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Natale, una stanca ritualità
Non esiste più la magica atmosfera del Natale che parla di bambini, di genitori, di famiglia, di doni, di solidarietà e di attenzione verso gli ultimi. Non esiste più l’attesa delle sorprese che un possente Babbo Natale pone sotto l’albero o davanti al presepe. Non esistono più queste importanti figure che rendevano coinvolgente un momento unico, come il Natale. C’è chi dice che, per il rispetto di chi la pensa diversamente – che, però, vorrebbe imporci la propria convinzione e identità politico-religiosa - sarebbe opportuno non parlare più di Gesù bambino, di presepe, di Sacra famiglia, della famiglia che il giorno di Natale si riunisce per rievocare il rito della convivialità unita a sinceri sentimenti di appartenenza.
Manca quell’atmosfera di gioiosa attesa e di oblio, almeno per alcuni giorni, del proprio vissuto per far spazio alla speranza e alla festa. Anche la festa per eccellenza dei bambini e della famiglia è stata trasformata in un fatto consumistico, arrivando alla commistione del panettone con la disabilità, dell’accoglienza con la speculazione dei soccorsi e dei loro rapporti con i trafficanti delle vite umane. Anche l’istituzione religiosa occidentale non è più credibile per i troppi scandali, a cui non riesce o non vuole reagire in modo inequivocabile, all’uso non sempre coerente degli immani finanziamenti che riceve, sia dalle istituzioni pubbliche che dai singoli benefattori, e, di conseguenza, diventa meno credibile anche su ciò che dice su questa festa. In molti scindono il messaggio biblico che sta alla base del Natale dall’autorità che lo vorrebbe tutelare.
La festa del Natale attuale è una festa imposta dall’economia e da una cultura che rinnega lo spirito della tradizione, quel misto tra fede e sentimento di una attesa speranza in un domani diverso, da cui difficilmente riusciamo a ribellarci. La persuasione dei mezzi di informazione è così forte che ci fa sentire retrogradi se rivendichiamo la priorità di un sincero sentimento natalizio. Il portafoglio ha sostituito la festa del Natale; il consumismo ha trasformato in competizione i nostri sentimenti di appartenenza; la famiglia non è più la culla della gioia, del rispetto e della solidarietà; i figli non sono più l’espressione della gioia della natività, perché nascono sempre meno figli e anche loro sono parte integrante del consumismo e della sfrenata economia che tutto vuole dominare, anche i nostri sentimenti più autentici. I figli nascono quando c’è la cultura della famiglia e c’è la politica che predispone strutture per aiutare le famiglie con prole.
Si parla, con assidua frequenza, di solidarietà, di emarginazione, di rispetto dell’altro e di ospitalità, anche se, spesso, lo si fa senza tener conto della storia e dell’arroganza di chi ci vorrebbe imporre le proprie tradizioni, i propri progetti politici di predominio sulle ricchezze di chi, per secoli, ha lottato per una società migliore, rimboccandosi le maniche, e non ha atteso la misericordia del salvatore di turno. La celebrazione del Natale lentamente scivola verso una ritualità che solo apparentemente ci coinvolge e che, invece, è fonte di indiscussi introiti economici per chi non riconosce altro dio se non il dio-quattrino. Il bambino, scartati i regali, si confronta con gli altri, sperando che il suo regalo sia bello o, meglio, più costoso di quello degli altri coetanei. La stessa gioia del regalo viene annullata dalla delusione che i suoi regali non rispondono alle sue aspettative e non sono competitivi con quelli degli altri bambini.
I bambini? Esistono nell’immaginario collettivo e, puntualmente, in questo periodo, come durante l’anno, si torna a parlare di loro, ma dopo gli interessi dell’adulto. L’adulto viene, troppo spesso, prima dei propri figli e dei bambini in genere e la prima preoccupazione, anche se non palesata, è quella di sapere se il partner o la partner o gli amici siano rimasti sorpresi del regalo che ha fatto loro.
Ritornare alla famiglia unita, di una volta, non è possibile per i separati, mentre c’è uno spazio immenso per esternare ai figli i propri sentimenti, il proprio affetto, la propria presenza, mettendo da parte le rivalità e le vendette verso l’altro genitore. I figli soffrono della conflittualità tra i genitori e sarebbe ora che chi l’alimenta venga emarginato da loro, rendendo innocue le sue strategie, che, di fatto, sono, sempre e comunque, una negazione del diritto dei figli e di ambedue i genitori alla felicità, almeno per un giorno. I figli, nelle coppie di genitori uniti, cercano con lo sguardo il complice sorriso di ambedue i genitori e, in quelle non più conviventi, questo sorriso potrebbe esserci con modalità diverse, ma una identica finalità: rendere per tutti meno amara questa formale ricorrenza. Se ciò viene fatto con amore verso i figli, la loro festa sarà più grande e meno amara quella dei propri genitori. Il Natale non sarà la solita stanca ritualità, anche in presenza di famiglie allargate. Basta volerlo!
L’augurio che rivolgo a tutti i figli di genitori non più conviventi è quello di poter provare l’emozione di essere al centro della gioia di una famiglia separata, ma unita nei sentimenti per loro. Ai genitori auguro di fermarsi un attimo a riflettere sul danno che provoca nei propri figli la loro indomabile conflittualità, quasi sempre provocata dal genitore che si ritiene autorizzato a fare la guerra all’altro genitore, in nome di assurdi mulini a vento. Guerra di cui ne fanno le spese quasi sempre i figli.
Un augurio di conversione lo rivolgo agli operatori socio-psicologici, ai giudici e ai legali, che, spesso, sono i veri artefici della conflittualità per decisioni non rispettose delle pari opportunità genitoriali e del diritto alla bigenitorialità dei figli. Ai politici auguro di poter continuare a fare sogni d’oro senza preoccuparsi dei cittadini che vivono in difficoltà.
Un sentito Buone Feste a tuti coloro che ci seguono e che condividono le battaglie in nome dei figli. Auguri sinceri a tutti.
Ubaldo Valentini, presidente Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps) contatti: tel. 347.6504095,
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, www.genitoriseparati.it