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Attuativo il bonus per i genitori separati. Forse.


Il genitore separato o divorziato che, per il periodo dall’8 marzo 2020 al 31 marzo 2022, non è riuscito a versare il mantenimento per i figli minori (o maggiorenni portatori di handicap grave) conviventi, potrà richiedere il bonus statale.

All’importo mensile, pari all’importo dell’assegno di mantenimento non corrisposto dal genitore obbligato, con un massimo di 800 euro per 12 mensilità, vi può accedere chi, a causa della pandemia Covid 19, a partire dall’8 marzo 2020, è restato senza lavoro per 90 giorni o ha avuto, rispetto al 2019, una riduzione del reddito di almeno il 30 per cento. La somma stanziata ammonta a dieci milioni di euro all’anno.

 

 

Il decreto attuativo era stato introdotto dalla legge n. 69 del 21.5.202, modificata con il d.l. n. 41 del 22.3.2021, il decreto del Ministero delle Pari opportunità risale al 23 agosto scorso e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 26 ottobre, mancando, però, ancora le istruzioni operative, che verranno pubblicate sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia.

 

La richiesta deve essere fatta dal genitore che ha diritto all’assegno, ma non da chi lo doveva versare. Il richiedente non deve avere un reddito annuale superiore ad euro 8.174,00. Il genitore beneficiario non deve aver ricevuto, del tutto o in parte, l’assegno di mantenimento, a causa dell’inadempienza dell’altro genitore, obbligato al mantenimento, in base ad un provvedimento del giudice.

Il provvedimento era stato “pubblicizzato” da oltre un anno, come fa la panacea per i genitori in difficoltà economiche, quando la pandemia esisteva davvero e il mondo del lavoro era bloccato, ma solo un mese prima delle elezioni il decreto è stato firmato (e strombazzato sulla stampa da alcuni partiti per fini elettoralistici), e ci sono voluti due mesi per renderlo operativo con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Quanto tempo occorrerà, ancora, per la diffusione delle istruzioni per le domande?

I bonus – come da anni questa associazione va denunciando, non sono una risposta alle difficoltà del genitore separato, ma, spesso, una sua umiliazione, per coprire i danni provocati da iniqui provvedimenti di molti tribunali nell’affido dei figli, che penalizzano prevalentemente il genitore non collocatario, cioè il padre. Non c’è giustizia quando non si applica la Costituzione e/o il diritto civile inerente la famiglia e/o la tutela dei minori e/o quando si operano discriminazioni con il non concedere l’affido paritario (che esclude l’assegno di mantenimento e l’assegnazione della casa coniugale/familiare ad un solo genitore), che, al contrario, garantisce equità tra i due genitori, la bi-genitorialità e la co-genitorialità.

I politici devono mettere mano al delicato e drammatico mondo degli affidi e delle separazioni, spazzando via sia la prassi della collocazione prevalente, istituita furbescamente dai tribunali per non applicare seriamente la legge sull’affido condiviso, in vigore da 16 anni, sia i tanti protocolli per le spese straordinarie, firmati dai giudici (che, invece di applicare la legge, si ergono a legislatori) e dall’ordine degli avvocati (che non sostituiscono i genitori, gli unici ad aver diritto di parlare e decidere per le spese dei loro figli). I protocolli, quasi sempre, ignorano il codice civile, il diritto minorile, la giurisprudenza e la dottrina.

Ma torniamo al bonus, che appare non una soluzione alle difficoltà del genitore non collocatario, esistenti anche fuori dalla pandemia, ingiustificatamente condannato a pagare l’assegno di mantenimento per i figli, mentre quasi sempre la madre ne è esentata, perché quasi sempre collocataria (prevalente), e viene considerata come una badante a pagamento dei figli.

Con dieci milioni per il 2021 e 2022 i politici pensano di risolvere il problema delle difficoltà di tanti genitori non collocatari, obbligati a vivere al margine della società per decisioni (quasi sempre con l’avvallo dei servizi sociali) che li hanno discriminanti quasi sempre. Con dieci milioni all’anno e con un bonus che può arrivare ad €. 9.600 euro all’anno si aiutano, di fatto, poco più di mille genitori in tutta Italia, ma alle altre centinaia di migliaia chi provvederà?

I politici, più che cantare vittoria per la legge che ha istituito il bonus di 800 euro, dovrebbero vergognarsi del loro disinteresse verso i minori e verso il genitore non collocatario, discriminato ed estromesso dalla vita dei propri figli.

Ubaldo Valentini, presidente dell’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps) - contatti: tel. 347.6504095, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .

 

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