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Continua la festa al papà!
Ubaldo Valentini*
Il 19 marzo, puntualmente, con molta enfasi celebriamo la festa del papà e c’è da augurarsi che continui questa “farsa”, poiché c’è vento di soppressione, non solo della festa, ma anche del papà, ritenuto superfluo sia nella procreazione che nell’educazione dei figli. La ricorrenza in sé ha la sua importanza non solo per chi può condividerla con i figli, ma anche per chi si sente privato della propria paternità dal comportamento di istituzioni poco autonome. Rispettiamo la celebrazione annuale della festa del papà e ci sentiamo vicino a chi riconosce al padre un ruolo insostituibile nella propria vita e vuole manifestarglielo con una festa tutta sua.
Non si possono accettare, però, quei messaggi non autentici che esaltano il padre, quando, poi, nella realtà quotidiana, di fatto, annullano la sua dignità e la sua presenza nella vita dei figli. Il consumismo contribuisce a sponsorizzare una festa farsa e, così, avalla l’idea secondo cui il padre va festeggiato, sempre, ma si ignorano, volutamente, le ingiustizie che subisce quotidianamente e il muro che parte della società ha eretto per evitargli di comunicare il suo malessere per le ingiustizie che sistematicamente subisce.
La festa, in Italia, cade nel giorno in cui sarebbe morto San Giuseppe. La Chiesa si preoccupa della liturgia del padre più importante al mondo, ma, nonostante le sollecitazioni provenienti da tante associazioni, non dice mai una parola di condanna degli abusi sui figli sottratti al padre con iniqui provvedimenti di affido dei minori. Una parola di condanna potrebbe aiutare l’affermazione del diritto alla bigenitorialità e alla cogenitorialità. Forse, i minori ed il padre a cui sono stati sottratti non hanno la priorità di emergenze che il papa ci ricorda con insistenza. Vorremmo ricordare che i minori di oggi, violentati nei loro diritti fondamentali, saranno i futuri cittadini conduttori della futura società. Il silenzio su queste problematiche non aiuta nessuno, nemmeno chi le ignora e, forse, lo fa per non disturbare certe lobby giudiziarie e politiche.
La politica non ha molta dimestichezza con il codice civile, con i diritti dei minori e del genitore non collocatario. Inoltre, la vera riforma del diritto familiare e minorile non viene fatta perché troppi interessi, non sempre legittimi, si celano dietro le separazioni e l’affido dei minori. I servizi sociali, alcune correnti di psicologia, gli assessorati alla sanità e alle politiche sociali, le associazioni di genere e antiviolenza sono, molto spesso, vere e proprie lobby, che, dietro alle parole di circostanza, nascondono consistenti interessi economici, anche per la mancanza dei dovuti controlli.
La situazione del genitore che è stato estromesso dai figli può e deve essere cambiata e, per farlo, occorre che il parlamento deliberi riforme serie, ma non quelle occasionali, come la riforma Cartabia della procedura civile, che, di fatto, lascia al giudice uno strapotere che nessuno controlla e tempera e che potrebbe trasformarsi, purtroppo, come la storia ci insegna, in una discriminazione del genitore di sesso maschile. Festa del padre sì, ma con leggi chiare e che non lascino troppa discrezionalità al giudice, che le dovrebbe applicare in modo equo.
Non siamo d’accordo nella soppressione di questa festa, come certe lobby di genere vorrebbero fare, ma chiediamo che la festa del papà divenga espressione di un rispetto, vero, ma non farisaico, del padre, che quotidianamente vuole fare il padre, a cui qualcuno cerca di impedirlo. Una festa vera, dunque, e con condivisione anche di chi gestisce la società. Altrimenti, la celebrazione continuerà a tenersi, ma sarà sempre più una festa al papa!
* Ubaldo Valentini, presidente Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps) - contatti: tel. 347.6504095,
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