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Nei tribunali umbri


Affido dei figli e declino della maternal preference


La recente sentenza della Corte d’appello di Perugia accoglie il ricorso di un padre che si era visto condannato per maltrattamenti in famiglia, sebbene non abbia mai usato violenza sui figli, perché, a causa degli impegni di lavoro, aveva dedicato poco tempo alla loro educazione e non aveva stabilito con loro un vero e proprio legame padre-figli. Si era mostrato, cioè, “negligente nello sviluppo del rapporto educativo e di fiducia nei confronti dei suoi due figli”.

I consiglieri della Corte d’appello di Perugia hanno sentenziato che non sono penalmente punibili “le condotte del padre che trascuri di sviluppare un sano rapporto di cura ed educazione nei confronti dei figli, ma che al contrario si dimostri rigido, freddo e disinteressato nei loro confronti e dedichi la maggior parte del proprio tempo al lavoro”.

Un padre, se non lavora, non mantiene i figli e ogni lavoro richiede tempi e impegni diversificati. Giustificare la negligenza paterna a causa del lavoro, vuol dire riconoscere che non sempre è possibile organizzare il lavoro tenendo conto dei doveri genitoriali.

Piccoli segnali, questi e altri, che qualcosa stia leggermente cambiando nella gestione della bigenitorialità e che il “devastante” maternal preference è divenuto, in troppi casi, uno strapotere in mano ad organizzazioni di genere, il cui reale interesse era quello di distruggere il ruolo e la figura del padre, arrivando perfino a stimolare denunce false, che, a volte, erano in grado di rallentare (talvolta di sospendere anche) i rapporti genitore non collocatario (per il 94% il padre) con i propri figli, a scapito di quest’ultimi. La maternal preference va collocata nel suo giusto ambito, ma non può divenire un mezzo discriminante di un genitore e tantomeno accettata senza porsi alcuni dubbi applicativi.

La recente sentenza della Corte d’appello perugina solleverà sicuramente reazioni in certi ambienti di genere, ma contribuisce a ridare fiducia nei giudici da parte di padri memori dei trattamenti, incomprensibili e fuori da qualsiasi logica giuridica, subiti ingiustamente, estromessi, di fatto, dalla vita dei propri figli e ridotti alla miseria. È necessario ridare la Fiducia in una giustizia giusta, fondamentale per tutelare la bigenitorialità e la cogenitorialità, e, così, garantire la serenità dei figli con genitori non più conviventi.

Città di Castello, 6 giugno 2023

Ubaldo Valentini, pres. (tl. 347.6504095)

 

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