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Aosta: i servizi sociali e la politica regionale sono sempre assenti dai problemi veri della gente

 

L’assenza delle pari opportunità nei servizi sociali

con l’incredibile consenso della politica regionale


Dopo 28 mesi ritornare a parlare di un padre costretto nuovamente a vivere in macchina e non tenere con sé i figli per l’assenza di qualsiasi rispetto del principio delle pari opportunità nelle politiche sociali e per la deprecabile politica regionale che, da sempre, teme di affrontare il funzionamento dei servizi sociali e le assurde ingiustizie che alcuni padri (in verità tantissimi) devono subire è umiliante. E’ il fallimento della politica valdostana, maggioranza e minoranza comprese, ed è la palese inutilità delle costose istituzioni pubbliche che dovrebbero tutelare il superiore interesse dei minori quando finisce la convivenza dei genitori.

Questo il fatto. Un padre con tre figli, di cui una disabile, doveva mantenere da solo la famiglia e, quando la sera rientrava dal lavoro, doveva perfino preparare loro la cena e fare tutte le faccende domestiche, che, abitualmente, fa una donna che non lavora, ma la madre dei suoi figli si assentava da casa per l’intero pomeriggio, lasciando la figlia disabile alla sorellina di pochi anni, per incontrare le persone conosciute in chat.

Ad un certo punto, la signora abbandona la casa coniugale con le due figlie minorenni – per “fantasiosi” maltrattamenti verbali, minacce di morte ed una violenza sessuale ai danni della moglie mai dimostrate né tantomeno denunciate – e, con la copertura dei servizi sociali e all’insaputa del padre le figlie vengono portate dalla madre  a Reggio Emilia per alcune settimane e, dopo alcuni mesi, vengono messe in una casa protetta. Il giudice della separazione assegna la casa di edilizia popolare alla signora, che, nel frattempo, fa rientro in casa e le due figlie vengono collocate, con affido condiviso, presso la madre, con un assegno di mantenimento da parte del padre, che, però, di fatto, tiene i figli per metà tempo e deve intervenire quando sono con la madre, perché i tre figli soffrono la fame e invocano il suo aiuto. La madre utilizza per sé gli assegni familiari, l’assegno unico e la pensione sociale della figlia disabile, che ammonta ad €. 300,00 al mese.

Il padre trova una abitazione in affitto fuori ad Aosta e la proprietaria, militare in carriera, non gli permette di trasferirci la residenza e, così, non può partecipare ai bandi per una casa popolare. Nel timore di una vertenza, gli intima lo sfratto per morosità e, poiché non aveva pagato il canone di locazione, perché, con il lock down, era rimasto nuovamente senza lavoro, gli stacca tutte le utenze (che nemmeno la proprietaria pagava, perché, a dire del dei di lei legali, nemmeno la stessa aveva i soldi). Non può più ospitare i figli e lui stesso, con il freddo, è stato costretto a dormire in auto, tenendo il motore acceso quando la temperatura diviene insostenibile. Chiediamo che si facciano i dovuti accertamenti sulla proprietaria della casa e sulla liceità della sua condotta.

 

Già nel luglio del 2019 era stato costretto a vivere in macchina, pur trovandosi senza lavoro, perché la casa coniugale era stata assegnata alla moglie. Pertanto, l’associazione aveva posto alcuni interrogativi ai servizi sociali, al tribunale e ai politici. Tutti, immotivatamente, si sono rifiutati di rispondere.

I servizi sociali sono stati molto attivi nel tenergli nascosto dove si trovassero le sue due figlie, hanno assecondato in tutto la madre, hanno fatto togliere indebitamente (o illegittimamente?) le armi al padre, cacciatore da sempre, nonostante l’accertata (da parte del tribunale) sua innocenza. A quale titolo?

In questa emergenza che risale a circa due anni e mezzo or sono, il servizio sociale non ha provveduto a trovargli una casa di edilizia popolare in Aosta, dove lavora e vive, proponendogli la disponibilità di una stanza a 50 km da Aosta, nella bassa valle, dove non potrebbe ospitare i figli e dovrebbe raggiungere Aosta tutti i giorni per lavorare. Le segnalazioni del padre sul disagio dei figli, a cui la madre collocataria non provvede, vengono rigorosamente taciute nelle loro relazioni al tribunale, incuranti che questi figli soffrono la fame!

La politica valdostana ignora, da sempre, la difficile situazione dei padri separati, costretti a vivere nella miseria, ed a cui, spesso, non vengono fatti vedere nemmeno i figli. Le pari opportunità esistono solo per le madri, ma non per i padri. I politici sono tutti presi per sistemare, in Aosta, ma non in fondo valle, gli extracomunitari e gli oltre cento afgani, a cui sono riservate gratuitamente ottime abitazioni. Ma a questo padre, con tre figli in situazioni critiche, che vive da 33 anni ad Aosta, non viene concessa una casa popolare per faziosità e/o incompetenza dei servizi sociali e di tutte le forze politiche. Bisogna sospettare che questo padre sia vittima di razzismo istituzionale?

Se succederà qualcosa a questo padre e ai suoi figli non resteremo in silenzio e inchioderemo alle proprie responsabilità chi continua indegnamente ad ignorare i suoi diritti e quelli dei suoi figli. I numerosi soci dell’associazione chiedono giustizia immediata e la fine dell’oltraggio ai genitori separati e ai loro figli.

 

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