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Essere figlio di separati, oggi


La separazione dei genitori è una esperienza che segna la vita di tanti minori, che si trovano al centro di un vortice che non li tutela, nonostante si voglia far credere che tutto viene fatto per il loro superiore interesse. Attorno a questi figli di genitori non più conviventi si muovono tantissime lobby, il cui interesse è solo economico ed ideologico, e tante istituzioni, impreparate e pressapochiste, sentenziano sulla vita dei minori, senza conoscere minimamente le loro situazioni, caso per caso, leggendo, doverosamente, gli atti del procedimento di affido.

Documentarsi prima di decidere è un imperativo disatteso in troppi tribunali, forti dell’assurdo privilegio di non pagare, di persona, per i danni provocati ai cittadini. Tutto ciò, però, ha un grande costo sociale, che condizionerà la futura società e le cui responsabilità sono note a tutti, ma nessuno, seriamente, vi pone rimedio. I sindacati di categoria sono vere e proprie corporazioni protese a difendere operatori che, troppo spesso, non applicano la legge vigente e con i vari protocolli si sostituiscono al legislatore, a cui compete fare le leggi. Si parla quasi sempre di diritti della categoria e poco dei doveri verso i cittadini per far sì che la legge sia realmente uguale per tutti.

Dall’entrata in vigore della legge sul divorzio sono passati tanti decenni, ma le cose non sono migliorate, anzi, stando ai fatti, sono peggiorate, perché ancora si affidano i minori in base a stereotipi arcaici, dove i figli appartengono alla madre, lasciando al padre il dovere di mantenerli. Lo squilibrio danneggia la serenità psico-fisico dei minori ed alimenta una dannosa conflittualità, alimentata quasi sempre da parte di chi si sente protetto dal modus operandi di giudici e servizi sociali, talvolta, quest’ultimi, veramente dannosi per i minori.

Si è creato un apparato di burocrati, accentuato anche dalla Riforma Cartabia, dove predominano non i principi socio-psico-pedagogici, il diritto alla bigenitorialità e co-genitorialità di ambedue i genitori e dove non esistono controlli sul loro operato, ma signoreggia l’arroganza e superficialità di troppi operatori sociali e l’ingenuità di figure professionali che tali non sono.

Fino a quando si potrà continuare con questi abusi istituzionali e con la mancata centralità del minore negli affidi?

Le logiche di genere, quando sopprimono le pari opportunità genitoriali, non rendono un buon servizio a quei minori che affermano di voler tutelare e contribuiscono alla frattura genitoriale che, invece, non dovrebbe venir meno nemmeno con la fine della convivenza. Le conseguenze della giustizia ingiusta sono sotto gli occhi di tutti e non vederle denota una cecità istituzionale non più tollerabile.

Essere figli con genitori non più conviventi, oggi, è un assurdo business a cui va data una immediata risposta, giuridica e sociale, per salvare la società del futuro. Non si può sottoporre tutto al principio economico che cerca un buon stipendio con il minimo impegno personale. I vari protocolli, contraddittori e fuori legge per alcuni presupposti, servono per tutelare quei magistrati che leggono superficialmente (sia per pigrizia che per carico di lavoro) i fascicoli su cui devono decidere ed emettono sentenze copia-incolla.

Queste sentenze sono, purtroppo, molto spesso lesive dei diritti inalienabili dei minori e del genitore estromesso dalla loro vita. Non servono parole e tanta pigrizia e, talvolta, scarsa competenza per tutelare i cittadini, sia i minori che i loro genitori, ma la necessita di una serietà professionale e un profondo rispetto di ciascun cittadino, senza discriminazioni di genere, perché questi operatori, spesso, sono solo un costo per la società.

I figli dei separati subiscono questa burocratizzazione della legge e la mancata attenzione alle segnalazioni-denunce del genitore estromesso dalla loro vita, di fatto, è, per loro, sinonimo di frustrazione ed emarginazione.

I figli, prima di decidere in modo unilaterale, vanno ascoltati e vanno rispettati, come persone e come cittadini, senza mortificare le loro aspirazioni, tagliando le ali alla loro sana e genuina aspirazione ad una società a dimensione umana, giusta e rispettosa di tutti.

La salvaguardia delle loro aspirazioni e dei loro diritti non si tutela con strabiche teorie socio-educative, formulate da persone che vivono a rimorchio di una società dove tutto gira attorno al soldo, ma che, spesso, sono incapaci di cogliere i segni del tempo.

Essere figli di separati, in questo contesto di conflittualità genitoriale, sociale, di problemi irrisori e fittizi, non è, per loro, una risorsa, ma solo una condanna ad essere sempre perdenti.

A cura dell’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps) - contatti: tel. 347.6504095, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , www.genitoriseparati.it.

 

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