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Violenza sui padri, di cui nessuno parla
Esiste una diffusa e profonda violenza sugli uomini, soprattutto quando sono separati, di cui nessuno parla per coprire la campagna portata avanti dal variegato – e ricco di finanziamenti pubblici – mondo delle associazioni di genere e centri antiviolenza, affiancati da noti partiti e movimenti di sinistra, che, come ripetutamente accade in consiglio regionale e comunale, sconfessano le ragioni del loro esistere, cioè la difesa dei diritti di tutti i cittadini e, soprattutto, dei più deboli.
La violenza fisica è sempre inaccettabile e non ci sono ragioni che la possano giustificare, nemmeno quando la disperazione domina la mente di chi la effettua.
Ciò, però, non autorizza nessuno a tacere sulla violenza che subiscono i minori, gli uomini e gli anziani. Gli uomini vengono maltrattati dalle donne in misura superiore a quella in cui le stesse sono vittime della violenza maschile. Molti, troppi, uomini non denunciano la violenza fisica subita da parte della propria partner per rispetto dei figli e, al pronto soccorso, praticamente sempre, dichiarano di essersi feriti da soli. La violenza subita, così, resta nascosta alle statistiche e amplifica quella subita dalle donne. Non tutti gli uomini scaricano la loro disperazione sulla partner e sui figli e, in silenzio, oppressi dal precipitare della inspiegabile quotidianità divenuta insopportabile, si tolgono la vita con modalità che non destano sospetti sui figli e sui congiunti. Se ne vanno in punta di piedi per non disturbare una società indifferente al loro malessere.
Parliamo, poi, della violenza indiretta, che troppi uomini subiscono durante la separazione e/o divorzio, che si trasformano in atti persecutori, nei loro confronti, che li allontanano dai propri figli e, molto spesso, li riducono in miseria, spegnendo in loro la speranza di un futuro migliore. E’ una violenza diversa da quella fisica, ma estremamente ripugnante, perché tesa a togliere la dignità genitoriale al padre per poter meglio disporre dei suoi soldi e dei suoi figli. Le donne, quasi sempre, lo fanno senza remore e senza tener in alcun conto il danno provocato sui minori, privati di un genitore, e sulla persona con cui li hanno concepiti. La bigenitorialità è una parola resa vuota dalle strategie di genere e non è affatto un diritto dei figli. Non è più un diritto inalienabile.
Gli abusi e le discriminazioni sono subìti non solo dalle donne, ma anche dagli uomini, la cui percentuale è di gran lunga superiore a quella delle donne, con devastanti effetti psicologici e sociali sul genitore, sui suoi figli e sui nonni paterni estromessi dalla vita dei minori.
Quando termina la convivenza dei genitori, i figli vengono ancora affidati prioritariamente alle madri e possono stare con il padre in giorni e orari prestabiliti e contingentati (che, spesso, non vengono volutamente rispettati dalla madre collocataria), nonostante il fatto che, dal 2006, esista la legge sul condiviso, e il diritto di visita dei padri diventa un'impresa estremamente difficile da realizzare. Il diritto all’affido condiviso paritario è escluso a priori dalla stragrande maggioranza dei tribunali per condizionamenti culturali e sociali nonchè per economizzare sul lavoro da svolgere per garantire una separazione equa e rispettosa del diritto.
Sembra proprio che tutti gli atti presenti nei fascicoli non vengano letti e, se lo si fa, non sempre si riscontra la dovuta attenzione. Questa situazione genera un forte malessere, oltre che nei figli, anche nei padri, che si ritrovano senza famiglia, senza figli, senza casa e con uno stipendio che porta molti di loro a ricorrere alle mense della Caritas e a vivere presso i parenti o, addirittura, in macchina.
La violenza verso i padri, nelle separazioni e divorzi, non è meno grave delle altre forme di violenza e le istituzioni non possono continuare ad ignorarla, poiché le coppie non più conviventi con figli sono oltre il 60% e nessuno le annovera tra le vittime dell’abuso di potere, sia esso istituzionale e/o matriarcale. Essere genitori è un diritto e nessuno – fatti salvi i rari casi di reale pericolosità – può limitare questo diritto con il “concedere” al padre solo una presenza contingentata con i propri figli. La bigenitorialità non è disgiunta dalla cogenitorialità e i vari protocolli per giustificare la superiorità della donna sull’uomo nella gestione dei figli sono un vero e proprio abuso di potere. I protocolli per giustificare quasi tutte le spese straordinarie per i figli, senza il consenso del genitore non collocatario (quasi sempre il padre), che, però, deve sempre pagare, anche più del 50% della somma chiesta (oltre alle eventuali spese legali riconosciute dal giudice all’esito del giudizio che stabilisce se le spese chieste siano dovute o meno), è una vera e propria violenza sull’uomo da parte della donna, protetta da troppi tribunali, dai servizi sociali, da incontrollate associazioni di genere e dai politici, preoccupati del proprio portafoglio e dal clientelismo elettorale, che permette loro di navigare “nell’oro”.
Parliamo di violenza senza paraocchi e senza goffe strategie, come avviene da sempre, e scopriremo che la prima vittima della violenza e della sopraffazione è l’uomo, ma non la donna. Con la differenza che subiscono tutto ciò i figli e tale violenza segna, purtroppo, il loro equilibrio psico-fisico e la loro serenità, le cui conseguenze si vedranno quando proprio loro saranno chiamati a gestire la società. Non si può negare la diffusa violenza legata alle separazioni dei genitori nè si può tollerare che la società sia “costretta” a giustificare il proprio suicidio.
Il rosso delle panchine collocate nei posti pubblici e/o le scarpe gettate su scalinate e piazze, i discorsi sulla donna vittima unica della violenza sono forme istrioniche di un progetto “culturale” che finisce, di fatto, per nuocere a chi la violenza la subisce veramente e a chi è stata privata della vita. Per costoro abbiamo il massimo rispetto e il netto rifiuto di chi specula sulle tragedie delle vittime della violenza e di chi, volutamente, ignora la diffusa violenza che la donna esercita sull’uomo, soprattutto quando è padre non più convivente.
Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps), contatti: tl. 347.6504095,
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