di più: i padri separati sono cittadini che da un momento all’altro possono trovarsi in grave difficoltà economica e che possono avere bisogno di un sostegno temporaneo per ripartire: questo è l’aiuto che vogliamo dare, per evitare che una difficoltà di un momento possa trasformarsi in una situazione peggiore senza un supporto”.

L’assessore alle Politiche Abitative, Cristina Coletti, sottolinea che, “dopo aver impostato in modo più equo i parametri generali di accesso ora abbiamo deciso di andare incontro al bisogno di casa di una categoria che costituisce ormai anche secondo i dati della Caritas una povertà vulnerabile. I genitori separati sono una nuova categoria di poveri e a loro dedichiamo una attenzione speciale”.

Tutti i politici e le istituzioni locali, con convenienza elettorale, si occupano dei padri separati ridotti sul lastrico perché emarginati dai figli e senza un soldo e le soluzioni proposte sono tipiche di manuali pietistici: case ghetto, spesso anche con canone di affitto, che non affrontano seriamente il problema. Si parla troppo dei papà separati e la politica poco fa, sia a livello nazionale che locale, per risolvere radicalmente la ingiustizia che ha le radici nei servizi sociali, nei tribunali, negli amministratori pubblici e in tutto quel mondo lobbistico che specula sui drammi dei separati, incluso l’ordine degli avvocati che invece di mettere in evidenza le contraddizioni nell’applicazione delle procedure civili si preoccupano di sottoscrivere protocolli “capestro” con il tribunale per non dispiacere a chi vi opera e per agevolare la madre. Si dimentica che, così facendo, il danno viene fatto ai minori coinvolti nelle separazioni dei genitori.

L’esempio del comune di Ferrara va imitato dagli altri comuni perché i separati in difficoltà sono stanchi di sentire le abituali parole delle istituzioni e dei politici e vogliono fatti concreti, come in questo caso. Il padre, con una casa accogliente dove poter stare, può tenere in modo dignitoso e proficuo i figli quando sono con lui senza essere costretto a ricorrere a soluzioni di ripiego, come spesso avviene.

Da sempre (cioè da 23 anni) la nostra associazione, che opera in tutto il territorio nazionale, chiede che vengano rivisti i regolamenti degli enti locali per l’accesso alla graduatoria per gli alloggi popolari permettendo ai padri di sottrarre dai redditi percepiti e dichiarati l’assegno di mantenimento per i figli e talvolta anche per la ex moglie e il 50% delle spese straordinarie. Quei soldi, eventualmente, dovrebbero essere assommati ai redditi della madre, assieme alle altre risorse economiche quali i tanti contributi, agevolazioni e balzelli vari che la stessa, quale madre affidataria/collocataria, percepisce da enti pubblici e privati.

Non ultimo, da sempre chiediamo di indagare sulle madri che dichiarano di non lavorare quando invece lavorano a nero e conducono un tenore di vita che sconfessa le loro dichiarazioni dei redditi.


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Al comune di Ferrara,

Finalmente fatti non parole!

Il 10% degli alloggi popolari

andranno ai padri separati

Finalmente da un comune coraggioso e attento a tutti i cittadini viene riconosciuto il diritto all’assegnazione degli alloggi popolari anche ai padri separati, che difficilmente, in tutta Italia, accedono alle graduatorie dell’edilizia popolare perché – altra anomalia – i figli vengono affidati-collocati quasi sempre presso la madre. Il comune di Ferrara, pioniere nel modificare il regolamento di accesso alle graduatorie per l’edilizia popolare, ha stabilito che il 10% degli alloggi saranno riservati ai genitori separati con figli in affido condiviso e in particolare ai padri separati.

“Molto spesso - afferma il sindaco Alan Fabbri -, infatti, in caso di divorzio di coppie con figli, sono i padri che si trovano a lasciare la casa comune all’ex moglie e ai figli minori. La perdita dell’abitazione sommata alle altre difficoltà, inevitabili in una separazione, in certi casi può diventare un ostacolo insormontabile e creare condizioni di vita molto difficili che possono facilmente trasformarsi in situazioni di grave indigenza. E’ proprio quello che vogliamo evitare con questa nuova misura.

Con il nuovo regolamento, completato lo scorso gennaio, abbiamo fatto in modo di dare la precedenza nell’accesso alla casa popolare ai ferraresi, in particolare agli anziani, alle famiglie monogenitoriali e alle giovani coppie, a coloro, cioè che fino ad oggi sono stati penalizzati nell’accesso agli alloggi Acer – spiega il sindaco -. Ora vogliamo fare di più: i padri separati sono cittadini che da un momento all’altro possono trovarsi in grave difficoltà economica e che possono avere bisogno di un sostegno temporaneo per ripartire: questo è l’aiuto che vogliamo dare, per evitare che una difficoltà di un momento possa trasformarsi in una situazione peggiore senza un supporto”.

L’assessore alle Politiche Abitative, Cristina Coletti, sottolinea che, “dopo aver impostato in modo più equo i parametri generali di accesso ora abbiamo deciso di andare incontro al bisogno di casa di una categoria che costituisce ormai anche secondo i dati della Caritas una povertà vulnerabile. I genitori separati sono una nuova categoria di poveri e a loro dedichiamo una attenzione speciale”.

Tutti i politici e le istituzioni locali, con convenienza elettorale, si occupano dei padri separati ridotti sul lastrico perché emarginati dai figli e senza un soldo e le soluzioni proposte sono tipiche di manuali pietistici: case ghetto, spesso anche con canone di affitto, che non affrontano seriamente il problema. Si parla troppo dei papà separati e la politica poco fa, sia a livello nazionale che locale, per risolvere radicalmente la ingiustizia che ha le radici nei servizi sociali, nei tribunali, negli amministratori pubblici e in tutto quel mondo lobbistico che specula sui drammi dei separati, incluso l’ordine degli avvocati che invece di mettere in evidenza le contraddizioni nell’applicazione delle procedure civili si preoccupano di sottoscrivere protocolli “capestro” con il tribunale per non dispiacere a chi vi opera e per agevolare la madre. Si dimentica che, così facendo, il danno viene fatto ai minori coinvolti nelle separazioni dei genitori.

L’esempio del comune di Ferrara va imitato dagli altri comuni perché i separati in difficoltà sono stanchi di sentire le abituali parole delle istituzioni e dei politici e vogliono fatti concreti, come in questo caso. Il padre, con una casa accogliente dove poter stare, può tenere in modo dignitoso e proficuo i figli quando sono con lui senza essere costretto a ricorrere a soluzioni di ripiego, come spesso avviene.

Da sempre (cioè da 23 anni) la nostra associazione, che opera in tutto il territorio nazionale, chiede che vengano rivisti i regolamenti degli enti locali per l’accesso alla graduatoria per gli alloggi popolari permettendo ai padri di sottrarre dai redditi percepiti e dichiarati l’assegno di mantenimento per i figli e talvolta anche per la ex moglie e il 50% delle spese straordinarie. Quei soldi, eventualmente, dovrebbero essere assommati ai redditi della madre, assieme alle altre risorse economiche quali i tanti contributi, agevolazioni e balzelli vari che la stessa, quale madre affidataria/collocataria, percepisce da enti pubblici e privati.

Non ultimo, da sempre chiediamo di indagare sulle madri che dichiarano di non lavorare quando invece lavorano a nero e conducono un tenore di vita che sconfessa le loro dichiarazioni dei redditi.

 

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